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Cremonese, più testa e meno pancia
Cremonese, più testa e meno pancia

La Cremonese perde in casa contro la Ternana dopo aver sprecato tanto nel primo tempo. E intanto il Como scappa verso la Serie A

Pensavamo di aver già visto il peggio allo Zini dopo il finale distopico contro la FeralpiSalò. E invece questa Cremonese è in grado di stupirci ancora. Contro la Ternana i grigiorossi regalano ai tifosi un primo tempo da metaverso, in cui sprecano occasioni su occasioni. Il gol subito nel finale può suonare come una beffa, in realtà è un’opportunità straordinaria per correggere errori che la Cremo si porta dietro da troppo tempo.

COME A BARI – Nonostante una prestazione meno brillante rispetto ad altre (come sottolineato dallo stesso mister nella conferenza prepartita) Stroppa sceglie di confermare gli uomini che hanno espugnato il San Nicola. Sono solo due i cambi: uno forzato (Saro per l’infortunato Jungdal), uno tecnico. Non c’è Vazquez nell’undici iniziale, deludente contro il Bari, ma il fresco ex Falletti che ha tanta voglia di dimostrare il suo valore. Partono ancora dall’inizio quindi giocatori fin qui meno utilizzati come Lochoshvili, Majer, Ghiglione e Tsadjout.

CHE CREMO – Dopo lo spavento iniziale (occasione concessa dopo una sponda sbagliata di Tsadjout) la Cremonese prende in mano la gara e macina gioco. La manovra dei grigiorossi è avvolgente e mette alle corde la Ternana. Johnsen fa il bello e il cattivo tempo: perde qualche palla di troppo ma salta l’uomo con costanza e spacca a metà il centrocampo avversario. È dalla sua ennesima percussione che arriva il meritato gol del vantaggio di Tsadjout dopo un bello scambio ripetuto tra i due. I grigiorossi la sbloccano subito, c’è il sole e domani è domenica, sembra la giornata perfetta.

SVARIONI E ORRORI – E invece. Contro il Bari la Cremonese aveva concesso pericolose occasioni subito dopo il vantaggio (Jungdal ci aveva messo una pezza). Lezione che non è servita: bastano infatti quattro minuti alla Ternana per pareggiare i conti. Johnsen perde un’altra brutta palla, Pereiro trova una traiettoria da footgolf, la difesa è messa male e Favilli approfitta dello spazio concesso da Antov per riportare la gara sull’1-1. Una Cremo ferita attacca a testa bassa e restituisce ai tifosi un primo tempo tragicomico. Servirebbero pagine e pagine per descrivere tutte le occasioni sbagliate dai grigiorossi che replicano fedelmente il finale visto contro la FeralpiSalò. Eppure la Ternana non è morta: alla prima ripartenza va vicina al vantaggio con un colpo di testa di Favilli, sventato da un riflesso felino di Saro.

CAMBI DI PANCIA – Come ammesso nel post partita il mister negli spogliatoi alza la voce con la squadra. Ne scaturisce una decisione presa più con la pancia che con la testa, perché arrivano subito tre cambi: dentro Vazquez, Zanimacchia e Pickel per Falletti, Ghiglione e Johnsen. Comprensibile l’ingresso dei primi due per cercare una maggiore trazione offensiva, mentre è complicato spiegare la scelta di Pickel per Johnsen. Il norvegese, nonostante diversi errori, era l’unico in grado di creare la superiorità numerica e le sue accelerazioni aveva creato tanti pericoli. Pickel, che comunque non demerita, entra in un contesto che non gli si addice, con la Ternana chiusa dietro. Il risultato è una squadra che non riesce più a creare occasioni. La manovra si arena sulla trequarti mentre gli avversari annusano l’impresa.

CILIEGINA – Per coronare la sua giornata no Stroppa decide di sostituire anche Collocolo, uno dei migliori in campo e uno dei pochi in grado di offrire lucidità in entrambe le fasi. Dopo la sua sostituzione mancano le gambe per andare a inseguire le ripartenze ospiti, bloccate più volte con successo dal numero 8 nel primo tempo. Quattro minuti dopo infatti la Ternana va vicino al raddoppio con un’imbucata per Luperini che chiama Saro alla grande uscita. È solo il trailer di quello che succederà in pieno recupero, quando un’altra ripartenza punisce la Cremonese. C’è anche della sfortuna, perché dopo la scivolata di Ravanelli la palla carambola sulla schiena di Sernicola e finisce tra i piedi di Di Stefano che manda in delirio il settore ospiti. Appellarsi alla dea bendata dopo un’infinita serie di errori è tuttavia quantomeno ingiusto: forse è più corretto chiamarlo Karma.

CON LA TESTA – La contemporanea vittoria del Como mette probabilmente fine ai sogni di promozione diretta della Cremonese, a -5 dai lariani a cinque giornate dal termine (e che giornate). Ciò non deve far smettere di sognare, perché ci sono ancora i playoff da giocare con legittime ambizioni. E soprattutto con la testa, quella mancata nelle ultime uscite. I grigiorossi sono una squadra esperta che tuttavia non sembra aver ancora imparato a giocare le tante partite nella partita, a gestire i diversi momenti. Più che i gol sbagliati preoccupa la reiterazione degli errori. Come contro il Bari si sono concesse occasioni subito dopo essere passati in vantaggio. Come contro la FeralpiSalò si è ignorata la difficoltà nel creare occasioni e si è lasciato campo a pericolose ripartenze. Quando gioca la Cremo funziona, anche se non concretizza. Serve ora imparare a gestire meglio i momenti in cui cala l’agonismo. Perché un errore commesso sarà sempre più decisivo di un’azione ben congeniata.

Nicola Guarneri

Direttore Responsabile

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