Dopo la sconfitta di Bolzano la Cremonese cade anche allo Zini contro la FeralpiSalò e non approfitta della battuta d’arresto del Venezia
Cara Cremonese, se questo è un pesce d’aprile ben congeniato dillo subito. Perché non è divertente. Raramente negli ultimi anni si è assistito a partite simili, un concentrato di errori e gol sbagliati che al confronto la Costissima sembra il Manchester City. I grigiorossi sprecano un’occasione enorme di riportarsi al secondo posto e ora sono condannati a vincere gli scontri diretti per evitare la lotteria dei playoff.
AL COMPLETO – E pensare che per la prima volta da un bel po’ di tempo la Cremonese si presentava al gran completo. Nell’abbondanza Stroppa ha deciso comunque di effettuare due soli cambi rispetto alla squadra che le ha buscate a Bolzano. Johnsen ha rilevato Falletti mentre Collocolo, al rientro dall’infortunio al ginocchio, si è ripreso il suo posto in mezzo al campo facendo scivolare in panchina Pickel. Confermati dunque Zanimacchia a destra e Sernicola a sinistra, e la coppia Vazquez-Coda davanti.
SOLITA CREMONESE – Due settimane senza partite non hanno evidentemente suggerito soluzioni alternative a Stroppa perché in campo si è vista la solita Cremo. Una squadra che tiene il possesso, crea molto ma che ha una grandissima difficoltà a trovare lo specchio avversario. E che concede pericolose ripartenze. Così mentre i vari Antov, Ravanelli e Johnsen sprecavano occasioni, la FeralpiSalò lanciava segnali sottovalutati con le palle lunghe per le spizzate di La Mantia e le corse di Dubickas. I grigiorossi si accendono con gli accentramenti di Johnsen che libera spazio per Sernicola, abile a prenderlo ma un po’ meno a sfruttarlo. Sulla destra il rientro di Collocolo porta sostanza ma anche la sensazione che gli inserimenti del numero 8 portino via spazio a Zanimacchia, che rispetto alle ultime uscite si vede pochissimo. Il primo tempo non può che chiudersi sullo 0-0.
CHI SBAGLIA PAGA – Stroppa si presenta alla ripresa con gli stessi 11 e senza operare nemmeno un cambio tattico che valorizzi le qualità di chi sta rendendo meno. Il risultato è che la Cremonese spende tante energie per creare occasioni che non capitalizza. Le verticalizzazioni di Vazquez finiscono perennemente sulle gambe degli avversari e danno il via a pericolose ripartenze. L’unico che vede la porta come al solito è Coda, a cui basta una mezza palla per risultare pericoloso. Sul suo diagonale Pizzignacco si supera. Mentre il Feralpi un po’ alla volta mette fuori la testa, la Cremo si intestardisce in possesso e cross dalle fasce per la testa di nessuno, perché Ciofani è comodamente seduto in panchina. Come già visto in troppe altre partite nel finale il Feralpi trova pure il gol della vittoria, e verrebbe da dire quasi meritatamente perché chi sbaglia paga. I grigiorossi, un po’ sulle gambe, si fanno fregare sugli sviluppi di una rimessa laterale in cui il neo entrato Quagliata non tiene la linea e lascia che Bergonzi – per una sera in versione Puyol – insacchi l’incolpevole Jungdal.
FINALE HORROR – Difficile raccontare cosa succeda negli ultimi minuti di questa strana gara. I grigiorossi si riversano in attacco e grazie anche alla fisicità di Ciofani – entrato con colpevole ritardo – schiacciano il Feralpi e riescono finalmente a lavorare quei palloni sporchi che arrivano dalle fasce. Johnsen spostato a destra è finalmente incisivo e diventa una furia, saltando costantemente l’uomo e creando pericoli a ripetizione. Le innumerevoli occasioni che arrivano (difficile ricordarle tutte) non bastano tuttavia a riportare la gara sui binari grigiorossi. Se poi ci si mette anche Coda a sbagliare gol a un metro dalla linea vuol dire che proprio non è serata.
DAVVERO NON È SERATA? – Ma è davvero così? Davvero non era giornata, come non lo era contro il Sudtirol? Le eccezioni sono tali perché scarse, quando iniziano a ripetersi con una certa frequenza diventano regola. E per questa Cremonese non capitalizzare le occasioni è diventata un’abitudine. Questo modo di giocare non valorizza le caratteristiche dei giocatori, sempre costretti a cercare le fasce per crossare quando davanti c’è una sola punta (Coda) assai più abile ad essere servita in verticale che con palloni alti. Un rendimento oltre le aspettative del pacchetto arretrato ha permesso di nascondere la polvere sotto il tappeto per diversi mesi, ma ora che dietro arriva una fisiologica flessione gli errori vengono pagati a caro prezzo. Anche contro la FeralpiSalò, che non ha nemmeno bisogno di fare la partita della vita (zero ammoniti) per portare via i tre punti dallo Zini. Serve cambiare subito, perché il treno promozione è già partito e questa Cremonese non sembra in grado di prenderlo.