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Ci sono anche gli avversari
Ci sono anche gli avversari

Contro lo Spezia mister Rastelli ha continuato imperterrito con il 4-4-2 nonostante il modulo degli avversari lanciasse segnali inequivocabili

In un calcio sempre più tecnologico e mediatico è difficile credere che Rastelli abbia preparato la gara contro lo Spezia senza studiare attentamente gli avversari. Eppure, dopo la partita, la sensazione è che il mister ignorasse i punti di forza dei padroni di casa perché lo schieramento della Cremonese invece di bloccare lo Spezia ha esaltato le loro qualità.

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Alibi. Di certo non è stata una settimana facile per l’allenatore grigiorosso. Il mister ha perso tutti in una volta Castrovilli, Montalto, Paulinho e Perrulli. Con Castagnetti ancora out e Carretta a mezzo servizio, nel prepartita anche Piccolo – l’uomo più in forma – ha dovuto arrendersi all’influenza. Nonostante le assenze si è continuato con il 4-4-2: davanti insieme a Strizzolo ha debuttato Longo, mentre per il resto è stata confermata la squadra che ha battuto il Palermo con Soddimo in mezzo con Arini e Boultam e Strefezza sulle fasce.

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Gli avversari. Lo Spezia di Marino è una squadra ben riconoscibile, che quando è in forma è difficile da contrastare: gli esterni sono rapidi e veloci, il centrocampo ha qualità ed energia, Galabinov – pur essendo meno letale di qualche anno fa – lavora sporco e fa a sportellate con tutti. Anche la difesa gioca con fisico e cattiveria (per una recensione approfondita dei tacchetti di Terzi chiedere a Longo).

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Integralismo vs. elasticità. Nel calcio non ci sono né soluzioni ovvie né risultati certi, altrimenti non sarebbe lo sport più bello del mondo. Eppure ci dev’essere una via di mezzo tra l’integralismo zemaniano e il voyeurismo di Bielsa che porta a una soluzione quanto più vicina a quella ideale: sconfessare il proprio credo e ignorare le caratteristiche della propria squadra è sbagliato tanto quanto ignorare pregi e difetti della formazione avversaria e non adattarsi di conseguenza.

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Modulo ostico. Il 4-3-3 di Marino ha messo a nudo tutte le pecche del 4-4-2 di Rastelli, nel quale alcuni giocatori sono fuori ruolo. La grande prestazione di squadra contro il Palermo ha nascosto le difficoltà di Soddimo in mezzo al campo (messe in evidenza da questa redazione, seppur poco apprezzate da qualcuno che evidentemente capisce di calcio più di noi). L’ex Frosinone ha estro e fantasia e in un centrocampo a due non può rischiare giocate che in fascia può permettersi. L’idea di Rastelli forse era quella di portarlo in mezzo per dare più qualità alla manovra, ma non è scontato che un giocatore tecnico abituato a giocare in fascia sappia impostare il gioco: in mezzo al campo ci sono tempi diversi, non ci si inventa registi da un giorno all’altro.

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Terzini alla deriva.  Soprattutto, gli esterni di Marino hanno potuto puntare indisturbati i terzini, trovando sempre l’uno contro uno grazie alla superiorità numerica a centrocampo. Bidaoui e Okereke hanno fatto impazzire Mogos e Migliore, lasciati soli al proprio destino. La chiave tattica della partita è tutta qui, perché con i terzini bloccati dietro tutta la manovra della Cremo è rimasta bloccata: il 4-4-2 di Rastelli punta molto sulle sovrapposizioni, favorite dai sempre più frequenti accentramenti di Boultam e Strefezza. Il marocchino più volte è rimasto sorpreso nel non trovare il terzino rumeno pronto a prendere lo spazio e si è dovuto lanciare in discese solitarie facilmente leggibili dalla difesa spezzina.

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Oltre il danno. Beffa vuole che nella partita in cui finalmente la Cremo gioca con due prime punte vere, a mancare sono i cross dei terzini. Con Mogos e Migliore bloccati si è sentita ancora di più la mancanza di un giocatore che facesse gioco (Terranova a parte): Castagnetti in mezzo o, come nelle ultime partite, Piccolo. L’ex Spezia è diventato giocatore a tutto campo, va a cercarsi il pallone e inizia la manovra. Senza di lui tutto il peso offensivo della manovra è ricaduto su Strefezza, che per almeno un tempo ha predicato nel deserto. Resta un mistero perché Rastelli non abbia cambiato schieramento già dal primo tempo: con un centrocampo a tre avrebbe potuto garantire più copertura ai terzini (aiutati dal mediano o dalle mezzali) e avrebbe ristabilito la parità numerica in un centrocampo in cui Soddimo ha sofferto troppo soprattutto dal punto di vista tattico.

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Per vincere. Contro il Padova passa uno degli ultimi treni playoff della stagione. L’ottavo posto dista già quattro punti, non vincere in casa contro l’ultima in classifica (seppur rinforzata dal mercato) vorrebbe dire iniziare a guardare negli specchietti retrovisori per controllare la zona playout. Probabilmente alcuni giocatori rientreranno dai rispettivi infortuni e Rastelli potrà esprimere la sua idea di gioco con gli interpreti migliori e la coppia Piccolo Strizzolo in avanti, in attesa che Longo recuperi la forma migliore e possa essere l’arma in più nel finale di stagione.

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Nicola Guarneri

Direttore Responsabile

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