
Una pazza Cremonese espugna il Sinigaglia e lancia un segnale al campionato: per la lotta alla promozione ci sono anche i grigiorossi
Dove tutto era finito, tutto può ricominciare. La splendida cavalcata della Cremonese di Pecchia si era conclusa nella magica notte di Como, la rincorsa della Cremonese di Stroppa può iniziare proprio in riva al lago. I grigiorossi espugnano un campo difficile, battono una squadra che non perdeva da agosto e ora avranno due settimane di tempo per lavorare sugli errori commessi. Nonostante la vittoria i margini di miglioramento restano ampi.
SQUADRA TIPO – Stroppa conferma di avere le idee chiare e opera un solo cambio non obbligato rispetto alla formazione scesa in campo contro Cosenza e Parma. Fuori Abrego e dentro Okereke, con Vazquez che scala a fare la mezzala. Per evitare una catena di destra troppo offensiva con l’argentino e Zanimacchia, Stroppa decide di schierarlo a sinistra, dove Sernicola può dare una mano in fase difensiva, facendo traslocare Collocolo dall’altra parte. Tocca poi a Bianchetti rilevare l’infortunato Ravanelli al centro della difesa. Per il resto ci sono i soliti.
CHE INIZIO – Il mister dimostra di aver lavorato parecchio sull’approccio alla gara in settimana, tallone d’Achille nella sfida contro il Parma. Nei primi minuti la Cremo parte forte e schiaccia il Como. Tolto un gol di Cutrone annullato per fuorigioco, è monologo grigiorosso. Il gol del vantaggio di Coda su rigore (sesto gol in sette partite) non rallenta la Cremo che continua a spingere sull’acceleratore. Arriva quindi anche il raddoppio di Okereke. Il nigeriano ruba palla sulla trequarti e si fa trenta metri da solo prima di beffare Semper. Un bel segnale quello lanciato dall’attaccante, che risponde con i fatti alle parole e dimostra di essere dentro la squadra. Nel finale di tempo i lariani si risvegliano, Cutrone si vede annullare un’altra rete per un fuorigioco ancora più millimetrico.
CUTRONE LA RIAPRE – Stroppa non sottovaluta il campanello d’allarme e si presenta alla ripresa con un centrocampo più folto: fuori gli acciaccati Collocolo e Okereke, dentro Bertolacci e Majer. La fase difensiva della Cremonese funziona solo quando la squadra gira e il centrocampo riesce a portare il pressing sul possesso avversario, cosa che i grigiorossi non riescono ancora a garantire nei 90’. Succede quindi che Cutrone riapre la gara sfruttando in contropiede le incertezze di Majer. Il centrocampista appena entrato non riesce ad arginare l’attaccante del Como, ma è inconcepibile come una squadra in vantaggio di due reti, per di più fuori casa, si possa fare sorprendere in ripartenza dopo un calcio d’angolo a favore.
Tutto questo, vedi? Sono variabili, casualità, caos. Ogni equazione ha bisogno di stabilità, di un’entità nota: si chiama costante
LA COSTANTE – Nel più significativo episodio di Lost, Desmond deve trovare una costante per salvarsi la vita e la trova nell’amore per la sua Penny. Cos’è una costante? È un filo conduttore tra passato e presente, che resta immutato nel tempo. Per salvare la partita la Cremonese non può che affidarsi alla sua costante, Massimo Coda. Nel momento di difficoltà tocca ancora a lui risolvere la questione, sfruttando la sponda di Tsadjout (appena entrato) per involarsi verso Semper e siglare l’1-3 (settimo gol in sette partite). E pensare che i gol non sono nemmeno l’aspetto che più stupisce dell’ex Genoa, un attaccante che finalizza e lavora, gioca di sponda e attacca la porta. Quando c’è in campo lui ogni palla scaraventata in area è una potenziale occasione da rete.
PAZZA CREMONESE – Il Como non si abbatte e vuole dimostrare che i 14 punti in 7 partite non sono un caso. La Cremo si fa trovare ancora impreparata sull’ennesimo lancio lungo che si gioca sui centimetri. Lochoshvili sbaglia due volte, perché prima tiene in gioco Chajia e poi lo stende al limite dell’area, prendendosi il rosso per fallo da ultimo uomo. Al netto degli errori del georgiano, Stroppa deve trovare qualche accorgimento sulla fase difensiva. Considerando le caratteristiche dei difensori a disposizione forse tenere una linea così alta non è un’idea vincente. La partita comunque non è ancora finita. C’è ancora il tempo per dimostrare il vecchio adagio che gli attaccanti in fase difensiva fanno disastri. Tsadjout stende Chajia in area, per fortuna Sarr danza sulla linea e nega a Cutrone di accorciare. Il risultato finale premia la Cremonese, finalmente cinica in zona offensiva ma pericolosamente ballerina quando attaccata.
SOSTA PER MIGLIORARE – La sosta arriva al momento giusto. Stroppa si troverà a lavorare con una squadra galvanizzata dalla vittoria, pronta a infilare quel filotto che serve per tornare nelle zone alte della classifica. Per fare ciò servirà innanzitutto affinare la condizione fisica e permettere ai grigiorossi di esprimere sui due tempi il gioco chiesto dal mister. In secondo luogo va sistemata la fase difensiva. Al netto dei facili giudizi sulle prestazioni dei singoli e la solita banale ricerca di capri espiatori, se una squadra subisce troppe reti la colpa è di tutti i reparti. Troppe volte contro il Como la Cremonese si è fatta trovare scoperta, lasciando chi difende in pericolose situazioni di uno contro uno (Majer-Cutrone, Chajia-Lochoshvili). Per non disperdere l’enorme potenziale offensivo e vanificare la straordinaria forma di Coda serve assolutamente trovare un modo per subire meno reti. Solo così si può sperare in un filotto che possa permettere alla Cremonese di tornare dove merita di stare.