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Better call Paul
Better call Paul

Buona la prima per mister Rastelli, che ora ha due settimane per lavorare sulla squadra, sperando nel recupero di Paulinho

Vincere aiuta a vincere, come ha ben detto capitan Brighenti nel post partita di Cremonese-Livorno. Forse non tutto è andato alla perfezione, i meccanismi sono da registrare, però prendiamoci questi tre punti che mancavano da troppo tempo ai grigiorossi.

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Seconda senza Arini. Il mister comincia nel segno della continuità. Non ci sono grosse sorprese tra gli undici in campo: in porta parte Ravaglia, designato titolare dopo l’infortunio di Radunovic, davanti a lui il solito quartetto con Mogos-Claiton-Terranova-Migliore. A centrocampo l’unica esclusione inattesa: giocano Emmers, Greco e Croce. Solo in un’altra occasione (contro il Cosenza) Arini non era partito dall’inizio (e per la prima volta non subentra neppure). In attacco, data l’indisponibilità di Montalto e Paulinho, confermati Castrovilli, Perrulli e Brighenti.

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Attaccanti vicini. La novità di Rastelli non sta dunque negli uomini, quanto nell’interpretazione del modulo. Fin dall’inizio appare chiaro che Perrulli e Castrovilli non sono due ali ma due trequartisti chiamati a riempire il centro del campo. I due dialogano nello stretto e si muovono spesso cambiando posizione anche con Brighenti. Un attacco molto mobile che nel primo tempo ha messo in difficoltà la difesa del Livorno, privata di punti di riferimento per le marcature.

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Terzini di spinta. Anche in questo caso, a cambiare non sono gli uomini ma l’interpretazione del ruolo. Se Mogos ci aveva abituato alle sue discese, contro il Livorno anche Migliore si è fatto puntualmente trovare nella metà campo avversaria, costringendo spesso Croce a retrocedere nella posizione di terzino per coprirlo. I meccanismi vanno ancora oliati affinché sovrapposizioni e discese siano meno prevedibili ma le premesse sono buone. Con due terzini di spinta e due trequartisti a riempire il campo non si resta legati a una sola soluzione: il gioco può sgorgare sia sulle fasce sia in mezzo al campo.

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Palla a Terra(nova). Alzi la mano chi ha visto un difensore cercare la palla alta per Brighenti. I lanci sono stati ridotti al minimo per cercare di uscire con la palla bassa. Compito affidato a Terranova che ha cercato di organizzare il gioco in coabitazione con Greco. Il centrale ha saputo sdoppiarsi: da regista nel primo tempo è passato a fare il libero nel secondo, lasciando a Claiton i compiti di marcatura per andare a coprire gli inserimenti dei livornesi.

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Calo nella ripresa. Non si possono non considerare gli aspetti negativi. Nella ripresa la Cremo si è abbassata pericolosamente, concedendo campo e fiducia a una squadra sfiduciata come il Livorno. I toscani, con un organico nettamente inferiore a quello dei grigiorossi, hanno creato qualche pericolo di troppo dalle parti di Ravaglia, anche se la Cremo ha effettivamente sofferto solo nell’ultimo quarto d’ora. È mancato il gol per chiudere il match (che errore Carretta in contropiede, e non è la prima volta) e forse la testa ha fatto qualche brutto scherzetto. Non è un problema di condizione fisica, come ha detto il mister nel post partita questa squadra ha bisogno soprattutto di lavorare sulla testa.

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Better call Paulinho. Gira e rigira, si torna sempre lì. Il numero 10 grigiorosso manca terribilmente a questa squadra. Dopo un buon inizio ha sofferto di solitudine: come dargli torto, nel modulo di Mandorlini si è trovato spesso isolato in avanti, preda delle difese avversarie. Con Rastelli la musica cambierà: avrà vicino due giocatori che parleranno la stessa lingua calcistica (Perrulli, Castrovilli, Piccolo, poco importa: il tasso tecnico è elevato). Non è nemmeno da escludere che il mister provi a giocare con Paulinho sulla trequarti insieme a un altro trequartista alle spalle di Brighenti/Montalto: un attacco esplosivo che potrebbe finalmente far cambiare marcia a questa squadra.

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Nicola Guarneri

Direttore Responsabile

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