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Cremonese, giallorosso indigesto
Cremonese, giallorosso indigesto

La Cremonese perde l’ultimo treno per sperare nella salvezza e cade in casa contro il Lecce dopo una prestazione deludente

Non ho una gran voglia di parlare della partita, quindi digressione modalità ON.

NON È MAI STATO TROVATO UN TARTUFO MASCHIO – Non c’è dubbio che l’argomento del momento siano i funghi e il loro mondo. Il merito di ciò va all’adattamento televisivo del videogioco The Last of Us, l’ultima serie capolavoro di HBO, in cui un fungo infetta l’uomo e dà il via a una pandemia che trasforma gli uomini in zombie. Tra gli articoli migliori consiglio questo del Post, ripescato a fagiolo (…) a qualche anno dalla pubblicazione. Parla del libro L’ordine nascosto del biologo Merlin Sheldrake, un’opera affascinante in cui l’autore presenta, appunto, il mondo dei funghi. Vi cito solo una delle tante curiosità: tra le cose che l’uomo non è ancora riuscito a scoprire c’è anche il tartufo maschio, ragion per cui i tartufi non possono essere coltivati (ed è per questo che costano così tanto).

GIALLOROSSO INDIGESTO – Tra le cose che l’uomo non è ancora riuscito a capire c’è anche come abbia fatto la Cremonese a passare da una prestazione sontuosa, cazzuta ed esaltante come quella di Roma a una scialba, molle e desolante come quella di ieri allo Zini. Contro il Lecce scende in campo una delle peggiori Cremo versione campionato, in una gara che – dopo l’impresa della Coppa Italia – poteva dare lo slancio anche in Serie A all’inseguimento di un sogno sempre più irrealizzabile.

MEITÈ IN REGIA – Ballardini ricomincia dal 3-5-2 e schiera (quasi) il suo undici ideale: manca solo Okereke, fermato da un problema muscolare e sostituito da Ciofani. Il mister sceglie Meité come vertice basso del centrocampo, con Castagnetti in panchina e Benassi e Pickel ad agire come mezzali. Dietro ci sono Ferrari, Chiriches e Vasquez, sulle fasce Sernicola e Valeri. Davanti Dessers e appunto Ciofani.

COME DA COPIONE – Baroni viene a Cremona a fare il Baroni. Il Lecce è comodamente seduto sui 20 punti accumulati nel girone d’andata e non ha bisogno di espugnare lo Zini per raddrizzare la classifica. I giallorossi quindi giocano stretti e bassi, rinunciano al possesso e lasciano che sia la Cremonese a fare la partita per poi cercare di colpire in contropiede con la velocità degli esterni e gli inserimenti delle mezzali. Non c’è niente di peggio per la Cremo. I grigiorossi si scontrano con i propri insormontabili limiti tecnici e non riescono ad arrivare nemmeno al limite dell’area difesa da un Falcone alle prese con i primi tentativi di abbronzatura.

SENZA QUALITÀ – Con il Lecce chiuso dietro l’unica soluzione sono i lanci lunghi di Chiriches per le corse di Valeri e le sponde aeree di Ciofani. Poco, troppo poco per una squadra che non ha ritmo e non riesce a liberare l’uomo con un movimento propedeutico. Meriti degli avversari, ma anche demeriti di Ballardini. La scelta di Meité in regia non convince. Il francese può giocare in quel ruolo contro avversari più quotati, quando la Cremo deve difendere: in quei casi la sua fisicità è fondamentale perché arriva bene sulle seconde palle a fa ripartire l’azione negli spazi. Contro una squadra chiusa invece non ha tempi e idee per trovare gli stretti corridoi tra le maglie avversarie. Troppi i tocchi a rallentare l’azione, inutili i tentativi di saltare l’uomo quando i raddoppi sono dietro l’angolo.

BALLARDINI PERSEVERA – Il primo tempo non poteva che finire con un soporifero 0-0. Nella ripresa il mister getta subito nella mischia le idee di Castagnetti ma continua a lasciare Meité davanti alla difesa, snaturando di fatto due giocatori. Succede così che la voglia non basta e al primo affondo il Lecce passa con il colpo di testa dell’ex Baschirotto. Gli uomini di Baroni addirittura raddoppiano con l’altro ex Strefezza. Come? Con una palla recuperata a metà campo, in pressione proprio su Meité.

LE COLPE DELLA SOCIETÀ – Gli errori del mister arrivano fino a un certo punto; i suoi tentativi di raddrizzare la partita si scontrano con l’impossibilità di dare una scossa alla gara a causa di una rosa striminzita e senza qualità, addirittura indebolita dal mercato invernale. Gli ingressi di Afena-Gyan, Galdames, Tsadjout e Aiwu (!) non spostano di una virgola gli equilibri del match, ormai sui binari preferiti di Baroni. Il Lecce non ha nemmeno bisogno di sudare troppo e la porta a casa senza sporcarsi le divise. Nel finale arrivano anche i fischi dello stadio all’operato del ds Giacchetta. Difficile non concordare con chi pensa che questa città e questa tifoseria non si meritino tutto ciò. Non gli si chiedeva di trovare il famigerato tartufo maschio, ma due-tre acquisti di categoria per alzare il livello della squadra.

Nicola Guarneri

Direttore Responsabile

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