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Mandorlini-Cremonese, un amore mai sbocciato
Mandorlini-Cremonese, un amore mai sbocciato

Troppo pochi i punti guadagnati: solo 3 vittorie in 16 gare ufficiali, e un rapporto con la tifoseria mai particolarmente caloroso, oltre agli screzi interni alla società. Ma per la salvezza del 12 maggio Mandorlini va ringraziato

È durato 194 giorni il regno di Andrea Mandorlini sulla panchina della Cremonese, condito da 16 partite ufficiali, 15 di campionato e una di Coppa Italia. 17 i punti guadagnati in Serie B tra il finale della scorsa stagione e l’inizio di quella in corso, frutto di sole 3 vittorie, 8 pareggi e 4 sconfitte, troppo poco per essere riconfermato dalla società grigiorossa. Durante l’estate numerose le sconfitte in amichevole, oltre all’eliminazione immediata dalla Coppa Italia contro il Pisa, formazione di categoria inferiore, per il 5-7 dello Zini dopo i calci di rigore (3-3 ai tempi supplementari).

In questo breve lasso di tempo non è mai stato amore tra Mandorlini e la Cremonese, così come tra Mandorlini e Cremona. A partire dalla conferenza di presentazione alla stampa del 24 aprile scorso, quando insieme al presidente Rossi e ad alcuni membri del Consiglio di Amministrazione si vociferava di un ritorno in Serie A nel giro di un paio di stagioni, nonostante allora fosse seriamente in bilico la permanenza nel campionato cadetto. Raccogliere la pesante eredità di Tesser, mister eroe del ritorno in B della Cremo, non era per nulla semplice, sia perché mancavano solo 5 giornate alla fine, sia perché la maggior parte dei tifosi avrebbe dato ulteriore fiducia all’allenatore di Montebelluna, benché la vittoria mancasse da gennaio.

Mandorlini però ci è riuscito, con quel 5-1 al Venezia che abbiamo ancora negli occhi, una prestazione maiuscola che ha consentito alla Cremonese di guadagnarsi aritmeticamente un altro campionato di Serie B. L’allenatore ravennate è rimasto composto anche in quella circostanza, se non qualche momento di euforia sul campo, dando l’impressione che egli aveva solamente svolto il proprio dovere e che il grande obiettivo sarebbe stato, l’anno successivo, riportare in A i grigiorossi vent’anni dopo l’ultima volta. Questo si intravedeva nei suoi occhi, invece erano semplicemente i segni di un carattere schivo e introverso.

Confermato dalla dirigenza, in società sono arrivati il direttore generale Paolo Armenia e il nuovo direttore sportivo Leandro Rinaudo. Specialmente con il secondo il rapporto non è stato dei migliori fin da subito, come raccontato dallo stesso Mandorlini una volta appresa la comunicazione dell’esonero: divergenze sul mercato, frizioni di vario tipo, per il gioco espresso e anche per il carattere del mister ex Verona, che si sapeva essere piuttosto “focoso”, cosa non particolarmente gradita neppure al patron Giovanni Arvedi. Nella presentazione di Rastelli, Rinaudo ha voluto specificare che da un punto di vista personale non ci sono mai stati problemi con l’ex tecnico.

A stento si è rapportato con gli organi di stampa e con la gente di Cremona, che però al termine di ogni partita veniva ringraziata per l’apporto fornito nei confronti suoi e della squadra, anche dopo il pareggio di Verona, perché nonostante la folla del Bentegodi inneggiasse a lui per i trascorsi in gialloblù, nonostante il viso provato dalla durezza del match, ai nostri microfoni ha voluto sottolineare il tifo del Settore Ospiti. Non è bastato per ratificare la vicinanza alla piazza? Molti ritengono di no, che fosse eccessivamente apatico. Ma quando passi da Tesser a Mandorlini, uno che si è sempre e solo concentrato sul fattore campo, aspettarsi altro da un punto di vista emotivo e sentimentale era difficile.

Lo vogliamo comunque ringraziare per averci regalato un altro anno di Serie B. La sua esperienza è servita per infondere grinta e cattiveria nella partita casalinga di quel 12 maggio, ultima partita davanti al pubblico dello Zini, ultima chance per restare aggrappati alla cadetteria tanto inseguita per 11 anni. In bocca al lupo per il futuro.

Andrea Ferrari

Caporedattore, Content Manager e Social Media Manager

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