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Cremonese, la viscosità non basta
Cremonese, la viscosità non basta

Una Cremonese viscosa perde anche a Napoli; i grigiorossi ci provano ma i partenopei sono troppo superiori

Uno tra gli esperimenti più lunghi del mondo è quello della goccia di pece. Per dimostrare la viscosità del liquido – spesso scambiato per solido – il professor Parnell studiò questo esperimento che va avanti dal 1927 (e che potete leggere in sintesi qui). Per farla breve, in quasi un secolo sono sgorgate solo nove gocce di pece, l’ultima nel 2014. Se avete abbastanza pazienza potete mettervi comodi e guardare questa webcam in attesa della decima.

NIENTE DI SCONTATO – Se avete guardato (o seguito) la Cremonese ieri sera evidentemente di pazienza ne avete parecchia. Certo, la trasferta in casa dei futuri campioni d’Italia non era la partita più abbordabile per sbloccare la casella 0 alla voce vittorie (dopo 22 partite). Eppure le imprese in Coppa Italia devono insegnare a non dare mai nulla per scontato; altrimenti può accadere come a John Mainstone, il guardiano dell’esperimento della pece che nel 1948 si perse la caduta della settima goccia perché era andato a farsi un caffè.

CREMO VISCOSA – Non fosse bastato il mercato, Ballardini deve fare i conti anche con l’infermeria. Senza Buonaiuto, Okereke, Dessers, Quagliata e Lochoshvili il mister schiera una Cremonese ad alta densità, con l’obiettivo di bloccare quanto più possibile un Napoli che fa della fluidità la sua arma migliore. Nel classico 3-5-2 la vera novità è Vasquez, che gioca esterno a tutta fascia. Dietro tocca quindi ad Aiwu fare il braccetto sinistro, con Chiriches in mezzo e Ferrari dall’altra parte. In mezzo ci sono Benassi, Meité (ancora in regia) e Pickel, a destra Sernicola, davanti Afena-Gyan e Tsadjout.

PREPARATA BENE – Ballardini ha avuto finalmente una settimana a disposizione per preparare una partita di campionato, e si vede. I grigiorossi giocano compatti e attenti, svolgendo i loro compiti alla perfezione. In particolare, Pickel e Benassi escono con i tempi giusti su Mario Rui e Di Lorenzo, impedendo al Napoli di partire dal basso. Il lavoro di disturbo di Afena-Gyan su Lobotka limita molto i partenopei, che nel primo quarto d’ora non riescono a dare fastidio ai grigiorossi.

SCOMMESSA PERSA – Quello che non funziona è Vasquez esterno a tutta fascia. Il messicano perde il duello con il connazionale Lozano, perché non basta essere difensori per essere in grado di difendere in ogni parte del campo. L’ex Genoa è bravo quando prende l’avversario di spalle, meno quando deve inseguire o quando viene puntato in campo aperto, come spesso succede sull’esterno. Quando riceve nella metà campo avversaria inoltre si vedono tutti i suoi limiti tecnici: uno straordinario Sernicola recapita su suoi piedi la palla che avrebbe potuto cambiare la partita e Vasquez manca l’appuntamento con il primo gol in grigiorosso, sbagliando lo stop.

LA VISCOSITÀ NON BASTA – La Cremonese si ritrova ad essere come la pece: viscosi non vuol dire essere solidi, perché qualcosa prima o poi passa. Succede infatti che la goccia Kvaratskhelia faccia saltare i piani di Ballardini: l’esterno del Napoli si inventa il gol dell’1-0 dopo che la Cremo aveva fatto la partita per venti minuti. Merito del georgiano, qualche demerito della difesa, che lascia Sernicola solo nell’uno contro uno senza portare un raddoppio efficace e tempestivo.

PARTITA FINITA – I grigiorossi provano a restare in partita: Ballardini all’intervallo corre ai ripari e inserisce Valeri largo a sinistra. La Cremo guadagna in pericolosità e non si limita più alle sole sgroppate di Sernicola, ancora una volta il migliore. Succede però che come tante altre volte i grigiorossi cadono sulla palla da fermo, denotando poca cattiveria e marcature ballerine. Gli ultimi minuti servono solo a legittimare la superiorità di un Napoli troppo superiore e punire la Cremo oltre i propri demeriti, come capita spesso a chi ha la voglia ma non i mezzi.

TESTA AL TORO – Difficile trovare aspetti positivi dopo l’ennesima sconfitta della stagione, nonostante una prestazione comunque all’altezza per un’ora abbondante. Difficile anche appigliarsi a sogni (o forse utopie) come il raggiungimento della salvezza. Ora serve lavorare per obiettivi a breve termine, in modo da dare qualche soddisfazione ai tifosi. Ballardini ha una settimana piena per lavorare e recuperare qualche infortunato: lunedì prossimo c’è un’altra occasione per regalare tre punti a una città che ci ha sempre creduto. Serve continuare a crederci e non abbandonare la squadra, che quella goccia prima o poi sgorgherà.

Nicola Guarneri

Direttore Responsabile

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