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Gol Will Tear Us Apart (again?)
Gol Will Tear Us Apart (again?)

Dopo la gara contro la Salernitana bisogna parlare dell’”elefante nella stanza”: abbiamo un problema, ed è quello del gol

Premessa doverosa: siamo imbattuti, in zona playoff, con un’ottima difesa e una squadra che gode di una buona forma fisica. Tutto vero, ma dopo la partita contro la Salernitana bisogna evidenziare che qualcosa nei meccanismi offensivi è da registrare. La squadra non fa gol da 215 minuti (più recuperi).

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The elephant in the room. Il problema è diventato troppo grande perché non se ne parli, anche perché la sterilità offensiva della Cremo è coincisa con il rientro di Paulinho, che ha giocato tutti i 215 minuti in cui i grigiorossi non hanno segnato. Una particolarità che sottolinea con ancora più evidenza quanto il calcio sia un gioco di squadra e i risultati dei singoli non siano altro che le conseguenze dei movimenti collettivi.

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Fase difensiva ok. Nulla da eccepire sulle situazioni in cui i grigiorossi non sono in possesso palla. La fase difensiva funziona che è una meraviglia: non solo per i pochi gol subiti, anche per le poche occasioni concesse. Radunovic forse non convince ancora fino in fondo (che brividi sul cross di Casasola) ma è stato chiamato in causa solo da fuori area. Al di là della difesa, a convincere sono stati soprattutto i centrocampisti: complice la giornata non eccelsa di Mogos, Arini ha coperto più volte gli inserimenti della Salernitana sul centrodestra, tappando tutti i buchi.

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Greco, osa di più. I problemi nascono invece in fase di costruzione. Contro la Salernitana la Cremo ha attaccato esclusivamente sulla fascia sinistra, dove la catena Renzetti-Croce-Perrulli ha funzionato a meraviglia. Tagliando però fuori Greco. Anche l’anno scorso con Tesser il gioco nasceva a sinistra. Naturale, perché non c’era un vero e proprio regista (Pesce, comunque adattato, è stato sostituito a lungo da Arini). Quest’anno invece la Cremo ha molta più qualità in rosa: mentre Castagnetti (due promozioni consecutive) scalda la panchina, Greco interpreta il ruolo in maniera differente. Grande qualità ma pochi rischi, passaggi spesso in orizzontale e troppi tocchi prima di far ripartire l’azione. Chi gioca davanti alla difesa deve osare di più, verticalizzare per Paulinho (che tocca pochi palloni) o cambiare gioco alla ricerca dell’esterno opposto per creare degli uno-contro-uno. Soprattutto, deve velocizzare la manovra perché quando le squadre si chiudono è difficile per la Cremo rendersi pericolosa: i grigiorossi non hanno un centravanti fisico e i cross sono spesso preda dei difensori.

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Castro-dipendenti. Nonostante la buona prova di Perrulli è Castrovilli quello che nei grigiorossi fa saltare il banco. Quando non è in giornata (e ogni tanto ci può stare, resta pur sempre un classe ’97) la Cremo non si rende pericolosa. Certo, contro la Salernitana la sfortuna ci ha messo del suo: Mandorlini ha dovuto cambiare prima Perrulli e poi Renzetti per infortunio. Per una volta però avrebbe potuto azzardare il terzo cambio, anticipandolo di qualche minuto (e poi, come mai Kresic?). Ogni allenatore ha i propri metodi e le proprie idee, ricordate Tesser? Spesso prima del 75’ aveva già terminato le sostituzioni, rischiando forse fin troppo.

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Mezzali d’arrembaggio. Il problema del gol nasce a centrocampo, dove la Cremo non ha delle mezzali in grado di aggredire l’area di rigore e di “buttarsi dentro”. Troppe volte contro la Salernitana i cross attraversavano l’area senza alcuna deviazione, con i soli Paulinho e Castrovilli a dividersi lo spazio di fronte a Micai. Un accorgimento su cui Mandorlini deve lavorare, non possono essere solo le punte ad attaccare la porta avversaria. Gli va dato atto che gli uomini a disposizione non aiutano: per caratteristiche intrinseche Arini e Croce non sono portati agli inserimenti, forse si può lavorare su Emmers. Al momento si sente tantissimo la mancanza di un giocatore come Cavion.

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Paulinho. Veniamo all’attaccante brasiliano. Giocasse male, avremmo già risolto il problema: aspettiamolo e si tornerà al gol. Il problema, per assurdo, è il contrario. Paulo sta bene e gioca bene, corre e lotta, quando gli arriva palla si inventa sempre qualcosa: una sponda, un colpo di tacco, una punizione. Da quando è rientrato si è reso pericoloso solo di testa. Ha segnato così contro il Cosenza, contro la Salernitana ha sfiorato la rete spizzando un cross di Perrulli e inzuccando un traversone di Mogos su cui Micai si è superato. Tre indizi fanno una prova. Il brasiliano va servito di più palla a terra (anche perché supera di poco il metro e settanta d’altezza), va liberato al tiro perché il suo destro è micidiale anche da fuori area (il suo palo sotto la sud il giorno del suo esordio sta ancora tremando).

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Gol Will Tear Us Apart (again?). Ricordiamoci dello scorso anno, quando il problema del gol – all’inizio sottovalutato, vista la classifica – ci ha quasi fatto a pezzi. Per far sì che il gol non ci faccia a pezzi di nuovo (semitrad.) vanno adottate subito delle contromisure. Il campionato di B è lungo e strano, non sempre avere un’ottima difesa è sufficiente (Pisa docet). Non si può ripetere lo stesso errore, ovvero quello di accontentarsi del fieno in cascina e sottovalutare i problemi della squadra. Ce lo dice il campionato dell’anno scorso, ce lo dicono anche i Joy Division: When the routine bites hard/And ambitions are low […] Then gol, gol will tear us apart (again?). Dai, più o meno siamo lì.

Nicola Guarneri

Direttore Responsabile

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