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Cremonese, tanta qualità e poche idee
Cremonese, tanta qualità e poche idee

La Cremonese impatta per 2-2 contro la Reggiana, rimontando nel secondo tempo grazie alle reti di Collocolo e Coda

Chi si aspettava che le due settimane di pausa avrebbero permesso alla Cremonese di affinare certi meccanismi è rimasto deluso. A Reggio Emilia è scesa in campo la solita squadra, con poche idee e tanti cambi. La rimonta dello svantaggio accumulato nel primo tempo arriva solo grazie all’enorme qualità della rosa.

CAMBI – Ballardini ha ormai abituato a sorprendere e lo fa anche in quel di Reggio. Sono ben quattro i cambi rispetto alla gara casalinga con la Sampdoria di due settimane fa. Dietro non c’è Quagliata, al suo posto gioca Ghiglione con Sernicola che trasloca a sinistra. In mezzo confermati Bianchetti e Lochoshvili, anche perché Ravanelli non è al massimo. Davanti alla difesa Castagnetti rileva Bertolacci mentre sul mezzo sinistro Abrego prende il posto di Pickel. A centrocampo quindi solo Collocolo mantiene la titolarità rispetto alla partita contro i blucerchiati. Davanti insieme ai soliti Vazquez e Coda c’è Zanimacchia. Panchina dunque per Buonaiuto e Okereke, reintegrato in rosa dopo le voci di addio.

ERRORI SU ERRORI – Lo schema è il solito. Il 4-3-2-1 della fase offensiva si trasforma in 4-4-1-1 per evitare il supplemento di lavoro a Vazquez in fase difensiva. Succede quindi che Zanimacchia e Abrego si fanno dei bei chilometri e in entrambe le fasi peccano di lucidità. Così si legge il goffo tentativo in scivolata dell’argentino che spiana la strada al 2-0 di Portanova. Poco prima un intervento maldestro e veniale di Ghiglione aveva permesso a Pettinari di siglare il rigore del vantaggio.

A TRE – Il gol di Portanova mette a nudo i problemi difensivi della Cremonese. Sul cambio di gioco di Bianco Abrego è in ritardo e la stanchezza accumulata nel fare le due fasi lo fa cadere nell’errore. Ballardini chiama quindi il cambio di modulo e passa al 3-4-2-1. Sernicola viene impiegato nell’inedito ruolo di braccetto destro, a completare la difesa Bianchetti e Lochoshvili. Sulle fasce Ghiglione e Abrego, in mezzo Castagnetti e Collocolo, davanti tutto uguale. La situazione migliora fino a un certo punto, perché manca sempre un mancino in grado di offrire una soluzione diversa al lancio per Ghiglione. Le occasioni nascono quasi tutte da giocate individuali, con Coda che si conferma attaccante con la A maiuscola. Se non altro viene messa una pezza alla fase difensiva.

ALTRI CAMBI – Nella ripresa la Cremonese si rifà la fascia. A sinistra entrano Quagliata e Okereke per Abrego e Ghiglione, con Zanimacchia che scala esterno di centrocampo in quello che può essere il suo ruolo del futuro. La Reggiana si rintana in area e i grigiorossi attaccano a spron battuto. Le idee però sono poche. Il Mudo è in giornata no e i corridoi che vede di solito diventano strettoie. La solita verve di Sernicola, braccetto alla Bastoni, permette di creare qualche grattacapo alla linea difensiva dei padroni di casa. Più con le giocate individuali che con il gioco la Cremonese spinge sull’acceleratore e regala l’ennesima serata di gloria al portiere avversario. Bardi ferma tutto il fermabile fino all’inserimento vincente di Collocolo, finalmente cattivo negli ultimi metri. Coda nel finale ricorda a tutti che è stato comprato per un motivo e sigla il definitivo 2-2 sull’assist di Okereke, uno che con la testa giusta in Serie B è un crack.

SERVE CONTINUITÀ – Al netto delle dichiarazioni nel post partita di Ballardini, contento della prestazione della squadra, quel che resta sono i numeri, gli stessi tanto cari al mister. La Cremonese è ferma a una sola vittoria nelle prime cinque di campionato e nonostante la profondità della rosa non è ancora riuscita a cambiare marcia. La grande qualità dei giocatori ha permesso di ovviare a determinate falle nel sistema di gioco, spesso arenato sulla trequarti. La scelta di schierare Castagnetti ha agevolato la squadra in fase di costruzione dal basso, tallone d’Achille delle prime uscite. Serve però una maggiore fluidità nei pressi dell’area avversaria. Non è certo facile giocare contro squadre chiuse, ma questa sembra ormai essere più la regola che l’eccezione. Sta quindi a Ballardini trovare le chiavi per scardinare le difese avversarie, visto che i giocatori a disposizione ci sono. Sicuramente servirà fare scelte difficili. A nessuno piace stare fuori, ma i continui cambi nello schieramento iniziale rischiano di essere un boomerang. Non solo non danno continuità alla squadra, ma creano scontento verso quei giocatori che si alternano tra campo e panchina.

Nicola Guarneri

Direttore Responsabile

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