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Cremonavirus
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La sconfitta contro il Pisa mette in risalto tutte le debolezze di una Cremo senza difese immunitarie: la guarigione è ancora lontana

Venerdì sera allo Zini si respirava un incomprensibile ottimismo sugli spalti prima dell’inizio della partita. Come se la vittoria contro il Pisa, che ci aveva fatto girare la testa all’andata, fosse scontata. Pure i bookmaker si schieravano con la Cremo: le quote sulla vittoria grigiorossa si erano sensibilmente abbassate negli ultimi giorni. Il Cremonavirus però è difficile da debellare e la convalescenza è quanto mai complicata: qualche giorno senza febbre non è sintomo di guarigione e non ti autorizza a uscire senza sciarpa al primo sole.

Trentasei minuti. Altro che convalescenza, per mezz’ora abbondante la squadra sembra in perfetta salute. Non c’è ombra di dubbio che i primi 36 minuti siano i migliori della stagione. Rastelli butta in campo l’artiglieria pesante: ci sono Deli, Piccolo, Palombi e Ciofani, con Bianchetti sulla fascia destra al posto di Zortea per restituire un minimo di equilibrio. La Cremo aggredisce il Pisa e i due gol – un tap-in di Deli sullo slalom di Arini e un destro di Palombi servito da Bianchetti – sembrano quasi pochi: lo Zini si diverte, i giocatori pure, la malattia sembra alle spalle.

Senza sciarpa. Quando si è appena guariti c’è una cosa però che non si deve mai fare: scoprirsi con facilità. La Cremo invece si scopre senza cautela: quando Piccolo perde malamente palla in zona critica i grigiorossi sono tutti troppo alti e Vido ha pure il tempo di sbagliare la conclusione prima che Minesso si aggiusti il pallone e uccelli Ravaglia in uscita. Basta questo errore per debilitare i grigiorossi che tornano ad avere la febbre alta. Pur con qualche difficoltà – colpevolmente sottovalutata – la Cremo riesce comunque a chiudere in vantaggio la prima frazione di gioco.

Ripresa da shock (anafilattico). L’allergia al Pisa si manifesta prepotentemente a inizio ripresa quando i toscani reagiscono con veemenza e piazzano un uno-due terribile con Masucci e Birindelli. Da film horror la linea difensiva, lenta e mal posizionata in entrambe le circostanze. Il 3-3 di Piccolo su punizione non è altro che un blando analgesico che restituisce alla squadra le energie necessarie per sfiorare il 4-3 con Arini, il cui tiro a botta sicura si infrange sul viso di Gucher. In pieno recupero termina l’effetto e la Cremo torna da codice rosso: prima il cartellino (rosso, per l’appunto) a Terranova, poi il gol di Pisano che condanna i grigiorossi a un’altra settimana in quarantena.

Errori dei singoli. Un vero suicidio, come definito da Rastelli nel postpartita. Difficile stavolta dare colpe al mister, che sta lavorando bene sull’approccio alle gare e sta cercando con coraggio di portare più uomini nella metà campo avversaria. La Cremo è mancata negli uomini chiave: l’errore di Piccolo, condannabile anche negli amatori, ha aperto la strada alla rimonta, conclusasi a causa della disattenzione di Terranova. Il centrale grigiorosso ha cercato per l’ennesima volta di giocare palla in una situazione complicata, perdendo il possesso e atterrando l’avversario. Si è cosi preso il secondo giallo, causando oltretutto la punizione da cui è scaturito il gol del definitivo 3-4.

Mercato chiuso. La prestazione di alcuni singoli non è stato il miglior biglietto da visita a un’ora dalla chiusura del calciomercato. Bonato e la società hanno scelto di non intervenire pesantemente ma di responsabilizzare i giocatori in rosa, innestando solo giovani di qualità che potranno essere un’arma in più per Rastelli. Toccherà però al gruppo che ha iniziato l’anno risollevare morale e classifica, a partire dalla doppia trasferta di Crotone e La Spezia. Una scelta condivisibile nonostante la prima gara non sia andata bene. Non si può però ignorare che la squadra stia provando qualcosa di nuovo e nelle ultime partite si siano visti dei (piccoli) passi avanti.

Con fiducia. Gli evidenti errori infatti non devono cancellare quanto di buono fatto vedere in alcuni tratti di partita. Con una classifica sempre più deficitaria e un’autostima ai minimi livelli non si deve fare l’errore buttare tutto senza approfondire le ragioni di una sconfitta pirotecnica. Una sconfitta che brucia tantissimo, forse proprio perché in diversi frangenti si è visto lo spirito giusto. Serve insistere con questa cura – difesa a quattro, giocatori di qualità in campo, voglia di aggredire l’avversario fin dall’inizio – per debellare definitivamente questo maledetto virus. Un ennesimo cambio di strategia potrebbe essere fatale.

Nicola Guarneri

Direttore Responsabile

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