Si è concluso con una sconfitta, la tredicesima dell’anno, il 2020 dei grigiorossi: dalla salvezza al peggior avvio di sempre in B, ecco com’è andata
Si chiude con una brutta sconfitta, anche se solo per 1-0 sul campo della Reggina, il 2020 da dimenticare per la Cremonese, se non per la straordinaria salvezza raggiunta in estate, per cui a suo tempo avevamo tessuto le lodi di mister Bisoli. Era stato bravo e agguerrito, in un momento drammatico per Cremona e non solo per mere questioni calcistiche, a prendere per mano la formazione grigiorossa e ad accompagnarla al paradiso, che in quel momento significava proprio riemergere dalle cattivissime acque della retrocessione. In totale si sono giocate 36 partite di campionato nel 2020, la Cremo ne ha vinte 10, pareggiate 13 e perse altrettante.
L’ANALISI – Andando ad analizzare nel dettaglio il resoconto di quest’anno solare, in quanto segnato dall’interruzione primaverile a causa dello scoppio della pandemia da Covid-19, possiamo dividerlo in tre tronconi: dal ritorno di Rastelli a gennaio fino al primo lockdown, dal post lockdown al termine della stagione 2019-20 e la prima parte intera della stagione in corso. Durante il primo periodo, la Cremo ha racimolato appena 9 punti in altrettanti match, di cui 6 con Rastelli (2 vittorie, 3 pari e 4 sconfitte); nel secondo – più glorioso – 19 punti in 11 partite (5 successi, 4 pareggi e 2 k.o.). Nel terzo, il peggiore per rendimento, ottenuti 15 punti in 16 partite, frutto di 3 vittorie, 6 pareggi e 7 sconfitte. Meno di un punto di media per giornata.
BILANCIO – Se dovessimo dunque proiettare certi dati su un grafico cartesiano, osserveremmo una parabola rivolta verso il basso, con il momento più alto dopo il lockdown, con il raggiungimento di una grande salvezza in Serie B, poi però – dopo il breve mercato estivo – il crollo verticale, che ha fatto segnare il peggior avvio di sempre della Cremo nel campionato cadetto. Un 2020 da dimenticare certamente per la pandemia che ha coinvolto in modo particolare Cremona e i cremonesi, ora non resta che appellarsi al mercato per augurarci anche calcisticamente un 2021 migliore, di rinascita. Perché così non si può andare avanti.