fbpx
Cremo, resta con i piedi per terra
Cremo, resta con i piedi per terra

La Cremo centra la prima vittoria stagionale: la squadra di Mandorlini piace ma ha ancora ampi margini di crescita.

E finalmente è arrivata. Dopo due pareggi nelle prime due partite sembrava che la Cremo fosse tornata quella dello scorso anno, quando il segno X dei grigiorossi era una garanzia per gli scommettitori. Il problema è che il pareggio non fa che sospendere un giudizio, è il purgatorio della classifica, la via di mezzo tra il paradiso della vittoria e l’inferno della sconfitta. Avesse perso contro lo Spezia, l’avvio di campionato della Cremo sarebbe stato giudicato pessimo, con due punti in tre partite.

Paradiso. E invece la Cremo porta a casa un’importantissima vittoria, per morale e classifica. Dopo due gare in cui i grigiorossi hanno raccolto meno di quanto meritato sul campo, contro lo Spezia arriva una prestazione attenta e decisa. «L’avevamo preparata bene» dirà il mister nel dopopartita, e l’impressione è che la Cremo abbia un piano ben preciso: partire a razzo per chiudere subito il discorso e gestire il vantaggio. Un piano che riesce, anche se con qualche imprevisto.

via GIPHY

Uno-due. Dopo venti minuti i grigiorossi sono già in vantaggio di due reti. Terranova è abile a trasformare un rigore concesso per un fallo di Mora sullo sgusciante Castrovilli, Brighenti insacca il cross di Perrulli trovando la rete dopo nove mesi di astinenza, praticamente una gravidanza. Le due reti coronano un inizio sprint, in cui gli uomini di Mandorlini pressano alto e tengono il pallino del gioco, sfiorando il 75% di possesso palla. A funzionare sono soprattutto le catene esterne: il trio Migliore-Croce-Perrulli a sinistra e rispettivamente Mogos-Arini-Castrovilli a destra. Il gioco dei triangoli va a meraviglia, quando il terzino ha la palla la mezzala si allarga e l’esterno alto prende la profondità. Oppure accade il contrario: l’esterno si abbassa e crea lo spazio per l’inserimento della mezzala. Tutto funziona alla perfezione e le trame dei grigiorossi, oltre che efficaci, sono anche belle da vedere.

Terranova. Menzione d’obbligo per l’ultimo acquisto del mercato grigiorosso. Il centrale ex Frosinone si sta inserendo sempre di più nei meccanismi della squadra. Oltre ad essere un marcatore con i fiocchi (che deviazione sul tiro di Galabinov!) non ha paura ad impostare e a far partire l’azione: porta palla come un libero vecchio stile e quando verticalizza cerca sempre di non alzare il pallone per facilitare la giocata al compagno.

via GIPHY

Castagnetti. Non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca. Nel gran primo tempo grigiorosso Castagnetti resta in ombra: non rischia un lancio, tocca pochi palloni e quando lo fa rallenta il gioco. Questo perché la squadra ha già il suo regista (Terranova) e il mediano ex Empoli viene quasi sempre saltato nello sviluppo del gioco. Non è un caso che la sua miglior partita sia quella di Coppa Italia, quando giocarono in difesa Claiton e Kresic. Un’incompatibilità tattica risolvibile, ma Mandorlini ha da lavorare sull’uscita bassa perché per ora l’accoppiata Terranova-Castagnetti è ad alto tasso dicotomico.

via GIPHY

Secondo tempo. Piano piano la Cremo abbassa il baricentro. Lo Spezia prende fiducia e campo anche se conclude solo dalla distanza, impegnando Radunovic che in qualche modo si arrangia sempre. I grigiorossi faticano a ripartire. Manca la velocità di Carretta, Perrulli è stremato e Castrovilli non è al meglio. Fortuna che la difesa è chiusa con il lucchetto. Il quartetto Mogos-Claiton-Terranova-Migliore si vuole candidare per diventare un ritornello da ripetere ai nipotini. Gli attacchi spezzini si fermano alla rete annullata a Okereke per fuorigioco e alla punizione di Bartolomei a tempo scaduto che se ci fosse finirebbe nel terzo anello. Segnali incoraggianti dalla difesa, ma anche campanelli d’allarme: va bene “allenare la sofferenza”, ma il gioco va addormentato con il possesso palla nella metà campo avversaria, non si deve mai rinunciare a giocare.

Qualità e quantità. Soprattutto se si ha a disposizione una rosa come quella della Cremo: lì davanti c’è un’abbondanza mostruosa. Contro lo Spezia sono rimasti fuori Boultam e Strefezza, ai box c’erano anche Piccolo e Carretta. Mandorlini dovrà abituarsi a gestire tutti questi giocatori quando ritorneranno disponibili e forse sarà costretto a cambiare modulo, perché la qualità deve sempre scendere in campo.

via GIPHY

E poi c’è Paulo. Dopo un’estate passata a lavorare per rientrare il prima possibile, ad allenare i muscoli di cristallo mentre gli altri sudavano con il pallone, Paulinho torna dove deve stare: in mezzo a un campo da calcio. Bastano venti minuti di Paulo a far sognare i tifosi. Non è facile spiegare a parole quello che il numero 10 grigiorosso rappresenta. Il modo in cui tocca la palla, il modo in cui si muove, il modo in cui si smarca dall’avversario sono l’essenza del calcio, doti innate che solo madre natura può darti. La giocata con cui si libera e conclude di sinistro in un fazzoletto di terra è il miglior spot del calcio, un numero d’alta scuola: resta un mistero come abbia fatto a ritrovarsi a trent’anni a giocare in Serie B, senza aver mai vestito la maglia di una grande.

via GIPHY

Con i piedi per terra. Come si diceva poco più su, una vittoria non fa primavera. Forse la classifica poteva essere più bella, ma i tre punti con lo Spezia la fanno diventare almeno bellina. Le prossime quattro partite (in quattordici giorni) permetteranno di chiudere il primo miniciclo del campionato e di tirare un primo bilancio. Fino ad allora niente programmi e un solo pensiero. I tre punti.

Nicola Guarneri

Direttore Responsabile

Potrebbe interessarti anche:

Alvini, ma cosa mi combini?

Alvini, ma cosa mi combini?

Cremonese, ora o mai più

Cremonese, ora o mai più

Cremonese, vai all-vini

Cremonese, vai all-vini

La Cremonese e il modulo placebo

La Cremonese e il modulo placebo