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Cremo, è solo l’inizio
Cremo, è solo l’inizio

La vittoria contro il Cittadella mostra una Cremo più forte delle difficoltà, con grandi margini di miglioramento

Sapevamo tutti che questa partita sarebbe stata complicata. La Cremo non aveva mai vinto contro il Cittadella allo Zini, e in generale era uscita vittoriosa solo in 4 partite su 19. Ma al di là dei numeri, la squadra veneta ha sempre rappresentato per i grigiorossi un ostacolo insormontabile, a volte coinciso con la fine dei sogni (playoff 2008) altre con l’inizio degli incubi (inizio 2020). Un avversario che spesso ha fatto ritornare la Cremo con i piedi per terra. Per questo la vittoria di ieri vale molto più dei tre punti in palio.

VITTORIA IMPORTANTE – Lo sa bene Pecchia che al termine dell’intervista post-partita si sofferma con enfasi sulla prestazione della squadra: «Questa è una vittoria di grande valore». Per una serie di fattori che hanno complicato la rincorsa ai tre punti ma che la Cremo è stata in grado di superare uno alla volta, pescando energie insperate dal fondo del barile e puntando tutto sul gruppo e sull’unione di intenti. Lo avevamo detto che il lavoro più difficile per Pecchia sarebbe stato motivare tutta la rosa. Per ora il tecnico ci sta riuscendo alla grande.

CALDO – La prima difficoltà che i grigiorossi incontrano è il clima. I 30° ci saranno pure per gli avversari, che tuttavia non hanno il gioco dispendioso della Cremo e sono pertanto favoriti dall’afa sullo Zini. Non è un caso che per la prima volta i grigiorossi non riescano a imprimere al match il solito ritmo. Merito anche di un avversario furbo e scaltro. Nei primi minuti, quelli in cui di solito Pecchia chiede massima pressione, il Cittadella abbassa il ritmo, evita di farsi pressare nella propria metà campo e lancia lungo. Kastrati temporeggia oltremodo sulle rimesse dal fondo quando il cronometro dice che non sono ancora passati cinque minuti. I tifosi capiscono già che sarà una partita molto complicata.

CHE QUALITÀ – La manovra dei grigiorossi funziona solo a tratti. Gaetano scala a sinistra e lascia a Buonaiuto la nuova zolla centrale, Bàez fatica ad andare al cross mentre Di Carmine dimostra di dover ancora lavorare sull’intesa con i compagni. Nel frattempo il Cittadella mette il muso avanti e colleziona corner a ripetizione (saranno 8 alla fine della gara, contro i 2 della Cremo). I grigiorossi si dimostrano migliorati nelle situazioni da palla ferma, vero tallone d’Achille della gestione Pecchia, e respingono il respingibile. Proprio quando il Citta pensa di aver messo in scacco la Cremo, ecco la giocata. Palla avanti, palla dietro, palla a Gaetano e verticalizzazione per Buonaiuto che inizia e chiude l’azione con il gol del vantaggio. Davanti la Cremo ha tanta qualità.

IN DIECI – Nella ripresa la Cremo potrebbe controllare la gara ma il destino ha in serbo un’altra sorpresa. Il direttore di gara (già in precedenza non impeccabile) decide di punire con il secondo giallo una presa di posizione un po’ troppo energica di Bàez. L’esterno non ha colpe specifiche anche se lascia pensare il fatto che episodi simili gli capitino sempre più spesso che ad altri. In ogni caso la Cremo deve ora affrontare mezz’ora abbondante di gioco in inferiorità numerica, con un clima che accentua la disparità fisica.

INSIEME – I grigiorossi non si disuniscono, anzi moltiplicano le forze in campo. In una squadra perlopiù giovane sono i “vecchi” ad assumersi maggiori responsabilità e a guidare i compagni alla vittoria. In primis Castagnetti. Dopo un primo tempo un po’ in ombra (nonostante avvii l’azione del gol) nella ripresa sale in cattedra. Non ha paura di ricevere palla e gestirla in mezzo agli avversari quei secondi in più che permettono ai compagni di fare il movimento e colmare il gap numerico in campo. Subito dopo c’è Bianchetti. Il capitano rientra dall’infortunio e nei primi minuti dimostra di non essere ancora al top, soprattutto nel breve. La testa in questi frangenti però conta più delle gambe e nella ripresa “Bianco” giganteggia. Chiusure, anticipi, salvataggi e urla a caricare la squadra.

INGRESSI POSITIVI – Dicevamo delle motivazioni del gruppo. Il bel lavoro di Pecchia si sta vedendo nelle motivazioni che mettono in campo i subentrati. Vido entra per sacrificarsi in fascia e va a segnare il 2-0 sradicando palla dai piedi di Adorni, Zanimacchia punge e ripiega sulla sinistra, Ciofani dimostra che l’arrivo di Di Carmine non lo ha intristito ma spronato a fare ancora meglio. In ultimo, Fagioli. Il ragazzino di ritorno da Torino ha dimostrato di essersi calato subito nella mentalità della Serie B, a differenza di altri suoi coetanei arrivati dalla Serie A negli anni passati. I suoi tackle in mezzo al campo hanno contribuito sostanzialmente al raggiungimento del risultato finale.

AMPI MARGINI – Il grande valore della vittoria (e della squadra) deriva anche dagli ampi margini di miglioramento che ancora ci sono. Dietro non abbiamo ancora visto il miglior Valeri e probabilmente neanche il miglior Sernicola. In mezzo al campo mancava Valzania, in attacco addirittura ci sono i margini più ampi. Di Carmine ha impressionato per fisico e tecnica ma ha anche evidenziato poca conoscenza dei compagni, come dimostrano alcune incomprensioni al momento di andare incontro alla palla o attaccare la profondità. Bàez, al di là dell’espulsione, è incappato in una giornata no, mentre Gaetano è apparso ancora un po’ indietro di condizione nonostante il bel suggerimento per il gol di Buonaiuto. Insomma, la sensazione è che ci sia ancora molto lavoro da fare prima di vedere questa squadra rendere al top. E le premesse non sono niente male.

Nicola Guarneri

Direttore Responsabile

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