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C’era una volta… Stefano Razzetti, da secondo in A ai miracoli in C1
C’era una volta… Stefano Razzetti, da secondo in A ai miracoli in C1

Il sesto episodio di “C’era una volta…” è dedicato a Stefano Razzetti, “secondo” dell’era Simoni e saracinesca della Cremo di Marini in C1

Anni da vice, con un “colpo di coda” sugli scudi. E’ questa, in poche parole, la parabola di Stefano Razzetti con la maglia della Cremonese. Razzetti è stato il vice di Turci negli ultimi anni di Serie A della Cremo ed è stato il portiere titolare di quella squadra che tornò in B nel 1998 dopo una sola ma dolorosa stagione di C1.

L’ESORDIO – L’estremo difensore nativo di Ferie, piccolissima frazione a pochi chilometri da Pizzighettone, è l’ennesimo prodotto del settore giovanile grigiorosso. Razzetti esordisce in Serie A con la maglia grigiorossa nel finale della stagione 1994/95 quando subisce due gol dalla Roma. Nella stagione successiva, l’ultima della Cremo nella massima serie, torna a difendere i nostri pali nel finale di stagione dopo che Turci viene azzoppato da un intervento killer di Paul Ince dell’Inter (fortemente “beccato” dal pubblico cremonese, con tanto di scuse da parte del sindaco Bodini dopo che il pubblico grigiorosso era stato accusato di razzismo). Quella Cremonese era già una squadra sul viale del tramonto e Stefano subisce quattordici reti in sei incontri, di cui ben sette dal Milan (ma nessuno dal Piacenza). I grigiorossi retrocedono e per la stagione 1996/1997 viene girato all’Acireale. A conti fatti probabilmente sarebbe stato meglio tenere lui invece che acquistare Doardo, viste le prestazioni altalenanti del nuovo portiere grigiorosso, ma alla fine Razzetti torna alla base nella stagione 1997/98, la prima della Cremo in C1 dopo tantissimi anni: e per Stefano arriva la consacrazione.

IL RILANCIO – Alla guida della squadra c’è Marini, tecnico allo stesso tempo gradito e malvisto dal pubblico grigiorosso. Stefano è il titolare di una squadra guidata ai vertici della classifica dai gol di Mirabelli e da un collettivo giovane ma con tanta voglia di vincere. In quella stagione la Cremonese non gioca bene ma i risultati arrivano soprattutto grazie ai miracoli di Razzetti. In molte partite (vedi Montevarchi) la squadra sembra non avere un’anima ma il portierone grigiorosso ci mette i guantoni e contribuisce in maniera evidente al secondo posto finale. Si va così ai playoff e la Cremo deve affrontare il Lumezzane. Dopo la vittoria nell’andata i grigiorossi si creano una miriade di problemi che Razzetti risolve salendo sugli scudi e parando l’imparabile: bresciani ko e la truppa di Marini stacca il biglietto per la finale a Perugia contro il Livorno. Davanti a 19000 tifosi amaranto la Cremonese, grazie a una punizione di Guarneri, ritorna in B dopo soltanto un anno di inferno. Senza le parate di Razzetti, però, la storia sarebbe stata completamente diversa.

In cadetteria il buon Stefano non riesce ad essere decisivo come negli anni passati, complice anche una squadra che non gira. Nella stagione del famoso pugno a Bonfrisco la Cremonese retrocede senza attenuanti e per Razzetti è arrivato il tempo dei saluti. Nel 1999 emigra in Svizzera, paese che gli riserverà parecchie fortune (due premi come miglior portiere a difesa dei pali di San Gallo e Lugano).

IL RITORNO IN PROVINCIA – Dopo dieci anni di carriera spesi al di là delle Alpi Razzetti torna nel cremonese, ma stavolta, nella stagione 2008/2009, dopo un debole interessamento della Cremonese, sceglie l’amarcord e firma con il Pizzighettone. Dopo una stagione in cui dimostra di non aver perso lo smalto di un tempo chiude con i professionisti e va a chiudere la carriera al Sant’Angelo Lodigiano.

Nicolò Bonazzi

Collaboratore esterno

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