Massimo Rastelli ha due settimane di tempo per lavorare con la squadra. Proviamo a capire che Cremo ritroveremo a Lecce dopo la sosta
Un assist perfetto. È il modo che Massimo Rastelli preferisce per finalizzare le proprie azioni ed andare in rete. Ma è anche, e soprattutto, ciò che la pausa per le nazionali sta offrendo al nuovo mister. Due settimane intere di lavoro con la squadra, per lavorare sui suoi principi di gioco, ripassare ciò che già funziona e migliorare ciò che invece non va. A Lecce, prima partita dopo la sosta, troveremo sicuramente una squadra diversa rispetto alla gestione Mandorlini. Vediamo cosa potrebbe cambiare servendoci delle precedenti esperienze di Rastelli.
MODULI? NO GRAZIE – L’ha ripetuto in tutte le sue conferenze stampa. Per il nuovo tecnico grigiorosso i numeri che i giornalisti tanto chiedono in conferenza, servono a ben poco. Il calcio è un gioco di interpretazione, ed in quanto tale, la duttilità tattica va messa al servizio delle qualità dei calciatori che si hanno a disposizione. Rastelli ha sempre dimostrato di sapersi adattare, senza mai imporre un proprio sistema di gioco. Certo, ciò non toglie che il modulo con cui si è tolto le maggiori soddisfazioni sia il 4-3-2-1 e che la Cremo sia una squadra strutturata dal principio per scendere in campo con una difesa a quattro ed un mediano davanti alla difesa, per poi liberare la fantasia davanti. Non serve dunque essere dei super esperti per immaginare da dove vorrà ripartire Rastelli.
RIPARTIRE DALLE CERTEZZE – Uno dei migliori paragoni che esistano sulla costruzione di una squadra di calcio è: “Mai cominciare a costruire un palazzo dall’ultimo piano”. Figuriamoci poi se l’architetto di quel palazzo non sei nemmeno tu, e il progetto l’hai ereditato in corsa. Rastelli è uomo intelligente, sa che bisogna partire dalle basi, da ciò che già funzionava. La miglior difesa del campionato non si tocca. Gli equilibri della coppia centrale Claiton-Terranova e il lavoro fondamentale di filtro dei tre centrocampisti, specie quando giocano Arini e Croce, non vanno assolutamente perduti. Un cambiamento che Rastelli potrebbe adottare potrebbe essere quello di esentare una o due delle tre punte dalla fase difensiva, preparandosi ad uno smarcamento preventivo per ribaltare l’azione velocemente e tenere contemporaneamente occupati i difensori avversari, evitando così alla squadra di schiacciarsi troppo. Tasto assai dolente nella gestione precedente.
LE AZIONI PARTONO DAL BASSO – Un’altra cosa che non cambierà rispetto al passato è l’inizio dell’azione dal basso. L’imperativo per il portiere è giocare palla sui difensori centrali. In questo senso importante è la presenza di un giocatore come Terranova, un lusso per la categoria. A lui Rastelli potrebbe affidare quei compiti che a Cagliari aveva Bruno Alves, spesso il portoghese era il primo costruttore di gioco dei rossoblù con l’uscita sul terzino o la palla sulla punta. Qui a Cremona però saltare la linea di centrocampo sarebbe un po’ controproducente dal momento che in rosa c’è il regista migliore della scorsa Serie B, Michele Castagnetti, su cui Rastelli dovrà lavorare molto per ritrovare il giocatore delle due promozioni. Non escludiamo dunque che la Cremonese di Rastelli possa far vedere un maggior fraseggio corto rispetto al Cagliari (che era una delle squadre con il dato peggiore sul possesso palla). O forse Rastelli deciderà di volta in volta anche rispetto alle caratteristiche dell’avversario.
SI SORPASSA A DESTRA O A SINISTRA? – Rastelli è un allenatore che predica un calcio propositivo e che si gioca in velocità. La fase di sviluppo dell’azione però non può sempre, ostinatamente, procedere in verticale, bensì deve tenere in considerazione anche gli esterni. I terzini della Cremo si sono resi protagonisti di un ottimo inizio di campionato, ma Rastelli dovrà ritrovare quell’intesa con i propri insider di riferimento per rispolverare quelle geometrie che così bene funzionavano con Tesser. Questo sarà fondamentale soprattutto sulla fascia sinistra dove Migliore e Renzetti sono giocatori più portati ad arrivare sul fondo rispetto a Mogos. Da lì possono arrivare cross interessanti verso il centro dove, con il recupero di Paulinho e Montalto, il tasso di conversione aerea migliorerà.
STARE VICINI VICINI – Infine siamo sicuri che Rastelli avrà lavorato ossessivamente in settimana sulla fase di rifinitura: la vera, grande, enorme, mastodontica lacuna della gestione Mandorlini. A Cagliari il mister poteva contare su una punta fisica come Borriello, cui facevano da supporto Joao Pedro, Sau o Farias. Qui a Cremona gli interpreti a disposizione sono anche di più e permettono alcune variazioni sul tema, ma l’ordine è uno: giocare vicini. Lo spartito classico prevede che la prima scelta sia della punta: se questa attacca la profondità va immediatamente imbeccata, con uno dei due trequartista che lo segue a rimorchio e l’altro che occupa l’area. Se invece la prima punta viene incontro, ecco che uno dei due trequartisti deve immediatamente attaccare la profondità e l’altra mezza punta proporsi per il dialogo nello stretto. Su queste idee generali si sistemeranno le caratteristiche dei giocatori grigiorossi, ma fondamentale sarà recuperare il miglior Carretta, che sembra incarnare alla perfezione il ruolo di trequartista che attacca alle spalle le difese. Soprattutto se le sponde dovessero arrivare dalle qualità infinite di quel fenomeno di Paulinho. E poi tanti giocatori a chiudere l’azione, per fare tanti gol. Perché in fondo il calcio è divertimento. E Rastelli vuole far divertire la Sud.