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Le cinque giornate di Rastelli: il confronto col passato
Le cinque giornate di Rastelli: il confronto col passato

Si sono giocate poche partite, ma abbastanza per paragonare gli altri avvii di Rastelli quando dispone della squadra fin dall’estate

Era capitato solo una volta in carriera, prima dello scorso novembre, che l’allenatore Massimo Rastelli subentrasse sulla panchina di una squadra (era il Brindisi della Seconda Divisione di Lega Pro, 2010-11). In estate si è detto soddisfatto di poter proseguire con la Cremonese e svolgere la preparazione per intero, dal ritiro di Molveno, così da riuscire a comprendere meglio le dinamiche del gruppo, curare la campagna trasferimenti, testare la condizione fisica dei giocatori a disposizione, e così via. Nonostante una rosa creata per restare stabilmente nei piani alti della classifica di Serie B per la stagione 2019-20, sappiamo che dopo cinque giornate si trova circa a metà, a -5 dalla capolista Ascoli. Com’è solito iniziare i campionati il tecnico campano? Com’è andata quando vinse la B col Cagliari? Interrogativi che ci siamo spontaneamente posti, tema centralissimo dopo il mezzo passo falso di Trapani.

SOTTO LA MEDIA – Considerando l’intera carriera da allenatore di mister Rastelli, ossia dalla Juve Stabia 2009-10 fino all’ultima stagione prima di quella attuale, e quindi il Cagliari della Serie A 2017-18, per i primi cinque turni di campionato si annota una media di 8,375 punti raccolti. Limitandoci agli avvii di stagione in cui ha guidato una squadra di Serie B, invece, la media sale a 9,66 (sempre escludendo l’annata in corso). Questo significa che con i grigiorossi, avendo racimolato 7 punti fra la prima e la quinta partita, il rendimento è in calo rispetto al resto della carriera nello stesso intervallo di giornate.

CAGLIARI AL TOP – Ad alzare notevolmente la media, però, lo sprint iniziale con il Cagliari in Serie B nel 2015-16, quando ottenne addirittura 13 punti (quattro vittorie e un pareggio) nelle prime cinque giornate. Il confronto non regge affatto rispetto alla Cremonese di oggi, avendo ottenuto la metà dei punti, ma bisogna considerare che – con le giuste proporzioni rispetto alla squadra di cui Rastelli dispone attualmente – anche la formazione sarda fu costruita per essere promossa in Serie A (veniva da una bruciante retrocessione). In tale occasione i rossoblù giocarono tre gare in casa e due in trasferta, i grigiorossi oggi sono reduci da due partite fra le mura amiche e tre lontano dallo Zini. Quel Cagliari arrivò primo.

LE ALTRE PARTENZE – Mister Rastelli non era comunque mai partito così male in Serie B, poiché nelle altre due stagioni iniziate nel campionato cadetto, entrambe con l’Avellino nel 2013-14 e nel 2014-15, aveva raccolto 8 punti in cinque giornate (due vittorie, due pareggi, un k.o.). Curiosamente, terminò entrambi i tornei con 59 punti complessivi, il primo anno all’11° posto, il secondo all’8°, arrivando fino in semifinale playoff. Ai tempi del Portogruaro, stagione di Prima Divisione 2011-12, l’allenatore totalizzò 7 punti come oggi, e due volte fece peggio. Parliamo di quando allenava il Cagliari in Serie A: al primo anno in cinque giornate era fermo a 4 (ma l’annata fu molto positiva, avendo raggiunto l’11° posto), al secondo a 6 (e poi fu esonerato dopo l’ottavo turno).

BILANCIO – Dopo così poche gare giocate il bilancio può ritenersi significativo fino a un certo punto, però comunque può dare un’idea di come può evolversi il percorso di questa Cremonese, partita con grandi ambizioni ma con il freno a mano tirato. Il Cagliari ereditato da Rastelli veniva da undici Serie A consecutive, poteva contare su una buona disponibilità economica per via del paracadute, godeva di giocatori del calibro di Farias, Joao Pedro, Melchiorri e Sau – tanto per citarne alcuni – e quindi evidentemente non è la Cremo di oggi, ma il desiderio di essere protagonisti su palcoscenici importanti è forte e chiaro. Quanto quello che il mister percepiva nel 2015.

Andrea Ferrari

Caporedattore, Content Manager e Social Media Manager

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