fbpx
Cremo, lavoro e fiducia
Cremo, lavoro e fiducia

Le sconfitte onorevoli con Fiorentina e Roma non potevano essere garanzia di successo: la Cremo ha ancora tanto da imparare

Confessatelo, un po’ vi eravate illusi. Non che sarebbero arrivati tre punti facili, ma che comunque la Cremo avrebbe lottato per la vittoria. Con il Torino invece arriva invece un’altra sconfitta, la terza in tre partite. La più netta. Perché se c’è una certezza nella vita è che le scorciatoie non funzionano, ed è impossibile raggiungere determinati risultati senza fare un percorso.

RATTOPPATI – Non che il match fosse iniziato con i migliori auspici. Alvini deve infatti rinunciare a due terzi della sua difesa, dato che Chiriches e Lochoshvili non sono al meglio (al loro posto Bianchetti e Vasquez). A destra parte dal primo minuto Baez, in mezzo al campo rientra Escalante dopo la squalifica. Juric dall’altra parte conferma la coppia VlasicRadonjic alle spalle di Sanabria e fa esordire l’ultimo acquisto Schuurs. Ancora panchina invece per Lukic dopo il diverbio di due settimane fa.

UOMO SU UOMO – I due tecnici fanno giocare le loro squadre in maniera molto simile: l’uno contro uno esasperato a tutto campo è accentuato dai moduli, quasi simmetrici. Il Toro parte piano e non potrebbe essere altrimenti considerati i muscoli in campo. Non c’è un dominio netto dei granata, ma ogni situazione dubbia si risolve a favore degli ospiti, più pronti sul piano tecnico e fisico. A soffrire sono soprattutto i braccetti di difesa. Aiwu è costantemente saltato da Radonjic con il primo controllo e non sempre riesce a rimontare. Vasquez fatica a inquadrare Vlasic. Il gol arriva quasi di conseguenza: Aina approfitta delle lacune difensive di Baez, serve Radonjic e poi la palla carambola su Vlasic e Bianchetti. Come avrete intuito sulle fasce non va meglio perché anche Valeri all’inizio soffre le sgroppate di Singo.

INTESA CERCASI – Eppure nel primo tempo la Cremo resta in partita. I grigiorossi riescono a ribaltare l’azione grazie alla tigna di Pickel e alle geometrie di Escalante. Dessers e Okereke però non si trovano e sprecano un paio di buone chance. Zanimacchia avrebbe l’occasione buona di incidere, vista l’assenza di un uomo davanti alla difesa. Le linee del Toro però sono strettissime e l’unica chance che ha di trovare palloni giocabili è quella di allargarsi. A fine primo tempo la sensazione è quella di una gara equilibrata e dopo l’intervallo ci si aspetta di ritrovare in campo una Cremonese agguerrita alla ricerca del gol del pareggio.

CORREZIONI TARDIVE – Nella ripresa invece i grigiorossi non riescono a cambiare marcia e periscono sotto i colpi del Toro. I granata crescono fisicamente, guadagnano metri e pur senza accelerare mandano in difficoltà i grigiorossi. È forse in questo momento che Alvini commette l’errore più grande, sperando in un episodio per riaprire la partita senza intervenire sulla squadra. La pressione del Toro si traduce nel 2-0 di Radonjic. Vanno a segno dunque i due trequartisti, segno evidente che la partita è stata vinta proprio lì, dove i grigiorossi hanno perso tutti i duelli individuali. Solo dopo il raddoppio Alvini decide per il passaggio alla difesa a quattro, che permette più copertura e raddoppi più efficaci in fase difensiva. Il bel gol di Sernicola e la reazione finale certificano che la squadra c’è.

CRESCERE INSIEME – E d’altronde non ci si poteva aspettare che il conto della promozione fosse già scontato con le trasferte di Firenze e Roma. Le due belle prestazioni avevano fatto illudere il popolo grigiorosso di essere più avanti nel percorso di adattamento alla massima serie. Ma un percorso va affrontato tutto, non esistono scorciatoie. La sconfitta contro il Toro, seppur meno incoraggiante delle altre, va vista all’interno di una crescita caratteriale, tecnica e fisica che la Cremo deve affrontare con fiducia. È stato scelto un tecnico esordiente in Serie A e gli si è affidata una squadra nuova di pacca. Serve tempo, al mister e ai giocatori, che devono fare esperienza e crescere insieme. Ciò non toglie che alcuni segnali non vadano sottovalutati. Come, ad esempio, le numerose occasioni concesse nei primi minuti nelle prime due partite: pur non essendo il più grande sostenitore di un certo tipo di statistica, non si può ignorare che i grigiorossi siano stati la squadra che ha concesso più Expected Goals nelle prime due giornate. Un capannello d’allarme che non ha suonato e che la Cremo ha pagato con gli interessi contro il Torino. Se si vuole iniziare a smuovere la classifica serve innanzitutto sistemare la fase difensiva.

Nicola Guarneri

Direttore Responsabile

Potrebbe interessarti anche:

Alvini, ma cosa mi combini?

Alvini, ma cosa mi combini?

Cremonese, ora o mai più

Cremonese, ora o mai più

Cremonese, vai all-vini

Cremonese, vai all-vini

La Cremonese e il modulo placebo

La Cremonese e il modulo placebo