Prime parole dal tecnico della Cremonese per Giovanni Stroppa: «Vorrei schierare più giocatori di qualità possibili»
È stato il giorno della presentazione alla stampa per Giovanni Stroppa, nuovo allenatore della Cremonese. L’ex Monza, lodigiano, ha firmato ieri (martedì 19 settembre) un contrato biennale con la società grigiorossa, prendendo il posto di Davide Ballardini: «Vengo a Cremona con grande entusiasmo, la proprietà è importante così come anche il centro sportivo che è uno dei migliori d’Italia. Gli stimoli sono quelli determinati dall’essere entrato a far parte di una società eccezionale che con questa proprietà ha fatto passi da gigante. Allenando la squadra e vedendola giocare ho l’impressione che ci siano qualità importanti per poter competere. Dico competere perché vincono in pochi: dalla Serie B salgono solo in 3 a fine stagione e ci sono talmente tante squadre competitive che ciò che mi preme ora è dare tutto me stesso; questo vale anche per il mio staff. Faremo di tutto e di più per portare un’idea e i numeri. La Serie B la ritrovo come al solito, da qualche anno è una A2, le squadre sono assolutamente allestite con giocatori importanti, c’è chi parte bene e arriva fino alla fine e chi parte bene e perde il terreno, così come chi parte più lentamente ma può guadagnarlo».
MODO DI GIOCARE – Nella sua carriera è sempre stato accostato a Zeman, che lui considera come un maestro, ma dal quale tende un po’ a smarcarsi come ai tempi di quando giocava: «Sapete la stima che ho per Zeman, ma lui è lui e io sono io. Vorrei che si parlasse di Stroppa per quanto ha fatto a Crotone, a Monza o anche a Foggia. A me piace il calcio dominante in cui si occupano gli spazi, in cui si tiene la palla perché se la tengo io allora vuol dire che tu corri a vuoto. Ovviamente mi piacciono i giocatori di qualità, ma il calcio è fatto di equilibri. Mi piacerebbe un domani schierarne il più possibile, ma adesso dubito di riuscirlo a fare. Anche perché poi, ok la qualità, ma un giocatore deve correre, e farlo bene. Di tempo ora ce n’è poco. Mi sento un po’ un selezionatore perché oggi è mercoledì e sabato si gioca con l’Ascoli, quindi martedì prossimo a Cosenza. Mi preme soprattutto l’atteggiamento, l’equilibrio, la capacità di tenere il campo. Non è semplice perché non c’è tempo di poter sbagliare come può accadere invece nella fase della preparazione, quindi bisogna portare a casa i punti e dobbiamo pensare in quest’ottica. Atteggiamento e cattiveria diventano fondamentali, dobbiamo essere il più coesi possibile. Ora come ora, parlare di un cambio tattico è prematuro, ma sarà una cosa più graduale, è difficile iniziare a luglio e avere un’identità dopo qualche mese, a volte non arriva neanche dopo una stagione. Si faranno poche cose, ma fatte bene».
NODO VAZQUEZ – In queste prime giornate, il Mudo Vazquez, vero colpo di mercato, ha faticato a brillare, ma sul ruolo in cui lo vede non si sbilancia: «Lui è uno di quei giocatori di qualità, e io personalmente lo vedo punta, dietro la punta, esterno o anche in quarto ruolo».
ROSA LUNGA – Il suo predecessore, Ballardini, si è lamentato spesso di avere una rosa troppo numerosa, ma per Stroppa non sembra essere un problema: «A me come situazione piace, e non lo dico perché faccio finta di andare bene ma in realtà non è così. Vengo da una realtà (Monza, ndr) con una situazione simile, e posso dire di essere contento quando per un ruolo ho due o anche tre elementi di qualità. La squadra l’ho trovata molto bene, predisposta e questo è un bel segnale. Il gruppo mi piace per come è stato costruito, e poi ci sono dei giocatori trainanti. ma sarà il campo a parlare e quello non mente. Oggi allenare qui è bellissimo perché arrivo in una realtà nuova e gli stimoli non mancano. La cosa più difficile da fare è tradurre in numeri sul campo questi stimoli. Poi non dimentichiamo che la differenza la fanno i calciatori, anche se un allenatore ha in mente uno spartito».
PRESENZA ALLO ZINI – Nel recente passato, la sua presenza è stata segnalata da molti tifosi anche sugli spalti dello Zini, cosa che ha fatto sorgere il sospetto che potesse esserci qualcosa sotto già allora: «Non ho mau avuto contatti con la società, che io ricordi nemmeno in passato. Semplcemente io sono di Paullo e abito in provincia di Brescia, e siccome mi piace seguire il calcio dal vivo spesso mi muovo. Sono andato anche a Bergamo, Milano e Mantova, ma non per questo ero lì a gufare Gasperini, Pioli e Possanzini».
TIFOSI – In queste occasioni ha anche avuto modo di apprezzare anche l’atmosfera calorosa dello Zini: «Mi è piaciuta l’atmosfera, anche perché con le tettoie costruite il rumore si sente di più rispetto a prima. Lo stadio è stile inglese e tutte le migliorie fatte sono lì da vedere ed è coinvolgente per gli spettatori che assistono alle partite, figuriamoci per chi le deve vivere e giocare».
Fonte: dal nostro inviato al Centro Arvedi Nicolò Casali
Ogni replica, anche se parziale, necessita della corretta fonte CUOREGRIGIOROSSO.COM