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Parigini a CGR: «Con le giuste condizioni finirei la stagione»
Parigini a CGR: «Con le giuste condizioni finirei la stagione»

Intervista esclusiva a Cuoregrigiorosso per Vittorio Parigini: «Speriamo che la situazione in Italia migliori. Bisoli ci ha aiutati in un momento difficile».

Nel primo episodio di GrigiorossOnAir è stato nostro ospite nientemeno che Vittorio Parigini, il grigiorosso più in forma fino al momento dell’interruzione dei campionati a causa dell’espandersi del coronavirus nel nostro Paese. «Ho una voglia matta di riprendere – ha detto l’ex Torino ai nostri microfoni nella diretta Instagram con il nostro collaboratore Lorenzo Coelli -, sono sincero: mi piacerebbe molto concludere la stagione, a patto che le condizioni generali e di salute lo permettano». È stata l’occasione per “movimentare” la quarantena nostra, sua, dei compagni di squadra, dei parenti, degli amici e tutti coloro che hanno partecipato al live, che ha raccolto per mezz’oretta in media un centinaio di tifosi, collegati da più piazze d’Italia, in questo lunedì pomeriggio. Ringraziando ancora Vittorio, il suo entourage e la Cremonese per la disponibilità,  riviviamo la chiacchierata, punto per punto.


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LOCKDOWN – Per combattere il virus occorre rimanere in casa, anche gli allenamenti degli atleti sono sospesi (almeno) fino al 13 aprile. «Un’ora al giorno mi alleno coi compagni sul web, in videochiamata. È ciò che possiamo fare in questo momento – ha spiegato Parigini, che però si sta dando anche alla cucina –. Sono state due settimane di fuoco anche in tal senso, in generale sto cercando attività per svagarmi il più possibile, guardando anche serie tv con la mia compagna. Sono infatti rimasto a Cremona con lei in attesa di tempi migliori, speriamo la situazione presto torni alla normalità, sono un po’ stressato. Videogiochi? Non ne sono appassionato, come invece molti compagni di squadra».

CREMONA E CREMONESE – Alla presentazione aveva detto di non essere Ronaldo, ma che avrebbe dato tutto per contribuire alla scossa della Cremonese. Il bottino recita: 3 gol in 6 spezzoni di partita, una rete di media a match. «Sono contento di aver fatto bene e dispiace aver interrotto quel momento – ha detto l’ex Torino e Perugia, fra le altre –, sia io che la squadra eravamo in crescita. All’inizio, contro Spezia ed Empoli, eravamo ancora inceppati nel momento negativo. Contro i toscani eravamo partiti bene, ma abbiamo pagato qualche disattenzione di troppo ed è andata com’è andata. Potevamo però portare a casa almeno il pari». Era andato a segno in entrambe le partite, senza però dare punti ai grigiorossi. Tutt’altra storia a Frosinone«È stato un bel ribaltone. Al gol di Castagnetti da centrocampo ho pensato: “Sta tirando davvero?”, e l’ha messa dentro, dopo aver visto un po’ fuori il loro portiere».  Non è stato possibile, per ovvi motivi, prendere contatto con la città«L’ho girata poco, all’arrivo c’erano gare una dietro l’altra, poi abbiamo fatto una settimana in ritiro e l’ultima è stata senza tifosi. Sono uscito poco, per quel che ho visto posso considerare Cremona piccola, bella e storica».

BISOLI SERGENTE – Un mese turbolento per Parigini a Cremona, avendo dovuto assistere al ribaltone in panchina: via Rastelli, dentro Bisoli, che aveva già avuto a Perugia un anno. «Avevo però giocato poco per vari infortuni – ha raccontato Parigini al nostro Lorenzo -, sono contento di averlo ritrovato qui a Cremona. Ha dato una scossa, è un trascinatore, un grande mister per la B. Aneddoti? Quel che dice, fa. Non promette nulla di più di quel che dice. Agisce senza giri di parole, non sta mai zitto in allenamento. Avete sentito le urla a Frosinone? Ecco, uguale a come si comporta in settimana. Parla sempre, viene lì a stuzzicarti anche quando vai a prendere un goccio d’acqua, non ti fa respirare (sorride, ndr). È la sua forza, ci ha aiutati in un momento difficile». L’esterno ha poi aggiunto, a riguardo: «Mi piace il ruolo in cui mi fa giocare, è il mio preferito (alto a sinistra nel 4-3-3, ndr)».

parigini cremo trapani

SE STESSO – Parigini infatti è sceso in campo in più posizioni in carriera: «Più volte con Mazzarri ho giocato come quinto di centrocampo a sinistra, mi ha insegnato molto bene a giocare sulla fascia. Con Rastelli ero seconda punta del 3-5-2, lo stesso mi era capitato anche a Perugia. Mi adatto, in ogni caso, alle scelte del mister: se non è proprio il mio ruolo naturale, cerco di fare il massimo». In una recente intervista, il compagno di squadra Ciofani ha detto che Parigini e Gaetano hanno bisogno di essere del tutto sgrezzati per fare il salto definitivo per la Serie A, manca un qualcosa in più. «Sono d’accordo con lui – ha risposto l’esterno d’attacco –, è il momento in cui devo far vedere quello che valgo davvero. Finora non sono stato sufficientemente bravo a far mostrare le mie qualità. Vorrei ora prendere la Cremo sulle spalle e continuare da dove avevo lasciato». Un peccato non averlo visto in campo nell’Europeo Under 21 del 2019: «Il c.t. Di Biagio mi ha portato con sé fino all’ultimo, al pre-ritiro, ma ho dovuto dare forfait. Avevo troppo dolore, ho dovuto dire di no. Il mister ci ha provato a tutti i costi, per me è un grande rammarico perché preparavo da due anni quell’avventura».

TORINOUna storia, quella fra Parigini e il Torino, cominciata nel 2006 e terminata a gennaio con la cessione al Genoa dopo mesi complicati. «È stata casa mia per tantissimo tempo – ha detto il classe ’96 -, è finito tutto perché non c’erano i presupposti per proseguire. Ero in scadenza, non abbiamo trovato l’accordo per il rinnovo e così a gennaio ho fatto la scelta di vita di passare al Genoa. Poi, nelle ultimissime ore di mercato, la possibilità di venire a Cremona. Ho detto subito di sì alla chiamata del direttore Bonato». Pochi giorni dopo al suo addio, sulla panchina del Toro è arrivato Longo, che ha conosciuto benissimo per averlo avuto in tutta la trafila delle giovanili granata. Sarebbe cambiato qualcosa? «Non ho mai pensato potesse succedere, c’era ancora Mazzarri quando sono andato via. Ma se anche ci fosse stata l’ipotesi di un cambio, io avevo già preso la scelta definitiva: il ciclo al Torino, per conto mio, era terminato». Una precisazione su Mazzarri«Se ho giocato in A col Torino è grazie a lui, mi aveva dato grandi opportunità. Poi l’infortunio, e se non ho più giocato non era per colpa sua».

CAPITOLO SANNITA – Qualche presenza in Serie A col Chievo, ma la prima vera massima serie per lui è stata al Benevento. Stagione deludente sportivamente parlando, ma qualche emozione grossa c’è stata: «Ricordo bene il 2-2 col Milan, col gol del portiere Brignoli allo scadere (primo storico punto in A dei sanniti, ndr), ma anche il successo a San Siro con rete di Iemmello». Sono stati i due momenti più esaltanti, ma il più toccante fu senza dubbio quel Fiorentina-Benevento appena dopo la morte di Astori«Quando al 13′ il Franchi si è fermato per ricordare Davide, è sceso il gelo totale. Momento tristissimo, fu faticosissimo giocare». Se il campionato di B ricominciasse, sarebbe proprio Cremo-Benevento il primo match. E Parigini nella nostra simulazione a Fifa aveva deciso la partita: «Non ho visto live la gara perché non ho Facebook, ma mia mamma mi ha mandato la simulazione del gioco alla play, e avevo visto il gol! Certo, giocare contro di loro sarà speciale, ci sono stato un anno intero».

IL FUTURO – Vagonate di domande sono arrivate durante la diretta, da amici, parenti, conoscenti, compagni di squadra attuali o ex, tifosi. I grigiorossi hanno praticamente supplicato la permanenza a Cremona di Parigini. che ha risposto: «Ricevo tanti messaggi, aspetto prima di capire se finisce questo campionato, voglio dare ora il mio contributo alla Cremo. Ho voglia di tornare a giocare, per il prossimo anno sono in balìa». È del partito di far ricominciare la stagione in corso? «Sì, ma solo alle giuste condizioni». Sul taglio degli stipendi si è espresso in questo modo: «Ne parlo coi compagni da settimane, ancora non è stato deciso nulla, nemmeno dalla società».

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CURIOSITÀ VARIE, ANEDDOTI, CENNI STORICI – L’ultima parte della chiacchierata è stata dedicata agli amici in diretta. Tante cose sono saltate fuori, soprattutto una: «Sì, sono stato contattato in passato dalla Juventus». Di seguito, ecco le altre sue dichiarazioni: «Non gioco al fantacalcio, o meglio, lo faccio con un mio amico ora connesso: io metto i soldi, lui fa la squadra e tutto il resto. A Benevento e Torino, in A, in tanti mi hanno scritto per il fanta: purtroppo alcuni commenti erano troppo offensivi, altri meno e quindi accettabili». Sugli idoli e giocatori di un certo spessore: «Il mio idolo fin da piccolo è Totò Di Natale, il difensore più forte con cui mi sono scontrato Giorgio Chiellini. Fra i compagni di squadra cito Iago Falque e Baselli, sono fortissimi. Anche Belotti, attaccante molto completo». Sul nuovo look di Izzo: «Così rasato non mi dispiace nemmeno, ormai tutti in quarantena tagliamo i capelli». E ancora, sul Pancalieri e il Bari«Al Pancalieri è stato l’inizio della carriera, dove abitavo io da piccolo. Saluto tutti, mi hanno lanciato nel calcio. A Bari nel 2017 esperienza ottima, con un grande gruppo: sei mesi fantastici, peccato non aver centrato i playoff». Sui gol più belli: «Devo citarne tre: Bari-Brescia, Perugia-Brescia e Cremo-Empoli».


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Redazione

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