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GDS, Castagnetti: «Tifo Reggiana, ma ora voglio batterla»
GDS, Castagnetti: «Tifo Reggiana, ma ora voglio batterla»

Le parole di Castagnetti nella lunga intervista a La Gazzetta dello Sport: «Con Stroppa cambio di marcia evidente»

Il metronomo del centrocampo grigiorosso Michele Castagnetti, imprescindibile di Stroppa e oramai bandiera della Cremonese essendo prossimo alle 200 presenze, si è raccontato in una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport. Il 34enne nativo di Montecchio Emilia, cittadina di campagna in provincia di Reggio Emilia, ha ripercorso la sua carriera: dagli esordi, passando per le tante promozioni conquistate, fino alla stagione attuale con la Cremonese, oltre che sul possibile futuro che lo aspetta a fine carriera: «Non escludo di tornare dove tutto è cominciato, nei dilettanti».

DAI DILETTANTI ALLA SERIE A – Il n°19 ha ripercorso le tappe della sua vita da calciatore, che lo ha visto scalare la piramide del calcio nostrano fino alla massima serie, sempre con dedizione e lavoro: «Ero in Prima categoria a 15 anni, in Eccellenza a 16, Primavera del Mantova a 17, in D a 18. Il calcio è percezione: ci sono giocatori che rubano l’occhio, io no. Ho dovuto vincere la D, la C e la B per salire. Sono arrivato tardi in B, a 26/27 anni, vincendo la C con la Spal. A Ferrara c’era un gruppo strepitoso e la città sia era innamorata di noi con la doppia promozione. L’Empoli veniva da una retrocessione, ma all’inizio Vivarini fece un gran lavoro, poi Andreazzoli lo completò grazie a Krunic, Bennacer, Caputo e gli altri. Una squadra perfetta». Poi il classe ’89 passa a presente, alla Cremonese: «Con la Cremo cerchiamo di ripeterci, da Pecchia a Stroppa. Il nostro punto di forza è l’ossatura, la stessa di allora, e i nuovi si integrano in fretta. Con Pecchia vincendo a Parma capimmo di essere forti. Oggi è diverso: siamo partiti male, ma con Stroppa il cambio di marcia è stato evidente. Ho trovato la mia dimensione in B, è un campionato difficile, e lo sa anche chi gioca in A. E’ più omogeneo, tanto dipende dal momento in cui affronti le squadre. In massima serie ci sono arrivato solo lo scorso anno, ma per la strada che ho fatto, sono felice così». Infine, uno sguardo al domani: «In futuro non escludo di tornare dove tutto è cominciato, nei dilettanti. Non mi piace la scrivania, penso solo al campo. O magari tornerò in campagna, a Montecchio. Sono cresciuto lì e ci vado spesso, abitando a Parma. Lì c’è serenità».

IDOLI, GOL E TIFO – Michele risponde anche a domande di carattere più personale, sui suoi idoli calcistici, i gol segnati: «A me piaceva Recoba, anche se non era un play come me. O Thiago Motta, ma Recoba era Recoba: alla Spal, la prima volta che ho potuto scegliere il numero di maglia, ho preso il 20 che aveva lui. Magari avere il suo mancino (ride). Ultimamente ho compiti più difensivi: devo tornare a calciare. A Chiavari e a Frosinone ho segnato dei gol da urlo, peccato si giocasse a porte chiuse. Il più bello è stato a Venezia su punizione, e ce n’è uno su corner che non mi hanno dato». Casta conclude spostando il focus sulla prossima partita della Cremo, che vivrà in modo speciale: «Sono tifoso della Reggiana dai tempi del Mirabello, per me è una sorta di derby. Però loro non mi hanno mai cercato e quindi oggi è un avversario come un altro».

Michele Iondini

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