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Ciofani: «La salvezza non è utopia, viviamola come un sogno»
Ciofani: «La salvezza non è utopia, viviamola come un sogno»

Il capitano della Cremonese Ciofani alla Gazzetta dello Sport: «Con Ballardini è cambiato tutto. Penso di aver avuto la carriera che meritavo»

Il suo rigore contro la Roma ha riportato la vittoria in Serie A alla Cremonese dopo più di 26 anni, ma ora è tempo di schiacciare il piede sull’acceleratore. Daniel Ciofani, spirito guida della Cremonese e grande protagonista della storia recente grigiorossa, è stato intervistato dai colleghi de La Gazzetta dello Sport per fare il punto a poche ore dalla sfida contro il Sassuolo.

SOGNO SALVEZZA – Il quartultimo posto dista nove punti e per riaprire il discorso serve un filotto positivo: «La salvezza non è un’utopia, proviamo a viverlo come un sogno a partire dalla sfida con il Sassuolo. L’augurio è che la sfida con la Roma sia stata quella della svolta, ma per ora resta il coronamento di un percorso che ci avrebbe dovuto vedere vittoriosi già in precedenza. – spiega l’ex Frosinone -. Poi se arriveranno tre/quattro successi di fila valuteremo la situazione. C’è qualche rimpianto per qualche punto scivolato via, ma con i se e con i ma non si fa la storia. Ho giocato oltre 600 partite in carriera e so che il campo è il giudice supremo. Dobbiamo essere realisti e consapevoli sia di ciò che abbiamo fatto che di quello che ci aspetta».

CON BALLARDINI – L’arrivo di Ballardini ha permesso alla squadra di concentrarsi su pochi concetti, ma estremamente precisi. Ciofani lo spiega chiaramente: «È cambiato tutto. Ci ha dato tranquillità e serenità. Concetti semplici e chiari, anche se non voglio fare confronti con la gestione precedente. Probabilmente ci voleva tempo per conoscerci bene e adattarci alla Serie A, ora siamo quadrati e le situazioni della partita non ci sorprendono più». Giocare 23 partite senza vincere è pesantissimo a livello mentale, ma i grigiorossi sapevano che prima o poi i tre punti sarebbero arrivati: «Eravamo convinti che ce l’avremmo fatta: lo dicevano le prestazioni. Non gioire mai e mantenere allo stesso tempo serenità e calma è difficile. Non c’è una ricetta giusta per gestire una stagione così complicata, ma siamo stati sempre seri. Ci siamo sempre allenati per dare il massimo».

CHE GIOIA – Il rigore segnato a Rui Patricio ha fatto esplodere lo Zini in un urlo di liberazione atteso 27 anni. I tifosi e lo stesso Ciofani sanno quanto pesasse quel pallone: «In carriera ho segnato tanti rigori, ma con questa maglia avevo fallito i primi due e non sempre le cose sono andata bene. Ma se sai cosa significa sbagliare gestisci meglio l’attesa. Avvertivo una strana serenità dentro di me, pur sentendo la forte responsabilità. Non ho guardato Rui Patricio, ho deciso dove tirare prima che l’arbitro fischiasse e mi sono concentrato sul gesto. Volevo calciare bene ed è venuto fuori un tiro angolato, difficile da prendere». Il capitano grigiorosso prosegue: «Ho percepito la felicità che ho regalato ai tifosi. Cremona aspettava da tempo una gioia del genere e la squadra era già andata vicina alla vittoria. È il risultato del nostro percorso di crescita: abbiamo cambiato tanto, serviva tempo anche se nel calcio di solito non ne hai».

BOMBER D’AREA – Sul ruolo del centravanti grande ed imponente nel calcio, il numero 9 racconta: «Io in rosa vorrei sempre un centravanti con queste caratteristiche. Adesso si preferiscono punte che non danno riferimenti agli avversari, ma a volte così facendo non li ha nemmeno la tua squadra. Ogni calciatore va sfruttato in base alle sue caratteristiche. Quando ero al Frosinone mi voleva Gasperini all’Atalanta, poi esplose Petagna». Arrivato a 37 anni, Ciofani ha vissuto un’ottima carriera da bomber di provincia, con un rimpianto: «Nella carriera di un calciatore ci sono probabilità ed imprevisti, come al Monopoli. Mi dispiace di non aver fatto parte della rosa di una grande squadra, perché un centravanti come me dipende dai passaggi dei compagni e più si alza il livello più arrivano palle bellissime. Ma penso di aver avuto ciò che meritavo. In area di rigore c’è l’acqua alta, bisogna saper nuotare. E io ho dimostrato di sapermela cavare».

Lorenzo Coelli

Redattore e Social Media Manager

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