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Stroppa: «La riconferma è un messaggio importante della proprietà»
Stroppa: «La riconferma è un messaggio importante della proprietà»

Le parole di mister Stroppa alla Gazzetta dello Sport: «Non è detto che Coda non torni, con noi batterebbe il record di reti in B»

In attesa del ritorno al Centro Arvedi per l’inizio della nuova stagione, il tecnico della Cremonese Giovanni Stroppa ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport.

Smaltita la delusione?
«Essere arrivati a giocarci la stagione così è stato un grande risultato. Eravamo in tanti a voler vincere, non ci siamo riusciti, è inutile recriminare. Il Venezia ha fatto la finale alla grande, il Parma e il Como sono arrivati davanti e sono stati bravi».

Nei playoff in ogni sfida ha vinto chi si è piazzato meglio.
«L’unica mia recriminazione è non aver segnato in finale, meritavamo qualcosa in più per il gioco proposto. Forse avremo dovuto tenerci qualche gol fatto col Catanzaro e farlo col Venezia».

Ha vinto il miglior attacco rispetto alla miglior difesa.
«I numeri della mia squadra mi confortano, siamo quelli che hanno tirato in porta di più, ma purtroppo non abbiamo concretizzato. La differenza è stata solo quella, anche in finale».

C’è stata una tendenza tattica nuova nell’ultima stagione?
«La B è un campionato sempre in crescita, con allenatori importanti che danno identità forti alle squadre. Chi era davanti ha avuto anche grande continuità. E penso che lo sarà ancora di più nella prossima stagione».

La Cremonese ha scelto di riconfermarla dopo appena tre giorni dalla finale persa.
«In maniera presuntuosa lo davo per scontato, avevo già il contratto e ci sarei rimasto male. Però il messaggio della proprietà è stato importante dopo una sconfitta così. La fiducia della proprietà è stata fondamentale e mi ha fatto enorme piacere».

Che Cremonese sarà?
«Noi cambiamo sempre, anche nell’arco della partita. Vogliamo aggiornarci e cercare cose nuove, ma la strada vecchia funziona».

Coda è tornato al Genoa, Vazquez avrà un anno in più. Ci saranno meno totem?
«I totem alla Cremonese ci devono essere, l’importante è trovare quelli giusti. E non è detto che Coda non torni…».

Bisogna chiedere al Genoa.
«Con me batterà il record di gol in B: ne mancano 8 per arrivare a 135 e qui ce la farà di sicuro».

E gli altri?
«Ripartiamo dalla stima del Cavalier Arvedi, dalla sua voglia di vincere. Vediamo il calcio alla stessa maniera, mi piace».

Un giocatore che vorrebbe?
«Nemmeno sotto tortura».

Forse sarà una Serie B meno competitiva con meno squadroni.
«Chi scende dalla A ha sempre qualcosa in più, poi ci sono Palermo e Pisa. E forse lo Spezia, che dalla salvezza ha trovato forza, magari il Brescia. Sono tante…».

Stanno cambiando tante panchine, è giusto?
«Dopo Pecchia e Fabregas, mi sono piaciuti tanto Viali e Valente. E poi Nesta, che già mi piaceva al Perugia: lui può fare tutto, ha il physique du rôle».

Le retrocesse nell’ultima stagione hanno faticato tutte, tranne la Cremonese.
«Pensa che sia stato facile? Sono subentrato e abbiamo dovuto fare la scalata! Chi retrocede rischia di retrocedere ancora, altro che vincere… Tutto dipende dagli stimoli nelle rose».

Tra le neopromosse ci potrà essere un altro Catanzaro?
«Trovo analogie col Mantova: Possanzini mi piace molto. Anche Calabro e Pagliuca comunque hanno ottime idee».

Caleranno gli introiti dai diritti tv, i club avranno meno disponibilià: una fortuna per chi ha le basi solide come voi?
«Non mi compete, ma in B abbiamo visto molte squadre fare benissimo spendendo poco. E se hai giocatori di livello come il Catanzaro, allenati benissimo, puoi sorprendere tutti».

Chi sta nascendo bene?
«Posso dire il Palermo, ma è presto per i giudizi. L’importante è smaltire bene il passato».

Ci saranno squadre più fluide e meno legate a un modulo?
«Ci provano tutti, spero che Spalletti sia l’esempio. L’Italia con l’Albania è stata spettacolare, in poco tempo il c.t. ha dato una sua forte identità. Tenere palla, riconquistarla, ripartire, fare quei movimenti: bravi davvero».

Ci sta un paragone con la sua Cremonese?
«Anche noi eravamo dominanti nella metà campo avversaria. Credo che lo faranno in tanti anche in B. Il calcio va in questa direzione, ma bisogna avere la forza per difendere fino in fondo queste idee».

Redazione

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