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Majer: «Accordarmi con la Cremonese è stato facile»
Majer: «Accordarmi con la Cremonese è stato facile»

Zan Majer si racconta: «Bello ritrovare Coda e Tuia, ma all’inizio è stato difficile inserirmi in un gruppo totalmente nuovo»

Dopo la prima gara giocata da titolare con la casacca grigiorossa, la Cremonese ha intervistato Zan Majer sulle colonne de Lo Sport Cremonese.

Com’è nata la tua passione per il calcio?
«Ho iniziato a giocare a 7 anni nel Maribor, mentre a 12 anni sono passato al Jarenina, in una delle migliori scuole calcio della Slovenia. A quei tempi ero un attaccante, ma a dire il vero non facevo troppi gol. Sono rimasto lì fino al 2010, con una parentesi di un anno al Maribor che ricordo perché facemmo un torneo internazionale ad Amsterdam».

Poi è arrivata la tua prima esperienza tra i professionisti…
«Sì, con l’Aluminij, una formazione di Serie B slovena che lottava per la promozione. Dopo due stagioni sono passato al Domžale, in cui ho vissuto cinque anni molto belli giocando anche le qualificazioni all’Europa League. Un periodo bellissimo a cui poi è seguito il mio trasferimento al Rostov nel 2017».

Com’è stata l’esperienza in Russia?
«Lì è tutto molto diverso. A inizio 2019, per vari motivi, ho deciso di risolvere il contratto e trovare un’altra sistemazione. A febbraio ho firmato con il Lecce, che mi acquistò dopo un brutto infortunio di Scavone».

Cosa ti piace dell’Italia?
«Il cibo e la vita in generale. In più, da quando sono a Cremona, mi è molto più comodo raggiungere la Slovenia, perché posso andare direttamente in macchina».

Ci racconti il tuo arrivo a Cremona?
«Sono arrivato solo negli ultimi giorni di mercato perché bisognava attendere che si risolvesse la situazione legata alla Reggina. Con Giacchetta e la Cremo poi è stato facile trovare l’accordo. É anche vero che in quel periodo è stata dura perché a Reggio Calabria mi sono trovato davvero benissimo con tutti, poi è successo quel che è successo».

In grigiorosso hai ritrovato Coda e Tuia. Che rapporto hai con loro?
«Rivedere i propri amici è sempre bellissimo, insieme abbiamo conquistato la promozione con il Lecce e la ricordo sempre con piacere. Sono entrambi bravi ragazzi con cui ho un ottimo rapporto».

Che impatto hai avuto con lo spogliatoio?
«Inserirsi in corsa in un gruppo non è mai semplice, soprattutto quando non sono molti i nuovi compagni che già avevi potuto conoscere. Ammetto che all’inizio ero più riservato, ma adesso siamo riusciti a creare un bel gruppo e mi trovo davvero benissimo».

Con la Cremo ti abbiamo visto anche nel ruolo di play. Ti piace?
«Ho iniziato a giocare in quel ruolo alla Reggina, su un’intuizione di Inzaghi dopo tre anni da mezzala a Lecce. In quella posizione mi sono subito trovato bene e ho proseguito lì. Devo dire che è un ruolo in cui mi sento a mio agio».

Che tipo è mister Stroppa?
«Diciamo che è molto serio e preparato, mi piace. Ai suoi giocatori chiede tanto, ed è giusto così. Ci mostra sempre quello che ci possiamo aspettare dagli avversari ed è una strategia che dà i suoi frutti».

Dove può arrivare questa Cremo?
«La Serie B la conosciamo, è dura e imprevedibile. La Cremonese ha un’ottima squadra e un bel gruppo: insieme possiamo fare grandi cose e piano piano stiamo arrivando dove vogliamo essere. Ma il campionato è ancora lungo».

La Slovenia si è qualificata agli Europei 23 anni dopo l’ultima volta. Farai il tifo per loro?
«Sono veramente felice che ci siano riusciti, perché di giocatori forti negli ultimi anni ce ne sono stati tanti, eppure sembrava mancasse sempre qualcosa. La seguirò sicuramente la prossima estate».

Nel 2018 hai esordito con la nazionale. Pensi di poter ottenere un’altra convocazione?
«Non credo, in questo momento c’è un ricambio generazionale ed è giusto così, ci sono ragazzi che possono dire la loro per tanti anni».

Sei il terzo sloveno nella storia della Cremo dopo Florijančič e Celar. Hai avuto modo di conoscerli?
«Ho sentito parlare spesso di Matjaž, ma purtroppo non l’ho mai incontrato. Personalmente non conosco Celar, ma so che tipo di giocatore sia e l’ho visto in nazionale».

Che tipo sei fuori dal campo?
«Sono molto legato alla mia famiglia, che al momento si trova in Slovenia. I miei due figli, Leo e Kaan, vanno a scuola a Maribor. In generale sono un tipo molto tranquillo».

Mare o montagna?
«Mare tutta la vita, ho fatto cinque anni al Sud in cui sono stato davvero bene. Il freddo non mi piace proprio, spero che quest’inverno a Cremona non nevichi più…».

La Slovenia è una nazione piccola ma ricca di campioni. Sei legato a qualcuno in particolare?
«Pogačar e Roglič, due fenomeni del ciclismo. Nonostante siamo solo 2 milioni di abitanti otteniamo grandi risultati in tante discipline. Credo incida anche il modo in cui viviamo lo sport, le scuole da noi sono molto formative».

Cosa rappresenta la Slovenia per te?
«Semplicemente casa. Quando smetterò col calcio voglio tornare a vivere lì».

Nicolò Casali

Redattore

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