
Cara Serie A, sei stata spietata e bellissima. Per ora le strade si dividono, ma torneremo più pronti. Cremona ha dimostrato di meritare la categoria
È durata una sola stagione l’avventura della Cremonese in Serie A. Sono state 38 battaglie di grande sofferenza per una squadra costruita male e che solo nel finale ha provato a rimediare agli errori commessi in precedenza. Salutiamo il massimo campionato con 27 punti, grazie al successo per 2-0 sulla Salernitana, ed è comunque un discreto risultato, mettendo in conto che, con la gestione Alvini, la Cremonese era in procinto di battere ogni record negativo esistente per una squadra in Serie A. Ballardini ha provato a dare un’identità alla squadra e ci è riuscito, ma non è bastato per ridurre il già ampio distacco dalla quartultima posizione (di 9 punti, poi divenuto anche di 12 dopo la sconfitta interna di marzo con la Fiorentina).
SIAMO SEMPRE CON TE – Tralasciando gli aspetti puramente tecnici, è stata per Cremona e la sua gente un’annata straordinaria, vissuta con enorme passione ed entusiasmo. Un tifo sfrentato in tutti gli stadi, tanto da ricevere applausi ovunque, malgrado gli scarsi risultati sul campo. È stato fantastico, per vecchie e nuove generazioni di tifosi, vivere i palcoscenici della Serie A da protagonisti: dalla marea grigiorossa del Franchi di Firenze in quell’emozionante 14 agosto 2022 fino ai 400 che, a retrocessione acquisita, sono tornati all’Olimpico di Roma per la terza volta in stagione per far sentire la propria voce. Non è retorica, è la verità: la Cremo può anche retrocedere, i giocatori passano, così come dirigenti e allenatori, ma ciò che resta è la maglia – che va onorata e sudata sempre – e la città, che spinge con orgoglio la Cremonese verso nuove battaglie. Siamo qui, sempre, per te. A prescindere dalla categoria.
SULLE ALI DELL’ENTUSIASMO – È bello ricordare da dove tutto è partito, e quindi la vittoria di Como del 6 maggio 2022 e la grande festa in Piazza del Comune, il luogo simbolo della città, quello che più ci contraddistingue, a cui siamo tutti fortemente legati (oltre allo Stadio Zini). Per un paio di vicissitudini, mister Pecchia ha lasciato la Cremonese e la società ha deciso di strappare Alvini al Perugia, un debuttante per la A, un grande lavoratore, un allenatore che ha fatto tanta gavetta prima di arrivare tra i “grandi”. E ha destato la curiosità di tutti. Il calciomercato non sembrava regalare grandi gioie, è stata allestita una squadra composta in buona parte da giocatori ai più sconosciuti in arrivo da campionati ben diversi da quello italiano. Ma ripensiamo all’entusiasmo di Dimaro: magliette della Serie A appena sfornate e subito polverizzate, selfie e autografi con tutti, le amichevoli, il rafting, i servizi delle tv nazionali, il countdown incessante per la Coppa Italia e per il debutto di Firenze. Cremona, indipendentemente da mister e squadra, non vedeva l’ora di iniziare un percorso prestigioso che mancava da troppo tempo.
UNA FESTA SEMPRE – Dunque, cara Serie A, è stata una grande festa sempre, per noi. Abbiamo affrontato ogni sfida con spensieratezza, certamente con la speranza di ottenere più risultati positivi, ma comunque già soddisfatti di esserci. Perché da troppo tempo la Cremo non viveva un’esperienza del genere. Le critiche verso la società per gli errori commessi sono giunte soltanto nel finale, quando i giochi erano fatti. Era giusto far sentire la propria voce, bastava veramente poco di più per restare un altro anno in A. Così non è stato, ma siamo comunque felici. È bello ricordare che Firenze era invasa di tifosi grigiorossi alla prima di campionato, incontrarli in ogni via del centro e scambiare due parole. Lo stesso è accaduto in tante altre situazioni, dall’Olimpico fino a San Siro. Una birra tutti insieme prima di entrare, facendo un paio di considerazioni su ciò che sarebbe stato, e poi le emozioni della partita.
Cara Serie A, sei stata spietata quanto bellissima. Torneremo più pronti e preparati. Cremona ha dimostrato di essere all’altezza, e con un paio di accorgimenti anche la squadra saprà dire la sua. Noi ci crediamo. A presto.