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La conferenza di Giacchetta: «Commessi errori, il mercato è spietato»
La conferenza di Giacchetta: «Commessi errori, il mercato è spietato»

Il ds Giacchetta in conferenza stampa: «Non siamo pienamente soddisfatti del mercato, stiamo guardando se gli svincolati fanno al caso nostro»

Giornata di conferenza in casa Cremonese. Questa mattina il direttore sportivo Simone Giacchetta ha risposto alle domande dei giornalisti locali dalla sala stampa del Centro Arvedi. Ecco le sue dichiarazioni.

Fonte: dal nostro invito al Centro Arvedi Nicolò Casali.
Ogni replica, anche se parziale, necessita della corretta fonte WWW.CUOREGRIGIOROSSO.COM


Al termine di Cremonese-Lecce sono arrivati cori di contestazione nei suoi confronti.
«La sconfitta con il Lecce è più importante per la classifica che non per il malumore espresso da qualche tifoso in Curva. Le contestazioni sono altra cosa, io ho sentito un malumore che si giustifica con la classifica, la partita con il Lecce… Auguriamoci che serva per dare più serenità ai calciatori e fare meglio nelle prossime partite»

Che giudizio dà al mercato?
«Non siamo pienamente soddisfatti, c’era la necessità di fare inserimenti per migliorare la qualità della rosa in certi ruolo. Cercavamo ancora un centrocampista e un attaccante, oltre agli inserimenti di Ferrari e Benassi. La stessa idea era condivisa anche col nuovo allenatore, abbiamo cercato di portare avanti diverse soluzioni, alcune sono riuscite e altre no. C’era concorrenza, e qualche prestazione delle ultime gare non ha favorito. Avevamo anche la disponibilità di Shomurodov, ci avevamo anche parlato personalmente, poi improvvisamente le cose sono cambiate e alcune dinamiche del suo entourage hanno fatto cambiare la disponibilità che c’era, confermata anche con Ballardini che lui aveva già avuto»

Rosa meno profonda?
«A inizio anno ci si vuole fare trovare pronti, e quindi si fare una rosa ampia. Ma non tutti si sono adattati alle esigenze della rosa e del campionato. Si è pensato quindi di renderla più snella, compatta e unita, cosicché tutti si considerino potenziali titolari»

L’esonero di Alvini è arrivato troppo tardi?
«La sconfitta di Empoli ha bruciato, ma la prestazione c’è stata. Abbiamo voluto portare avanti la sua idea perché pensavamo che in due mesi di tempo si potesse ricreare un qualcosa di buono, sapendo che si sarebbe dovuto ricorrere anche col mercato. Infatti con la Juve non abbiamo giocato male, invece le prestazioni con Verona e Monza hanno fatto venire meno quella certezza su cui ti eri sempre basato fino a prima che era la prestazione. Quindi abbiamo preso questa decisione, a posteriori è anche più semplice parlarne, ma la logica che abbiamo seguito è stata questa»

Tra le operazioni più discusse c’è quella di Felix, per molti pagato troppo. Non si poteva investire su altri giocatori?
«Alcuni giocatori dicono di sì, altri dicono di no. Lui comunque ha grandissime potenzialità, ci sono tanti pregiudizi su questa operazione. La Cremo vuole fare patrimonio, cosa che non aveva mai fatto. Siamo saliti in A con molti prestiti, oggi ne abbiamo 20 di proprietà, tra cui lui che in prospettiva può essere il migliore. Il costo è relativo all’età, le presenze che ha fatto a Roma e le potenzialità, a volte la Serie A dà anche queste valutazioni. Se qualcuno pensava fosse il salvatore della patria no, ma che potesse essere una risorsa di oggi e domani per la Cremonese sì. Ricordiamoci che è un 2003»

A cosa è dovuta la cessione di Milanese in prestito?
«Lui è uno di quei giocatori con cui abbiamo voluto fare patrimonio, e ne abbiamo cercati anche altri giovani promesse come lui, che però non siamo riusciti a prendere. Per quanto riguarda Tommaso, non stava giocando ed è un peccato. È uno dei migliori under 21. Ci verrà buono in futuro»

Lavorativamente parlando, qual è il suo rapporto con Braida?
«Con Ariedo c’è un bellissimo rapporto, personalmente al di là dei ruoli, che sono ben distinti, c’è grande ammirazione e disponibilità a ricevere consigli e ascoltare le sue esperienze. Non c’è nessuna situazione negativa in particolare, poi nel ruolo specifico lui è il consigliere strategico della proprietà e quindi tutto quello che viene deciso dal ds viene passato a lui, che riferisce al presidente. Poi il confronto con lui c’è sempre, quando si tratta un calciatore è anche una forma di rispetto. È a conoscenza di tutto quello che facciamo. Perché Braida è andato a trattare Agoumé e Radu e non io? I nostri ruoli sono ben definiti, ma il fatto che viva a Milano e sia amico dell’agente di Radu non toglie che faccia qualcosa per la Cremonese»

Come è cambiato il mercato dopo l’arrivo di Ballardini?
«Con Alvini si sono cercate certe caratteristiche, quindi giocatori più aggressivi, di corsa e fisici. Con Ballardini la filosofica di calcio è cambiata e quindi è servito cercare giocatori più di palleggio e meno fisici. Si cerca di dare più opportunità possibili all’allenatore per lavorare, poi il mercato di gennaio è meno disponibile di quello estivo e quindi si fa più fatica»

Una delle accuse rivolte alla società è quella di una comunicazione scarsa.
«Io ero qui l’anno scorso e non sono mai andato a radio e giornali, ma così come non ci vado adesso. Non mi piace apparire molto, provo a lavorare con le mie capacità. Per quanto riguarda il club, credo sia una filosofia. A me dispiace questo, umanamente parlando, perché non penso che la Cremo faccia silenzi per chiudere le porte all’esterno, perché è questo che ci fa vivere. C’è stima e rispetto sia per voi che scrivete sia per i tifosi che reputo una grande tifoseria. Tra lo scorso anno e questo è una delle migliori in assoluto. È anche un’occasione per crescere tutti assieme. Magari non a livello locale, ma a livello nazionale la Cremo è tra le più apprezzate per comunicazione»

A cosa è dovuta la rivoluzione estiva?
«Pecchia se ne è andato lui, ce lo ha comunicato dopo una settimana e non abbiamo neanche chiesto dei soldi al Parma, è una qualità della Cremonese. Però lo sapevamo anche all’inizio che tanti non erano nostri. E ci abbiamo provato a tenerli. Poi Sernicola e Zanimacchia li abbiamo tenuti, rendendoli di proprietà. Abbiamo fatto diverse ricerche con allenatori, e abbiamo scelto Alvini perché era un emergente di B con idee di qualità»

In caso di retrocessione si ripartirà con Ballardini?
«Mancano ancora 17 partite, fermo restando che la classifica è quella che è… Così come è una realtà il fatto che la Cremonese sia arrivata in semifinale di Coppa Italia con gli stessi giocatori con cui gioca in campionato. Ballardini ha avuto un impatto positivo, ha un contratto per questa e la prossima stagione, ma noi siamo concentrati all’oggi sapendo che dobbiamo fare di tutto per portare dignità alla Cremonese in Serie A, alla proprietà, alla città e ai tifosi. Siamo consapevoli di essere stati al di sotto in campionato rispetto a quanto mostrato in Coppa. Crediamo ancora di poter dare di più e vogliamo dare di più, in 17 partite di campionato abbiamo la possibilità di dimostrarlo»

Diverse società prima di stabilizzarsi in Serie A fanno un po’ di “sali scendi”. Si aspettava una stagione così traumatica?
«Beh, non è che uno pensa sempre al peggio. Si parte sempre con i migliori propositi, il campionato di Serie A è selettivo e severo, abbiamo perso molte partite non per incapacità ma spesso per degli episodi che non abbiamo saputo gestire o leggere. Nulla di diverso da quello che hanno detto tutti quanti: che la Cremonese meritava sicuramente qualche vittoria, più punti di quelli che ha, e che spesso ha fatto la prestazione. Questo è insindacabile, così come lo è che non abbiamo ancora vinto»

C’era la possibilità concreta che ritornasse Okoli?
«Ci sono state situazioni, tra cui anche l’infortunio di Palomino, che hanno fatto fare dei ragionamenti da parte dell’Atalanta, poi abbiamo coinvolto nuovamente Caleb ma la società nelle sue strategie ha deciso di tenerlo, anche se sta giocando poco e avrebbe desiderato giocare di più»

La sconfitta con il Lecce lascia rammarico anche perchè, considerando le penalità che potrebbero arrivare per altre squadre, ogni punto diventa ancora più prezioso.
«La partita col Lecce è arrivata in un momento nel quale avevamo pochissimo tempo per recuperare la partita di Roma, siamo tornati qui in nottata e siamo arrivati a questa partita importante con la tensione giusta ma la stanchezza nelle gambe. Fino allo 0-0 la partita, dal punto di vista tattico, stava in piedi, mentre il gol dell’1-0 ci ha tagliato le gambe e oltre alla difficoltà fisica sono crollate le energie mentali. Per quanto riguarda la classifica ogni punto è importante perché vogliamo farne il più possibile e il campionato potrebbe avere risvolti particolari. In queste partite dobbiamo fare il meglio che possiamo e dimenticare Lecce, che non deve far crollare il castello della Serie A, ma anzi ricaricarci»

Avere diversi giocatori di proprietà può essere una risorsa o un problema in caso di retrocessione dati i costi?
«Io credo che la Cremonese sia una società forte e mantenere certi giocatori è nelle proprie possibilità. Poi bisognerà condividere tutto questo con i calciatori a fine stagione e i rispettivi agenti, poi sarà il mercato estivo a determinare certe cose»

Ritiene la rosa all’altezza della Serie A e crede che la salvezza si possa ancora raggiungere al di là degli strascichi giudiziari?
«È meglio parlare solo di campo. La rosa è questa, i giocatori sono questi, ci crediamo e ci dobbiamo credere. Dobbiamo mettere entusiasmo nell’allenarsi e nel giocare. Credo che possiamo fare tanto e ottenere quello che sino ad oggi non abbiamo ottenuto. Dal mercato sono arrivati Benassi e Ferrari che hanno tante presenze in Serie A, volevamo completarlo con altri ma questi restano giocatori validi che possono aiutarci a fare i punti non fatti fino ad ora»

Quali sono secondo lei gli errori commessi?
«Tanti e diversi. Se giudichi tutto dalla classifica non puoi dire diversamente, è la prima presa di conoscenza. La Cremonese mancava dalla Serie A da 26 anni e questo è stato sicuramente il primo aspetto, in più il mercato è stato spietato nei confronti di una neopromossa come noi a differenza, per esempio, del Monza. Il Lecce era già stato in Serie A e ha potuto mantenere una base solida, è arrivato primo in Serie B e ha fatto pochi investimenti, ma mirati. A noi è mancata l’esperienza, la non conoscenza della spietatezza del mercato di A da neopromossa. Si pensava che il campionato della Cremonese in B fosse un riferimento per tanti calciatori e club, perché parliamo di un club importante e solido che può favorire la crescita di tanti calciatori. Così come abbiamo ricevuto consneso dall’estero pensavamo di poterlo ricevere anche dai calciatori italiani e dai propri agenti. Queste sono state le grosse difficoltà che poi hanno generato altre scelte»

Si è fatto tanto per portare Zanimacchia a Cremona e valorizzarlo, ma dopo essere finito ai margini è passato al Parma. Ci conferma che c’è il contro riscatto a favore della Cremonese?
«La Cremonese quest’estate voleva più calciatori di proprietà possibile, sia di quelli già stati qui che di altri. Gli investimenti su Zanimacchia e Sernicola sono stati voluti fortemente e la società crede molto in questa scelta. Tra l’altro è partito titolare con Alvini, che ha puntato subito su di lui. Ha fatto nove partite da titolare, la Serie A è diversa dalla Serie B e ci sono difficoltà e adattamenti diversi. A un certo punto ha perso il posto e a gennaio la Cremonese aveva detto che non voleva privarsi di lui, che oltre ad essere un bravo giocatore è un bravo ragazzo. La società l’ha invitato a dare di più e giocarsi il posto, lui ha preferito andare a giocare in una categoria inferiore con un allenatore che già lo conosce. È stata più una sua scelta di andare a giocare piuttosto che restare a soffrire e giocarsi il posto. La Cremonese ne mantiene il controllo e quindi è un’operazione positiva, spiace che abbia preferito andare e giocare piuttosto che restare a soffrire e giocarsi il posto»

Farete qualche operazione con gli svincolati?
«Come ha detto il mister, se c’è qualche giocatore funzionale bene, altrimenti non si prende tanto per prendere. È un mercato nel quale si fa fatica a prendere il giocatore ideale, lo stiamo guardando, ma non so se c’è quel giocatore che ci può aiutare»


Fonte: dal nostro invito al Centro Arvedi Nicolò Casali.
Ogni replica, anche se parziale, necessita della corretta fonte WWW.CUOREGRIGIOROSSO.COM

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