Il nuovo direttore sportivo della Cremonese Giacchetta si presenta: «La Cremo è sinonimo di qualità. L’obiettivo? Migliorarsi sempre»
Tempo di presentazioni in casa Cremonese. Questa mattina, in conferenza stampa presso il Centro Arvedi, è stato presentato il nuovo direttore sportivo grigiorosso Simone Giacchetta, arrivato dall’AlbinoLeffe e ufficialmente in carica da ieri, 1° luglio. «Siamo qui per presentare il nuovo direttore sportivo Simone Giacchetta – ha esordito il presidente Rossi -, ringraziamo Bonato (ds in uscita, ndr) per l’opera che ha fatto e la professionalità del suo incarico in un momento particolare. Abbiamo scelto Giacchetta perché la proprietà è molto vicina alla Cremonese e ha puntato su un direttore in cui, come accaduto col mister, abbiamo riconosciuto doti e valori su cui la Cremo da sempre punta da quando c’è Arvedi. Formazione, idee e cultura del lavoro che dovrà personificare. È un profondo conoscitore di calcio e ha avuto la fortuna di giocare con Maradona, è stato giocatore di buon livello e negli ultimi anni ha guidato l’AlbinoLeffe portandolo sempre ai playoff di Serie C. Ha una grande attenzione per il settore giovanile, su cui la Cremonese vuole puntare».
STRUTTURA – Rossi prosegue: «A Giacchetta e Pecchia va la responsabilità in toto di tutta l’area sportiva: è parte del processo di sviluppo che la Cremonese porta avanti da anni per avere una parte sia sportiva che organizzativa molto forte. Serve una chiara identificazione di responsabilità e ruoli, crediamo sia importantissima per raggiungere gli obiettivi che ci siamo professati. Abbiamo un valore aggiunto come Braida, che ha aumentato la sua responsabilità all’interno della società, in quanto diventa consigliere strategico a diretto contatto con la proprietà e sarà quello che sovrintenderà determinate scelte. Il direttore Armenia resta nel suo ruolo originario, speriamo di aver fatto chiarezza rispetto a dubbi del passato, crediamo sia un buon passo per raddrizzare la società. Il progetto si dovrà sviluppare negli anni e il primo obiettivo è consolidare la presenza in Serie B».
Fonte: dal nostro inviato al Centro Arvedi Lorenzo Coelli
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Simone Giacchetta prende la parola: «Per me è una grandissima opportunità, ringrazio la proprietà. Una responsabilità del genere come ds della Cremonese è una grande opportunità da condividere, già l’impatto con il centro sportivo è qualificante per sé. La Cremonese è una società di altissimo livello per la categoria e sta cercando di creare un percorso di consolidamento in un campionato difficile. La mia chiamata si riferisce proprio a questo progetto, per creare una struttura solida all’interno del gruppo calciatori che possa consentire, a piccoli o grandi passi, un continuo processo di miglioramento che dovrà avvenire con grande impegno e sacrifici perché tutti dobbiamo dimostrare di meritare chiamate di questo tipo, calciatori compresi. I grandi risultati non si ottengono senza fare sacrifici, tutti abbiamo l’ambizione di migliorarci in silenzio attraverso il lavoro. Vogliamo creare uno zoccolo duro su cui poi inserire dei giovani, al giorno d’oggi sempre più ricercati in tutte le categorie».
I profili che la Cremonese si appresta a cercare, considerando le voci di mercato, sono spesso green. L’obiettivo è puntare sui giovani?
«Avere la possibilità di confrontarmi con mister Pecchia e Braida, che sono professionisti di altissimo livello, mi permetterà di fare ancora meglio determinate scelte. Cercheremo di creare un giusto mix sia a livello di gruppo che in campo, con l’inserimento di giovani che possono dare un contributo importante».
Oggi è il suo secondo giorno ufficiale qui, ma nelle scorse settimane la società ha lavorato sottotraccia. È in grado di dare qualche indicazione su quello che è stato fatto?
«La società non si è mai fermata, ha avuto la possibilità di confermare mister Pecchia con la supervisione di Braida e quindi gli obiettivi da raggiungere ci sono già. In questi giorni abbiamo lavorato in questa direzione, ci sono cose da perfezionare, dalla settimana prossima potrebbe esserci qualcosa di più concreto».
Che dirigente troviamo a Cremonese dopo tutte le sue esperienze in giro per l’Italia da calciatore e dirigente?
«Non so se l’esperienza da calciatore mi ha aiutato a diventare un buon dirigente, sicuramente sono state grandi esperienze di vita. Ho fatto una carriera dignitosa conoscendo momenti belli e periodi difficili. Questo mi ha permesso di avere valori morali importanti che mi permettono di stare in questo mondo da tanti anni. La qualità del dirigente è relativa, dipende se si vince o se si perde. L’importante è lavorare con passione e competenza, oggi c’è una difficoltà superiore e quello fatto ieri è già nel passato. Oggi si riparte per dimostrare a me stesso e agli altri che merito una società come questa».
La Primavera ha sfiorato la promozione nel massimo campionato di categoria, ottenendo ottimi risultati. Ci saranno dei ragazzi su cui si punterà in ottica Prima Squadra?
«Siamo tutti dispiaciuti che la Primavera non abbia coronato questo piccolo sogno, certe categorie sono importanti anche per la formazione dei ragazzi. Oggi i ragazzi che dalla Primavera salgono in prima squadra e riescono a ritagliarsi il posto sono difficili da trovare a tutti i livelli, è certo che la Cremonese ha grande attenzione nei confronti dei giovani e valuterà se ci sono profili validi da associare alla Prima Squadra. I percorsi si sono allungati un po’ per tutti in tutti i settori, serve una lunga gavetta: arrivare in prima per fare un giro di campo ha poco senso, è importante scegliere il percorso giusto per i ragazzi che possono aiutare concretamente la Cremonese del futuro».
Giudizio sulla rosa attuale? Quale sarà la politica delle uscite, che nelle ultime sessioni sono state ridotte?
«La Cremonese ha tanti buoni giocatori, quest’anno e storicamente. Che poi tutti non abbiano reso è un altro discorso ma fa parte della storia di tanti gruppi e scelte. Il gruppo è rimasto perché ha un contratto e per via delle decisioni di mister e signor Braida, partiranno tutti per il ritiro. Sono state individuate eventuali partenze, ma servirà tempo. È più semplice fare entrate che uscite, l’importante è che tutto avvenga nei tempi corretti per favorire il lavoro del mister in vista del difficile campionato che ci aspetta. La mentalità del campionato di Serie B è particolare, serve trovare giocatori preparati alla sofferenza».
Il mercato estero può essere interessante?
«Oggi il mercato è globale, quello interno è favorito perché tutti lo frequentiamo ogni giorno e abbiamo conoscenze. All’estero si possono fare operazioni quando si ha la certezza e si conosce l’operazione che si vuole fare».
Qual è il primo obiettivo della Cremo?
«Il primo obiettivo è fare bene, ossia fare meglio rispetto al passato. Piacerebbe a tutti non vederci più nella zona destra della classifica. Il presidente ha parlato di squadre proiettate a fare campionati di vertice, la nostra ambizione è quella di abbandonare la zona destra. Per farlo servirà tanto lavoro e impegno, questo è un campionato più difficile rispetto agli ultimi anni. Pecchia ha salvato la Cremonese in difficoltà in una stagione particolare, ha avuto confronti importanti in passato e ha mentalità e conoscenze che permettono ai calciatori di vedere in lui una guida. È una grandissima risorsa per la costruzione di questo gruppo».
Oggi dalla Serie C il calcio può prendere giocatori importanti: Valeri ne è un esempio. Lei ha lavorato all’AlbinoLeffe e qualche giocatore importante c’è. Si lavorerà anche su giocatori di prospettiva di questo tipo?
«I calciatori della Serie C, quando si confrontano con la Serie B, si trovano davanti ad un mondo diverso. Mi piace fare l’esempio delle moto, ogni giocatore ha un suo motore che deve corrispondere alla categoria, non è così scontato. Credo che la Lega Pro abbia profili che possono impattare nella categoria, ma sono da valutare diversamente rispetto ai veterani. Ci sono opportunità, ma non sono le uniche: le conoscenze di cui oggi dispone la Cremonese sono vastissime (indica Braida, ndr), con un allenatore che ha frequentato tutti i campionati ed è a conoscenza del livello della Serie C. L’importante è sapere a cosa si va incontro quando si fa una scelta».
È difficile far coincidere la pazienza con l’intenzione di non finire nella parte destra della classifica. La prospettiva del mercato dev’essere già puntata.
«Cremonese oggi equivale a qualità, già solo per la presenza di certi professionisti. È una società ambiziosa che si è posta l’obiettivo di crescere ed essere vincente nell’immediato, costruendo. Agli elementi di prospettiva andranno affiancati elementi solidi, ma non si devono fare scelte qualunquiste. Il lavoro della Cremonese è proprio in questa direzione, poi i calciatori possono rendere meglio o peggio, ma conta fare scelte competenti. Le strade che stiamo seguendo in questo».
Considerato quanto è lungo e difficile il campionato di Serie B, in ottica di mercato servirà una particolare attenzione alla profondità della rosa
«Il campionato è lunghissimo, la rosa profonda è importante nel momento in cui ognuno ha un ruolo definito e preciso, l’importante è avere giocatori di qualità a livello di mentalità. Anche la gestione di una rosa profonda è difficile, a volte i gruppi risicati fanno meglio di quelli abbondanti, che si distraggono e si crea un’abitudine a non giocare. Gli allenatori puntano sugli stessi 17-18 giocatori nel corso di un campionato, ognuno deve avere un ruolo preciso. Il bello del calcio è che a fine campionato escono giocatori che prima sono stati poco utilizzati. L’importante è avere i ragazzi giusti, profondi moralmente»
Quanto sarà fondamentale il confronto con mister Pecchia?
«Confronti continui o quotidiani, il mio compito è aggregare i calciatori secondo un’ottica comune di gioco e atteggiamento. La mentalità sta nella serie di comportamenti volti al miglioramento, a partire dall’arrivo puntuali in sede e arrivando all’atteggiamento generale. Chi ha questi comportamenti è già un giocatore importante, Pecchia è un moltiplicatore di qualità e oltre all’idea di gioco e al potere di fare la formazione ha anche la forza e la responsabilità di creare questa mentalità con il sostegno della società».
Ci saprebbe dire il numero di operazioni in entrata che ci possiamo aspettare?
«Questo dipenderà molto anche dal lavoro che faremo giorno dopo giorno e dalle esigenze del gruppo già esistente e dalle indicazioni dell’allenatore. Fare numeri adesso non sarebbe corretto, nel mercato è tutto relativo».
Fonte: dal nostro inviato al Centro Arvedi Lorenzo Coelli
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