
Cyriel Dessers alla Gazzetta dello Sport: «Penso prima alla squadra e alle vittorie, poi i gol arriveranno. Se miglioriamo davanti…»
Il primo gol in grigiorosso non è ancora arrivato, ma Cyriel Dessers resta senza dubbio uno dei giocatori più forti della Cremonese. Il bomber ex Feyenoord è stato intervistato dalla Gazzetta dello Sport, a cui ha raccontato l’impatto con il calcio italiano: «C’è l’arrivo in un Paese e in un campionato diverso, tante cose che succedono in fretta, ma sono ancora molto felice di essere qui a giocarmi questa possibilità».
LA SERIE A – Il classe ’94 ha sempre sognato di giocare in uno dei top campionati europei, ma prima di quest’anno non ha mai lottato per la salvezza: «È un campionato difficile, con avversari tosti per una neopromossa. Più duro di quello olandese e belga, ma lo sapevo. Anche per me, venendo da club abituati a lottare per il titolo, non sarà facile. L’anno in cui sono stato capocannoniere in Olanda avevo fatto un gol nelle prime 6 gare. All’Olimpico sono andato vicinissimo a segnare e ho dimostrato di poter fare bene in Serie A. È un calendario tosto, la Lazio è forte ma ora siamo più solidi in difesa e se miglioriamo anche davanti possiamo dare la prima gioia ai nostri tifosi allo Zini».
IDENTITÀ – Nonostante tutto, la Cremonese si sta già facendo conoscere per lo stile di gioco che ha adottato in queste prime giornate: «L’identità l’abbiamo avuta fin da subito, con Fiorentina e Roma abbiamo giocato a viso aperto. Poi, come ho detto, ogni partita è a sé e Alvini è un maestro della flessibilità, si adatta benissimo all’avversario». Una delle esultanze preferite di Dessers è quella con la bandierina del calcio d’angolo: «L’ho fatta un paio di volte la scorsa stagione col Feyenoord e col Genk a luglio. Sotto la curva grigiorossa sarebbe fantastico, ma non vorrei focalizzarmi su me stesso, penso prima alla squadra e alle vittorie, poi i gol arriveranno».
RAPACE D’AREA – Che tipo di attaccante si sente Dessers? «Sono un uomo d’area, lì posso fare davvero la differenza. Contro Roma e Atalanta, per esempio, ho fatto a sportellate coi difensori su palle vaganti o rilanci lunghi di Radu. Il prossimo step è cominciare a creare occasioni pulite da finalizzare». Lo scorso anno ha vinto il titolo di capocannoniere della Conference League con 10 reti: «Un titolo che mi ha riempito d’orgoglio, contro squadre e attaccanti top come Kane, Abraham, Milik. Ora però voglio iniziare a segnare in Serie A». Cresciuto in Belgio, alla fine ha scelto di giocare per la Nigeria: «Sono metà belga e metà nigeriano ma quando ho ricevuto la chiamata delle Super Eagles non ho avuto dubbi. Giocare per il Paese di mia madre è un onore. Che sogno la prima rete in nazionale quest’estate!».