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Lazio, Sarri: «Ci siamo fatti gol da soli»
Lazio, Sarri: «Ci siamo fatti gol da soli»

Il tecnico dei biancocelesti Sarri al termine di Lazio-Cremonese 3-2: «Grandissima stagione in campionato, dobbiamo arrivare secondi»

La Cremonese cade nel finale e perde 3-2 contro la Lazio. Al termine della gara il tecnico biancoceleste Maurizio Sarri è intervenuto dalla sala stampa dello stadio Olimpico. Ecco le sue dichiarazioni.

Tra l’1-0 e del 2-0 di un momento di calma, forse la squadra si è rilassata? Che voto dà alla sua stagione?
«Mi sono stati sui coglioni per 21 anni a scuola i voti vuoi che me li dia da solo? Abbiamo fatto una stagione europea deludente ma una stagione grandissima in campionato, siamo andati oltre le previsioni. Sulla partita, noi siamo una squadra che non è ancora matura, dopo il 2-0 abbiamo smesso di difendere e ci siamo fatti gol da soli. Dobbiamo crescere».

Che emozioni ha provato oggi?
«Innanzitutto c’è da finire il lavoro, dobbiamo vincere per arrivare secondi. Sarebbe brutto mollare a un passo da un traguardo importante per tutti. Quando sono arrivato due anni fa c’erano 20mila persone allo stadio, oggi invece era pieno, ti rendi conto di quanto amore può dare il popolo laziale. Spero che il prossimo anno sia come questo, vorrà dire che la squadra sta facendo bene. Dall’esterno non ti rendi conto, quando vivi la lazialità dall’interno ti rendi conto che è un grande popolo».

A livello tattico ha conciliato il possesso palla e verticalità, come pensa di organizzarsi nel prossimo futuro?
«L’aspetto più importante è che arrivino giocatori forti. Il modo di giocare dipende molto dagli attaccanti che hai, noi abbiamo attaccanti che strappano. Stiamo diventando una squadra che anche quando palleggia per molto tempo riesce a trovare gli spazi per essere pericolosa».

In 19 anni di presidenza Lotito Sarri è l’unico vincente che è stato preso da allenatore. Un rischio, vinto, perché un allenatore vincente costa anche di più. Adesso però servono giocatori forti.
«Per quanto riguarda i soldi ti dico che lo stipendio che prendo qui non l’avrei accettato da altre parti, ho avuto la sensazione che qui avrei potuto fare calcio in maniera pura, cosa che non sono riuscito a fare negli ultimi anni. Avevo bisogno di ritrovare il gusto del campo. Per me è molto più importante arrivare in Champions che vincere una Supercoppa. Vediamo ora che macchina potremo avere. Non è detto che siccome ho un contratto andiamo avanti insieme, parleremo e se saremo d’accordo andremo avanti insieme. Con i nuovi introiti penso potranno arrivare giocatori importanti. So che lui (Lotito, ndr) non farà follie ma questo fa parte della storia della Lazio. Se Lotito ascolta me prendiamo De Bruyne e Haaland. A parte gli scherzi, prima bisogna capire chi resta, entro pochissimo tempo, e poi scegliere bene sul mercato. In certe zone di campo siamo corti, in altre lunghi ma con poca varietà di caratteristiche».

Che Champions si immagina per la sua Lazio? L’Inter parte battuta in finale?
«Nelle partite uniche le vittime predestinate non esistono, chiaro che sulle 38 partite i valori vengono fuori. Il confine sottile per noi è farla la Champions, ma per tre o quattro anni consecutivi, allora lì fai il salto di qualità. Serve creare un percorso, solo così alzi il fatturato e diventi competitivo».

Sul futuro di Milinkovic? Due parole per Radu.
«Non lo so in questo momento, il ragazzo è in scadenza e anche la società deve prendere delle decisioni, non è un giocatore che si può perdere a zero. Dipende se avrà voglia di mettersi a disposizione, io quest’anno l’ho visto coinvolto, ha attraversato dei periodi no ma c’è sempre stato e ci ha tirato fuori da diversi problemi. Stefan è un grande personaggio, di una lealtà incredibile, spero voglia rimanere nel mondo laziale. Un professionista e un personaggio unico».


Fonte: dal nostro inviato allo Stadio Olimpico Nicola Guarneri.
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Lorenzo Coelli

Redattore e Social Media Manager

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