Il ds della Cremonese Giacchetta, mister Stroppa e il vicepresidente Calcinoni hanno inaugurato la stagione 2024-25. Le loro dichiarazioni
La stagione 2024-25 è ufficialmente iniziata anche in casa Cremonese. Nella mattinata di giovedì 13 luglio (poche ore dopo il raduno ufficiale dei giocatori, seguito da visite mediche e test fisici) il direttore sportivo Simone Giacchetta e il tecnico grigiorosso Giovanni Stroppa hanno tenuto la prima conferenza stampa dell’anno, accompagnati dal vicepresidente Maurizio Calcinoni. Ecco tutte le loro dichiarazioni.
Maurizio Calcinoni: «Inizia la stagione e ci tenevamo a portare i nostri saluti e quelli del Cavalier Arvedi. Oggi ripartiamo molto motivati dopo un campionato di vertice, che ci ha lasciato con grandi motivazioni. Ci siamo già mossi sul mercato in continuità con il progetto tecnico portato avanti dal mister e dal direttore. Cercheremo di essere pronti per l’inizio del campionato. Ci tengo anche a ringraziare i tifosi per il sostegno dimostrato l’anno scorso, ci dà grande soddisfazione».
Simone Giacchetta: «Iniziamo la stagione 24-25 mettendoci alle spalle la delusione, la soddisfazione per il campionato fatto c’è ancora. Vogliamo dimostrare di nuovo di essere una squadra competitiva in un campionato difficile come la Serie B. Il mercato è appena iniziato, è presto per stilare una griglia dei valori delle squadre, ma abbiamo tutta la volontà di fare bene, siamo concentrati sul campo».
Giovanni Stroppa: «Lasciamo un campionato difficile e stiamo per affrontarne uno ancor più competitivo, con squadre molto blasonate. Tutti vogliono vincere. Noi sappiamo dove siamo arrivati e abbiamo la consapevolezza di poter continuare su quella strada, da protagonisti, come la Cremo è abituata a fare. Ringrazio il Cavaliere per aver rinnovato la fiducia nello staff».
Le domande dei giornalisti.
Partiamo dalla scelta di Ciofani. Quanta importanza ha avere Daniel in società?
Giacchetta: «Per tutti arriva il momento di appendere gli scarpini al chiodo. È un momento difficilissimo, ma Daniel ci è arrivato con un processo interiore partito già da tempo. Le qualità del ragazzo le conosciamo tutti, è una persona per bene. Inizia una nuova carriera ed è come tornare a scuola. Sembra più interessato ad un’area di responsabilità piuttosto che tecnica, quindi non può esserci palestra migliore del Settore Giovanile».
Vi siete fatti un’idea di quanti giocatori comporranno la rosa?
Giacchetta: «Rimaniamo dell’idea che 25, 26, 27 giocatori al massimo sia sufficiente se non altro per il girone d’andata. Poi la rosa potrà, chiaramente, subire modifiche a gennaio sulla base delle esigenze che ci saranno».
Il fatto che il mercato termini a campionato già iniziato altera alcune situazioni. Come si lavora in questo senso?
Giacchetta: «Il focus dovrebbe essere concentrato sulla partita della domenica, ma in realtà il sistema spesso se ne dimentica. Tutti vorrebbero iniziare la preparazione a rosa ultimata. Ma in quel momento succede di tutto, partiamo con dei giocatori sotto contratto che poi magari partiranno e viceversa. Questa situazione non privilegia l’aspetto tecnico, che dovrebbe essere la base. Vale lo stesso discorso per gennaio. Questo sistema, inoltre, condiziona psicologicamente i giocatori, distratti da social, articoli e telefonate. Si possono creare situazioni poco nitide».
Rispetto allo scorso anno, la società avrà idee più definite, il polso più duro per evitare casi come quello di Valeri?
Giacchetta: «Anche l’anno scorso la Cremonese aveva le idee chiare. Pensiamo alla stagione attuale. Abbiamo convocato tutti i giocatori della rosa attuale, anche quelli che l’anno scorso giocavano altrove, sono tutti coinvolti. Chiaro che per alcuni c’è una riconferma tecnica evidente, altri non sono centrali nell’idea tecnico-tattica».
Dove la Cremonese deve cercare di intervenire per migliorare?
Giacchetta: «Secondo me è importante rinnovare l’entusiasmo di gruppo e ambiente. È fondamentale portare energie e risorse nuove. La Cremonese ci mette sempre la faccia e lo scorso campionato c’è mancato poco. Ripartiamo con umiltà. Se faremo tutto bene, potremo raggiungere grandi obiettivi».
Per ora si sono presi giocatori nel pieno della maturità, rimane la linea di ringiovanimento della rosa?
Giacchetta: «Sì, rimane. Spesso si fa il paragone con la Cremo di Pecchia che aveva tanti giovani in prestito. Ma bisogna innanzitutto capire cosa significa giovane. L’importante è mettere energie fresca, di calciatori che hanno voglia si venire a Cremona a dimostrare qualcosa. Se ci saranno opportunità in prestito le sfrutteremo, se ci saranno a titolo definitivo idem».
La scelta di prendere due giocatori dal Catanzaro con obbligo di riscatto è un rischio calcolato?
Giacchetta: «Il prestito con obbligo di base diventa a titolo definitivo se si raggiungono determinate condizioni. Ma in realtà può essere usato per fare un pagamento con diverso tempismo. L’importante è che si verifichino le condizioni, che a garanzia di chi vende non devono essere impossibili».
Un commento sui primi due arrivi, Vandeputte e Fulignati, sicuramente da lei voluti.
Stroppa: «Si, li abbiamo fortemente voluti. Hanno entrambi numeri importanti. Fulignati per me è uno dei più forti della categoria nel suo ruolo, idem Vandeputte. Come ha detto il direttore serve venire a Cremona con la motivazione giusta per migliorare quella che c’è già di buono».
Il fatto di poter cominciare la stagione dall’inizio e condividere il mercato è un punto a favore?
Stroppa: «I primi giorni che ero qui sentivo le opinioni su quello che poteva essere il percorso con la squadra fatta in precedenza. Avevo già in mente quello che poteva essere e i fatti hanno confermato le mie idee. La squadra ha giocato da protagonista, l’ho sentita subito mia. Ho scelto io la Cremonese, oltre ad essere scelto dalla dirigenza. Non sono subentrato con poche partite a disposizione, ho avuto tempo per capire ciò che la squadra mi poteva dare e ho avuto una risposta straordinaria. Io chiedo i giocatori più forti, che possono fare la differenza, se non con nomi e cognomi con caratteristiche congeniali alla squadra, quindi sì, c’è condivisione di idee».
Oggi si parte con una base che dà garanzie, e fa la differenza…
Stroppa: «Assolutamente. Io entro in campo e non ho più bisogno di spiegare, parlare, la squadra sa. Chiaro che c’è l’aspetto fisico-atletico, ma è come se non ci fossimo mai lasciati. C’è la possibilità di consolidare e aggiungere qualità, motivazioni. Dal punto di vista del mio lavoro, è impagabile».
Programma di amichevoli molto ricco, lei è uno che cerca molti test per verificare la condizione?
Stroppa: «Sì, anzi, io avrei voluto giocare contro tutte squadre di Serie A, ma ovviamente non è possibile. Sono incontri che servono da termometro. Se mi fossi insediato da poco avrei chiesto test più alla portata, ma non è il caso».
Si riparte da Cosenza. Ha in mente una Cremo che inizia forte, o una che va in crescendo, vista la partenza lenta dello scorso anno?
Stroppa: «Siamo partiti con 5-6 giorni di ritardo nella preparazione. Ma il lavoro rimane circa lo stesso. Cercheremo di sfruttare le amichevoli per ricondizionare i ragazzi e fare i conti alla fine. Sarebbe bello partire bene e finire meglio».
Tanti nomi per il ruolo di centravanti. Lei che caratteristiche ha chiesto?
Stroppa: «Nomi e cognomi non si possono fare. Gli allenatori chiedono sempre le punte più complete possibili, ma sono quelle che costano di più e sono poche. Spesso l’attaccante va scoperto».
Per la porta, con l’arrivo di Fulignati, avete già l’idea di chi verrà sacrificato?
Stroppa: «No, è un discorso in divenire. Vedremo come gestire la rosa su over e under in base a chi entra. È una risposta che non possiamo darci oggi».
Fulignati fa quasi il libero, impostando il gioco. Quanto è stato voluto un portiere così per la Cremo, che parte dal basso?
Stroppa: «È la fortuna di allenare la Cremonese. Ho detto nome e cognome e sono stato accontentato. Credo con con il calcio moderno il portiere sia sempre più determinante. Non dimentichiamo però che quelli impiegati lo scorso anno hanno fatto benissimo».
Rispetto a quanto fatto dal Mudo, vedremo invece un attacco più strutturato come visto a Catanzaro con Tsadjout-Ciofani?
Stroppa: «Sono un allenatore meritocratico, metto in campo la squadra migliore. Non precludo nulla. Dipenderà da chi avremo a disposizione e dal momento».
Per quanto riguarda invece il ruolo sotto punta?
Stroppa: «Johnsen e Falletti non hanno dimostrato quanto desiderato ma sono giocatori importanti. Così come Vazquez e Buonaiuto, possono cambiare tutte le partite».
Fonte: dal nostro inviato al Centro Arvedi Michele Iondini
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