L’ex allenatore della Cremonese Attilio Tesser ai microfoni di CGR: «Promozione in Serie A meritata, sono ancora legato alla piazza»
Sono passati oltre quattro anni dal suo addio alla Cremonese, ma Attilio Tesser resterà sempre nel cuore dei tifosi grigiorossi. Dopo l’ascesa in Serie B 6 maggio 2017, il destino ha voluto che in questa stagione sia la Cremo che il mister, ora al Modena, conquistassero nuovamente una promozione. Il tecnico di Montebelluna è stato ospite di GrigiorossOnAir, uno dei programmi della nostra testata. Ecco le sue dichiarazioni.
Ogni replica, anche se parziale, necessita della corretta fonte WWW.CUOREGRIGIOROSSO.COM
Buonasera mister, innanzitutto complimenti per la promozione in Serie B con il Modena, oltretutto con tanti ex grigiorossi al seguito.
«Vi ringrazio molto. In Serie C ho avuto la fortuna di fare quattro promozioni, la prima proprio a scapito della Cremonese con il Novara, ed è stata la più serena, mentre le altre sono state più combattute. Adesso stiamo pensando alla Supercoppa e al Sudtirol, ma quello che contava fare l’abbiamo fatto. L’appetito vien mangiando e in questi giorni stiamo girando per la città e vediamo di mantenere la concentrazione per la sfida di sabato».
Scarsella ha segnato un numero incredibile di gol (13), non capiamo come sia ancora etichettato come centrocampista! A parte questo, ormai è anche lui l’uomo delle promozioni: ma quanto è forte?
«Quest’anno, quando ne ho parlato col direttore, ho detto “magari venisse”. Lui con me ha sofferto a Cremona, sono onesto. Vuole giocare sempre con continuità, ma con le rose ampie di oggi le rotazioni diventano importanti. Sa inserirsi e fiutare il gol, si butta con gli inserimenti da dietro e sa farsi trovare al posto giusto al momento giusto. Inizialmente cercavo un centrocampista di gioco e costruzione, ma poi con le sue qualità è venuto fuori un giocatore importante in fase di finalizzazione ed è stato il nostro capocannoniere».
Veniamo al 6 maggio: per i cremonesi ormai è una data d’oro. Quest’anno la promozione in A, dopo 26 anni, cinque anni fa il 3-2 sotto la pioggia con la Racing Roma. Senza il suo 6 maggio la Cremo non avrebbe mai vissuto tutto questo.
«La promozione di Cremona e questa di Modena si assomigliano tantissimo: non solo per la pioggia, ma perché siamo arrivati all’ultima partita a giocarcela. A Cremona addirittura all’87’ con Scarsella, che ha fatto doppietta anche nell’ultima giornata di questo campionato. In comune c’è anche la rincorsa con un’avversaria valida come la Reggiana, con cui eravamo sotto di 8 punti ma ce la siamo andati a prender con merito. Le similitudini ci sono tutte. Il fatto che il 6 di maggio con la pioggia siano arrivate le due promozioni è un’altra coincidenza, ce ne sono alcune incredibili. Con il Modena sono andato a giocare la penultima a Gubbio, abbiamo fatto 1-1 e non abbiamo chiuso il campionato ed era Pasqua. Allo stesso tempo col Pordenone avremmo potuto festeggiare la promozione prima e facemmo 2-2, poi la partita dopo l’abbiamo centrata. Un po’ come a Cremona, quando la sconfitta di Livorno ci impedì di festeggiare con una giornata di anticipo».
Ha seguito un po’ la Cremonese quest’anno? C’è qualcosa che le è piaciuto/l’ha colpita particolarmente?
«Sono molto contento per la promozione della Cremo perché l’ha meritata sul campo, ho conosciuto Arvedi e so la passione che ci mette. Il centro sportivo è all’avanguardia ed è bellissimo, un segnale forte di chi vuole fare le cose in una determinata maniera. Dalla vittoria della Lega Pro la piazza ci ha sempre dato un contributo straordinario, ho visto una città innamorata della sua squadra e le ho sempre voluto bene. La società e i tifosi sono importanti, la Serie A è il giusto premio. Noi abbiamo fatto un primo passo che è servito dopo cinque anni a dare questa opportunità. Siamo riusciti a fare un salto di categoria che per storia sappiamo essere molto complicato. Esserci riusciti in una città che ha fatto la Serie A è stato un passaggio importante. Seguendo sempre con affetto questa squadra ho visto che il Cavaliere ha fatto le cose bene come sempre, la squadra ha fatto un ulteriore salto di qualità. Alla Cremonese posso fare solo i complimenti».
Qualche giocatore le è piaciuto in particolare?
«Se devo citare i giovani cito quelli della Juventus come Fagioli che è un giocatore importante o Zanimacchia. Penso anche a Gaetano che ho trovato cresciuto rispetto a quando ci ha segnato la doppietta a Pordenone. Io facevo l’esterno sinistro e mi sembra che anche Valeri abbia dimostrato di essere un calciatore di prospettiva».
Cosa ne pensa di mister Pecchia? Che lei oltretutto ha già conosciuto nel 2006-07 in Serie A, quando allenava l’Ascoli.
«Parlando con amici mi hanno detto tutti che è particolarmente bravo e sono contento. Penso che la sua esperienza formativa sia quella con Benitez, ma è giusto che escano le sue qualità. Complimenti a Fabio, ho visto più volte la Cremo giocare e fa davvero un bel calcio, si vede la sua mano. Penso che la forza di una squadra stia nella capacità di gestione dei calciatori. Possiamo fare tutte le tattiche del mondo, ma se non scatta l’empatia tra staff e calciatori si va poco lontano, bisogna essere squadra. Ha fatto una buona rotazione e il gruppo ha spinto dalla stessa parte».
Quanto le avrebbe fatto comodo un attaccante alla Ciofani in quel famigerato mercato di gennaio 2018?
«Questo è un tasto veramente dolente e delicato…. Mokulu si era fatto male a dicembre ed era un’assenza pesante. Poi Paulinho, che era un fenomeno per la Serie B, si è fatto male due giorni dopo la chiusura del mercato. È arrivato un ragazzo come Scamacca, che oggi è in Nazionale e con noi ha fatto anche bnee, ma non era quello di oggi e non aveva l’esperienza necessaria. Aveva tutte le qualità per fare bene. Poi era arrivato un ragazzo meraviglioso come Gomez che però non giocava da diverso tempo. Aver perso i titolari come Mokulu e Paulinho è stata una grossa mancanza, questo ha inciso veramente tanto nell’economia di quella parte di campionato dove poi iniziano le problematiche varie: Claiton si è rotto il dito, Canini giocava con le infiltrazioni prima e dopo la partita».
Crede che si poteva centrare la A al primo colpo quell’anno?
«Noi c’eravamo come squadra. La sorte poi non ci ha aiutato, quella serve e deve arrivare nei momenti giusti. Ricordo che a Brescia pareggiammo ma dovevamo stravincere come in altre situazioni, eravamo riusciti a fare tante buone prestazioni ma pareggiavamo. Poi è scivolato tutto, ma aver avuto l’opportunità di rimpiazzare in maniera importante gli attaccanti avremmo potuto essere sicuramente da playoff e l’avremmo dimostrato. Camará? Quando sono stati tuoi ragazzi fai fatica a parlare… Lascio i giudizi a voi, anche lui si è ritrovato trasportato a Cremona e serve sempre tempo. Ho citato Scamacca apposta: era un ragazzino e per quello a cui puntavamo in quel momento, a Palermo ha fatto un gol importante, ma non era quello di oggi».
Mister è incredibile come tutte le piazze in cui è stato la ricordino con grandissimo affetto. Chiaro, i risultati fanno tanto, ma c’è anche molto altro. Anche oggi quando abbiamo detto che sarebbe stato in diretta con noi, ci hanno risposto anche da Terni dicendo: “Tra i migliori tecnici mai avuti in rossoverde”, eccetera. Qual è il segreto?
«Questo mi gratifica molto. Dove si vince è facile essere ricordati bene. Oggi siamo stati ricevuti dal sindaco e ho parlato di una cosa che mi porto sempre dietro. Mio papà, che non c’è più da tanti anni, mi ha insegnato ad essere una persona educata, per bene e rispettosa. So che lavoro per una comunità, la gente fa dei sacrifici e la proprietà spende soldi importanti. Questo merita rispetto e significa non solo vincere, ma anche lavorare con serietà. Chi lavora dando questo sentimento morale qualche punticino in più lo fa. A queste cose tengo molto, non vado sotto le curve a baciare lo stemma ma preferisco andare a risultato ottenuto, come fatto ad Avellino e Terni dopo la salvezza. Penso anche quando con la Cremonese siamo andati ad Avellino e tutti si sono alzati in piedi. Mi piace essere riconosciuto come uno che dà tutto, so che sbaglio a volte ma ci metto tutto me stesso».
È andato in una società che ha fatto investimenti importanti. Può essere la sorpresa della prossima Serie B?
«Me lo auguro, la proprietà è appena entrata nel mondo del calcio e li ho conosciuti un anno fa. Hanno tanto entusiasmo, è gente che è tifosa, vanno sempre a vedere i Mondiali, Inter, Milan, le finali di Champions… Sono tifosi e appassionati di calcio, vogliono fare bene. Oggi chiedevo al Presidente se si aspettasse un anno così intenso e ha detto di no, pur essendo da sempre tifoso. Sicuramente vorrà far bene, io dico sempre che bisogna stare con i piedi per terra, vedremo il grado di competitività. Siamo l’unica rosa delle “big” di Serie C che ha 6-7 ragazzi giovani, una parola che va di moda anche in casa Cremonese. Bonfanti ha fatto tripletta l’altro giorno e viene da tre mesi buoni, Mosti, Maggioni, Rabio, Baroni sono tutti ragazzi che arrivavano dalle Primavere. A differenza della Reggiana e della “mia” Cremonese, dove la squadra non era giovane perché era fatta per vincere subito. Qui invece i giovani sono stati determinanti anche nei momenti difficili di inizio stagione, ci hanno dato spensieratezza e qualità. Volevamo essere competitivi in due anni, cercando un equilibrio tra gioventù e giocatori esperti».
Mister, purtroppo è già ora di salutarla. Grazie per essere stato nostro ospite e in bocca al lupo per il prossimo campionato!
«Grazie a voi, è stato un piacere e sono felice. Forza Cremo, in bocca al lupo!»
Ogni replica, anche se parziale, necessita della corretta fonte WWW.CUOREGRIGIOROSSO.COM