Giocate sensazionali e gol in rovesciata, ma anche continui problemi fisici: alla fine Paulinho ha dovuto arrendersi, però è stato bello averlo a Cremona
È durata in totale 527 giorni l’esperienza di Paulinho alla Cremonese. Fu il colpo ds Giammarioli del mercato estivo del 2017, ufficializzato due giorni prima dell’esordio dei grigiorossi di mister Tesser in Serie B sul campo del Tardini di Parma. Riportato in Italia dopo 3 stagioni all’Al-Arabi, in Qatar, il brasiliano era pronto a far sognare e divertire il pubblico dello Zini con giocate di alta scuola, le stesse di cui ci eravamo innamorati quando militava nel Sorrento, con anche alcuni gol realizzati contro la Cremonese fra il 2009 e il 2011, e soprattutto ai tempi del Livorno, trascinatore dei toscani in Serie A: nel campionato cadetto segnò 36 gol in due annate, mentre in massima serie fu protagonista con 15 reti in 35 apparizioni. A tratti in grigiorosso è stato devastante, ha riportato grande entusiasmo a Cremona, ma i troppi problemi fisici ne hanno pesantemente condizionato il rendimento, fino alla risoluzione del contratto divenuta ufficiale oggi, 1° febbraio 2019, dopo aver disputato 26 presenze e realizzato 7 gol in Serie B.
PRIMI TEMPI – In attesa del recupero della migliore condizione dopo l’esperienza qatariota, noi tifosi grigiorossi fantasticavamo su come sarebbe stata la prima Cremonese in B dopo undici anni di assenza: Piccolo, acquistato dallo Spezia, dietro alle punte Mokulu e Paulinho, con gli eroi della promozione Brighenti e Scappini pronti a subentrare. In realtà è capitato poche volte di vedere in campo insieme il gigante belga e l’asso brasiliano: fino a che è stato possibile, la Cremo ha ottenuto risultati strepitosi: girone di andata da quarta in classifica, per Paulo 5 gol in 16 presenze e Benjamin che ha chiuso anzitempo la stagione dal 2 dicembre per la rottura del tendine d’Achille.
PRIMO GOL – L’esordio di Paulinho con la maglia della Cremonese fu sul campo della Pro Vercelli, alla terza giornata del campionato 2017-18: una partita che i grigiorossi avevano già messo in ghiaccio, ma che poi hanno reso ancora più altisonante con il 4-1 firmato Mokulu su assist pregevole proprio del brasiliano. Nei molti spezzoni giocati successivamente, Paulinho ha sempre dimostrato ottime doti tecniche ma non riusciva a sbloccarsi (ricordiamo una ghiottissima occasione nello 0-0 di Frosinone). I primi 90 minuti completi sul sintetico di Chiavari: nel turno infrasettimanale, la Cremo domina ma finisce solo 1-1 con il primo sigillo dell’ex Livorno, un gol straordinario. Doppio gioco di gambe dalla sinistra, destro a giro sul secondo palo fenomenale. Il primo assaggio della sua classe.
DECISIVO – Nel primo anno grigiorosso ha segnato come detto 5 gol, e tutti si sono rivelati decisivi per portare a casa punti. Pochi giorni dopo Chiavari, immensa doppietta in casa nel 3-3 contro il Perugia (forse la sua miglior prestazione in grigiorosso): una rete strepitosa in rovesciata, che tutti ricordiamo molto bene, una su rigore e un assist. Sembra tornato al top, eppure è costretto a saltare le successive 4 partite per infortunio. Torna con lo Spezia a inizio dicembre e gli bastano pochissimi minuti per mettere dentro 1-0 finale; lo stesso gli capita contro il Cesena, a ridosso di Capodanno: gol molto simile nei minuti conclusivi, anche se in quella circostanza era in campo fin dal 1′.
IL CALVARIO – Il 27 gennaio, nel pareggio di Avellino, si conclude la prima stagione di Paulinho alla Cremonese. Da lì in avanti nessuna presenza, la società grigiorossa – pur sapendo che anche Mokulu non è più a disposizione – dal mercato per l’attacco regala a Tesser solo Camará, preso dagli svincolati, e il giovane classe ’99 Scamacca. Brighenti e Scappini sostengono il reparto offensivo, ma segnano pochi gol; altri infortuni colpiscono difesa e centrocampo, allora inizia una crisi di 18 gare di fila senza vittorie (con anche avvicendamento in panchina: Mandorlini per Tesser). Tutti invocano il nome Paulinho, l’unico che avrebbe potuto risollevare la situazione. Circolano anche innumerevoli voci extra-campo sul suo conto – totalmente false – che non facevano che peggiorare una situazione ambientale già pesante. A fine febbraio il ritorno in campo è imminente, tanto che a Pescara va in panchina, ma un’altra ricaduta gli sarà fatale. La Cremonese si salverà il 12 maggio con il 5-1 al Venezia, e per Paulinho si prospetta l’addio in estate, alla scadenza del contratto.
RIPROVIAMOCI! – In estate cambia il direttore sportivo della Cremonese: Rinaudo prende il posto di Giammarioli. L’ex difensore conferma, un po’ a sorpresa, Paulinho, concedendogli la possibilità di riscattarsi dopo un’annata difficile, costellata da problemi fisici a ripetizione. Nel 4-3-3 di Mandorlini è la prima scelta per il ruolo di punta centrale, o al massimo la seconda dopo Montalto, acquistato dalla Ternana dove aveva segnato 20 gol in un’unica stagione. Il tagliagole si infortuna gravemente subito, alla prima giornata, ma Paulinho non è ancora pronto: in estate non ha partecipato alle amichevoli, dovendo seguire un percorso di lavoro personalizzato. Entra in scena alla terza giornata con lo Spezia, segna con il Cosenza (con lacrime toccanti nel post partita), ma il polpaccio fa le bizze: out 5 a cavallo del cambio tecnico Mandorlini-Rastelli, torna con il Crotone e fa gol nell’1-2 interno con il Carpi. Un tempo di gioco a Brescia il 26 dicembre, poi ancora una contrattura. L’ultima, prima dell’addio ufficiale di oggi.
CAMPIONE – Difficile separarsi da un giocatore della classe di Paulinho: in campo era una meraviglia, dispensava palloni con qualità eccelse e riusciva ad incidere anche quando non era pienamente in condizione. Ha lottato per tornare al più presto, per regalare altre gioie ai tifosi grigiorossi e per ottenere altre soddisfazioni personali. Ha lavorato duramente la scorsa estate per meritarsi una riconferma, la società lo ha appoggiato per permettergli di scacciare i fantasmi del passato. Una scommessa riportarlo in Italia: inizialmente sembrava assolutamente vinta, poi purtroppo la fragilità del giocatore ha per forza di cose cambiato l’opinione di tutti. Si è arrivati alla risoluzione consensuale, segno che evidentemente, a 33 anni appena compiuti, era divenuto inevitabile chiudere il rapporto per l’impossibilità di giocare a calcio con continuità e a determinati livelli.
In bocca al lupo per tutto, Paulo, e grazie per aver portato un po’ di fútbol bailado allo Zini!
Di Andrea Ferrari