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Maspero a CGR: «Mi piacerebbe allenare la Cremo»
Maspero a CGR: «Mi piacerebbe allenare la Cremo»

Riccardo Maspero intervistato da CGR: «A Cremona anni splendidi. Devo la carriera a Gigi Simoni e Bruno Mazzia. Mondo, allenatore speciale».

La puntata speciale di GrigiorossOnAir è dedicata a un giocatore che ha fatto la storia della Cremonese: Riccardo Maspero. A pochi giorni dall’anniversario della magica vittoria di Wembley abbiamo parlato con Maspero dei vecchi tempi, di Simoni e di Mondonico, delle esperienza in panchina e della Cremo attuale: «È sempre bello parlare della Cremonese, ho il grigiorosso nel sangue».


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SIAMO STATI A WEMBLEY – La prima domanda non può che essere sulla finale di Wembley contro il Derby County, partita in cui tra l’altro Maspero ha pure segnato: «Ha ragione Turci quando dice che eravamo al vero Wembley, c’era la storia lì. La coppa anglo-italiana era nata per ridere, inizialmente il mister faceva turnover. Poi l’appetito vien mangiando e siamo arrivati fino alla finale nel tempio di Wembley. L’atmosfera era fantastica anche nei giorni prima della partita, in città si respirava l’attesa, solo ora ci rendiamo conto di quello che abbiamo fatto. I nostri tifosi erano di meno dei loro ma noi siamo “pochi ma buoni”, sono stati fantastici contro il muro bianco del Derby County. Vanno fatti anche i complimenti alla società, Erminio Favalli ha organizzato tutto alla perfezione. Quando sono uscito dagli spogliatoi e ho visto il nostro spicchio di tifosi è stato entusiasmante. Sulla partita poco da dire, eravamo i più forti e l’abbiamo dimostrato, li avevamo già battuti nel girone anche se una finale è sempre una finale. Belle anche le feste dopo, in albergo è stato un delirio, a un certo punto non si trovava più la Coppa. Me la sono tenuta per tre giorni quando siamo tornati a Cremona, nessuno sapeva che l’avevo io, ho fatto le foto in tutte le stanze di casa mia. Gigi Simoni è stato bravissimo a preparare la sfida presentandocela come una partita normale, non abbiamo sentito la tensione che con il senno di poi avremmo dovuto sentire. Non ci stavamo rendendo conto che avremmo scritto la storia. Wembley ci ha dato la spinta finale per una stagione già bella, è stata una miccia che ha chiuso il cerchio e ci ha fatto arrivare dove dovevamo arrivare: in Serie A».

DA SIMONI A CESINI – Gigi Simoni è stato quello che più ha creduto in Maspero. Ricky conferma il grande spessore umano di Simoni raccontando di un rapporto che andava ben oltre il rettangolo di gioco: «Gigi per me è stato un padre, una persona che andava al di là del rapporto allenatore-giocatore. Mi ha preso in simpatia, ha creduto in me, mi ha dato quello che mi serviva per diventare un calciatore, anche fuori dal campo. Quando ho festeggiato le 100 presenze è venuto a cena a casa mia, era un qualcosa di unico nel mondo del calcio, non aveva eguali. Sapeva sempre come prendermi, come stimolarmi quando dovevo dare di più e come gratificarmi quando andavo bene. Quando sono tornato a Cremona dopo alla parentesi alla Sampdoria mi ero appena sposato e ha voluto sapere tutto, chi era lei e se mi trovato bene. Devo gran parte della mia carriera a lui e a Bruno Mazzia che è stato quello che mi ha preso dalla Primavera e portato in prima squadra. È merito suo se a 17 anni ho calciato un rigore che ci ha portato in Serie A. Voglio ricordare anche Luciano Cesini che mi ha massacrato in Primavera, mi ha fatto correre tantissimo insegnandomi il senso del lavoro. I primi tempi alla Cremo sono stati bellissimi, ma quanti sacrifici! In Primavera per tre anni sono venuto in pullman da Lodi, non sapevo mai se sarei arrivato in tempo. Poi per fortuna quando sono andato in prima squadra è arrivato Lombardo a farmi da autista (ride, ndr)».

QUANTI GOL – La carriera di Maspero ha avuto molti momenti alti ma anche qualche periodo di difficoltà, soprattutto con la rivoluzioni del calcio di Sacchi: «Il 4-4-2 di Sacchi mi ha affossato, non sapevano più dove mettermi. Simoni mi schierava come mezzala, Camolese mi metteva sulla trequarti, ero contento per giocavo nel mio ruolo. Simoni mi voleva a tutti i costi al Napoli ma ho detto no, quindi hanno preso Beto. Quando ho giocato a Salerno con la Cremo ho dormito da Gigi a Napoli che ci ha provato in ogni modo a portarmi là ma io avevo la Cremo in testa». Tanti i ricordi belli, molti i gol con la maglia della Cremo: «Mi ricordo la partita con il Bari finita 7-1, era appena arrivato Fascetti da loro e pensava di essere su Scherzi a parte. Ho due gol che mi sono rimasti impressi perché bellissimi. Uno contro il Cagliari e uno contro il Bari, entrambi su punizione sotto la Sud. Bello anche il primo gol in A contro l’Atalanta ma non lo ricordo particolarmente, i gol sono tutti emozionanti, è troppo bello fare gol».

UNA FERITA ANCORA APERTA – Maspero ha intervallato la parentesi alla Cremo con un anno alla Sampdoria: «A Genova ho fatto bene, ho segnato sette gol di cui uno nel derby. Abbiamo fatto anche la semifinale di Coppa delle Coppe in cui ho segnato un rigore, poi con la legge Bosman è cambiato tutto: sono arrivati Seedorf e Karembeu e io sono tornato da Gigi Simoni. Mi va bene nei derby, ho segnato anche contro il Piacenza e in quello di Torino, sempre sotto la curva dei miei tifosi». Maspero non ha vissuto per nulla bene le due retrocessioni con i grigiorossi: «Quando siamo andati in B si pensava di poter fare meglio, purtroppo è una ferita aperta e mi dispiace ancora molto per quelle due retrocessioni. Ho subito critiche ed è giusto così, perdiamo tutti. Ho faticato tantissimo a riprendermi come calciatore. Eppure avevo fatto bene, in A nelle prime giornate ero capocannoniere, l’anno in B sono stato capocannoniere di Coppa Italia. Ma le retrocessioni mi hanno segnato, a Lecce, Vicenza e Perugia ho giocato pochissimo, anche perché in quest’ultima mi sono trovato davanti Nakata». Un ricordo anche su Mondonico, altra bandiera grigiorossa incontrata nell’esperienza alla Fiorentina: «Era un allenatore che sapeva leggere le partite in maniera unica. Magari era criticabile per alcune situazioni ma leggeva la partita meglio di chiunque. Mi dicevano che era stato un giocatore di estro e infatti trovava sempre come risolvere le partite».

MASPERO E LA PANCHINA GRIGIOROSSA – Appese le scarpette al chiodo Maspero ha intrapreso la carriera da allenatore: «Il calcio è fatto di momenti, bisogna spingere quando il vento è in poppa, bisogna sfruttare i momenti: lo dico sempre ai miei giocatori. Non so perché al Pavia mi hanno esonerato, non è stato facile però farmene una ragione: eravamo secondi in classifica e mancava una giornata. È stato faticoso poi per me ripartire come allenatore. Ho sempre cercato di portare un calcio propositivo, voglio che il tifoso si identifichi con la squadra. C’è stata l’idea di portarmi a Cremona quando Simoni era presidente, poi non c’è mai stata la possibilità, diciamo che non ci siamo mai trovati. Non so perché non ho mai allenato in B, forse non ho l’appeal giusto. Per allenare però non servono i nomi ma le idee».

CREMO DI OGGI – Una battuta anche sulla Cremo di oggi, tra presidenza Arvedi e arrivo di Pecchia: «Ai miei tempi Luzzara, Miglioli e Favalli avevano costruito grandi cose con poco, oggi la Cremo ha la fortuna di avere una proprietà solida, spero se la tengano stretta. Mi piace molto la pressione in avanti di Pecchia, cerca di tenere l’avversario lontano dalla porta. Fabio ha risollevato questa squadra e sta facendo molto bene. Della Cremo di oggi c’è un giocatore che mi piace tantissimo e che è insostituibile ed è Castagnetti, la squadra non può prescindere da lui. Poi ci sono altri ottimi giocatori come Bartolomei, Buonaiuto e Gaetano che ti fanno fare il salto di qualità per vincere certe partite. Questi con me giocherebbero sempre. Io giocherei con un 3-4-2-1 o 1-2, sempre a protezione della porta in base alla posizione della palla. Un giorno mi piacerebbe allenare la Cremo».


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Redazione

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