Daniel Ciofani dopo 5 stagioni, 166 partite, 34 reti e una promozione in Serie A, termina la sua carriera da calciatore ed entra in società
Ciao Daniel.
Da qualche ora non sei più un calciatore della Cremonese. Fa strano pensarlo, ci eravamo abituati a vederti con la 9 grigiorossa sulle spalle, con la fascia da capitano e con il sorriso sul viso. Ci eravamo abituati alle tue parole, alle tue rassicurazioni e ai tuoi gol. Un’avventura insieme durata 5 stagioni, tra gioie, ma anche dolori e difficoltà. Un’avventura tuttavia sempre vissuta con la personale consapevolezza di poter lasciare il segno.
Al tuo arrivo a Cremona, nell’agosto del 2019, le aspettative erano già alte. Avere Ciofani e Ceravolo là davanti è sinonimo di garanzia, ma la squadra non ingrana e anche tu fatichi a sbloccarti. E la gente mugugna. Molti tifosi non hanno pazienza e ancor prima dell’inizio del campionato iniziano a girare voci su una tua condizione fisica precaria (nonostante le oltre 30 presenze in Serie A con il Frosinone l’anno prima). E quando si inizia la situazione non cambia, anzi. C’è chi si chiede perché ti abbiamo comprato, c’è chi ti da per finito perchè hai 34 anni e c’è chi ti chiama “paracarro”, uno degli epiteti più utilizzati. C’è chi ti fischia: un esempio è la partita con la Juve Stabia del 26 dicembre 2019, dove ti alzi dalla panchina a partita in corso per scaldarti e dalla tribuna partono mugugni e qualche fischio. E c’è addirittura chi ti insulta per strada. Critiche e lamentele che potrebbero abbattere molti calciatori. Ma te no: come disse qualche anno fa Nicola Ravaglia, «i cavalli di razza si vedono alla fine». E tu sei uno di questi.
Gli anni successivi sono stati un crescendo di reti e leadership: nella stagione 2019-2020 ci salvi dal pantano grazie a una rete a Livorno (partita che la Cremo vincerà al 92’), poi, nella partita più importante, a Castellammare di Stabia, con una doppietta che salva la Cremo dalla Serie C ad una giornata dalla fine. «I cavalli di razza si vedono alla fine», dicevamo. La consacrazione è storia recente: prima gli 11 gol tra gennaio e marzo 2021 che portano la Cremonese fuori (ancora una volta) dalle zone bollenti della classifica, poi le 8 reti nella promozione della Serie A. Sei sempre più leader, sempre più punto di riferimento, sia sul campo che nello spogliatoio. E che bello vederti alzare la coppa della promozione in uno Zini gremito, con quel sorriso soddisfatto che caratterizza ogni tua rete. Sei stato anche sul punto di partire, ma per fortuna nostra sei rimasto. La stagione in Serie A è piena di difficoltà, ma c’è una cosa che fa capire il tuo spessore. Ogni volta, a fine partita, sei più avanti di tutti quando c’è da salutare la Curva, sia che si vinca (molto raramente) sia che si perda (molto spesso). Ci hai messo sempre la faccia, anche quando mettercela non era per niente facile.
Nell’ultima stagione hai ricoperto un ruolo calcisticamente più secondario. Hai giocato meno, ma sei sempre e comunque stato tra i primi ad alzarti in piedi ad ogni gol e ancora una volta (e a volte da solo) a metterci la faccia nei momenti più difficili, a spendere una parola motivazionale per una squadra che rincorreva un sogno, infrantosi poi a Venezia. Ogni volta che entri in campo i tifosi ti acclamano, la Curva ruggisce e il coro “Daniel Ciofani” si alza nel cielo di Cremona. E questo non è per tutti.
Dagli insulti per strada al boato dello Zini ad ogni ingresso in campo, per passare da questo nuovo ruolo dirigenziale, un nuovo percorso, che siamo sicuri intraprenderai nel migliore dei modi. Ne hai vissute di emozioni in grigiorosso, Daniel. E ne vivrai ancora. Ma alla fine di questi anni da calciatore, non resta che dire una sola cosa: grazie.
Grazie per aver avuto pazienza, grazie per averci salvato in più occasioni, grazie per averci messo la faccia quando non ce l’ha messa nessuno, grazie per esserti rimboccato le maniche, sudato la maglia e aver accolto nel tuo cuore Cremona, i cremonesi e la Cremonese.
Ad Maiora Semper, Capitano. Che il nuovo futuro professionale ti riservi le gioie che ti meriti. Siamo fortunati ad averti.