
L’ex portiere grigiorosso Agazzi a Bergamo & Sport: «Non mi è piaciuto che il calcio non si sia fermato in un momento così tragico. Sul mio futuro…»
A distanza di poco più di 6 mesi dal suo addio alla Cremonese ed al calcio giocato, Michael Agazzi è tornato a parlare della sua decisione di appendere gli scarpini al chiodo a 35 anni pochi giorni dopo la fine del primo lockdown dell’emergenza coronavirus. Il portiere classe 1984 è stato intervistato dai colleghi di Bergamo&Sport e oltre a raccontare del passato ha anche svelato i suoi piani futuri.
PRIORITÀ – Agazzi inizia parlando di come lui, bergamasco, abbia vissuto l’emergenza Covid della scorsa primavera: «Ho perso amici e famigliari, nessuno di noi potrà mai dimenticare un’esperienza del genere: ogni giorno le sirene delle ambulanze facevano da sfondo». Da qui la decisione di smettere definitivamente: «Non mi è piaciuto il fatto che il calcio non si sia fermato davanti ad un momento così tragico. Ho optato per fermarmi perché le mie priorità sono diventate altre, senza pensare a soldi e contratti. Il presente che stiamo vivendo sottolinea l’importanza dello sport: si sobbarca molti degli aspetti che in questi anni sono venuti gradualmente a mancare come la famiglia e la scuola».
PROF O DOTTORE? – L’ex numero uno grigiorosso non esclude niente nel suo futuro, ma intanto si porta avanti: «Questa settimana ho l’esame per ottenere il patentino di allenatore UEFA B. Il calcio mi ha dato un sacco, facendomi crescere con dei valori, e gliene sarò sempre grato. Ma voglio anche investire su di me, mi mancano tre esami per ottenere la laurea in Scienze Motorie e voglio tenere aperti più scenari possibili». Agazzi ha poi concluso l’intervista rivelando di avere pochissimi rimpianti sulla sua carriera: «Forse il fatto che veda tutto in bianco o nero mi ha tolto qualcosa, ma se così non fosse stato oggi non sarei la persona che sono».