Simone Giacchetta ha analizzato il mercato estivo della Cremonese: «Per Okereke possibile cessione all’estero»
Il calciomercato estivo è finito, almeno in Italia come in gran parte d’Europa, e per la Cremonese è tempo di bilanci per quanto fatto in sede di compravendita: «È stato un mercato che ci ha visti protagonisti di tante operazioni in entrata e soprattutto in uscita con una trentina di ragazzi tra prima squadra e giovanili. Rispetto all’anno scorso ci siamo ringiovaniti, pur rimanendo competitivi. Anzi, io penso che abbiamo innalzato il livello medio della rosa, cercando di condividere le idee del mister. Vogliamo raggiungere il massimo che si può, non solo con il valore tecnico dei giocatori ma anche con lo spirito di appartenenza. Cremona è una città di provincia, ma i tifosi sono molto legati alla squadra e, paradossalmente, si avverte molto. Ringrazio la proprietà che ci ha dato la possibilità di essere subito aggressivi con Fulignati e Vandeputte. La Cremonese, con questo centro, offre servizi di altissimo livello, da top club di B ma che potrebbe stare benissimo in A». Queste le sue parole durante la conferenza stampa tenutasi al Centro Sportivo Giovanni Arvedi.
A inizio mercato parlò della difficoltà di portare giovani perché qui rischiano di giocare poco. Eppure c’è riuscito…
«Intanto noi abbiamo auto la possibilità di poter competere per inserire giovani di alto profilo come Nasti e Barbieri. Abbiamo under 23 di prospettiva importante, ma vanno sostenuti e aiutati e non trattati come giocatori navigati. Oltre a loro abbiamo anche Moretti e Milanese, da cui mi aspetto molto perché gli ultimi anni lo hanno un po’ rallentato per via del suo carattere, ma ha grandi qualità».
Oltre alla prima squadra, però, la Cremonese ha in giro anche tanti giovani di prospettiva
«Stiamo cominciando a produrre professionisti anche dal settore giovanile, come Stuckler che alla prima partita tra i professionisti ha fatto gol. I nostri giovani hanno bisogno di un percorso per essere lanciati, ma il movimento sta crescendo. La Cremonese deve avere l’ambizione di produrre giocatori per livelli alti. A volte li prendiamo dalle categorie inferiori, poi sta anche a loro farsi valere, come Rocchetti che sta trovando spazio nella Juve Stabia, in Serie B, o Zunno che è titolare nel Foggia che è partito bene in Serie C».
La trattativa più difficile?
«Non ce n’è una nello specifico, hanno tutte le loro difficoltà. Per Nasti è stata lunga perché era richiesto da club di A e siamo stati bravi a fargli capire come potevamo essere utili al suo percorso di crescita. Stesso discorso per Barbieri, ma questo perché la Cremonese è credibile agli occhi di Juve e Milan. È un mercato che inizia presto e finisce troppo tardi, dove tutti parlano pensando sentendosi allenatori o direttori sportivi. Ci sono situazione già certificate che vengono cambiate da tanti fattori come le amichevoli ecc… Forse era meglio negli anni ’80 o ’90 che tu partivi in ritiro con la rosa già delineata, o quantomeno per l’inizio del campionato. E questo ti condiziona l’inizio del campionato».
Ferrari e Pedro Mendes sembravano vicini, ma alla fine sono andati altrove…
«Il primo è stato un obiettivo solo a gennaio, mentre il secondo abbiamo fatto un sondaggio ma abbiamo fatto scelte diverse».
L’attacco è il reparto che più di tutti ha subito un ridimensionamento come già annunciato a inizio estate
«È sicuramente meno esperto, ma più fresco e voglioso di dimostrare. Era necessario dopo la scelta di Ciofani di non proseguire e quella di Coda che ci ha un po’ spiazzato. Ho pensato di mettere caratteristiche diverse, pur mantenendo un certo numero di gol. Magari non ci sarà un bomber che stacca sugli altri come lo scorso anno, quando forse eravamo fin troppo dipendenti da Coda, ma avremo spirito di sacrificio e di appartenenza. A Reggio lo abbiamo visto. Abbiamo due calciatori per ruolo, tutti saranno protagonisti. La partenza di Tsadjout? L’idea del tecnico era quella di tenere Vazquez, da qui nasce l’idea Franck di vendere gli ultimi giorni».
Entrate ma anche uscite, soprattutto quelle mancate. Possibili nuovi ‘casi Valeri’ per Bertolacci e Okereke?
«Abbiamo fatto un mercato in uscita importante negli ultimi due giorni. Purtroppo abbiamo ancora un paio di giocatori ai margini, ma anche le altre società, pure di alto livello, hanno lo stesso problema. Bertolacci e Okereke sono fuori per motivi diversi. Vedremo se si muove qualcosa all’estero, ma su Okereke qualcosa si muove dopo che non è riuscita a concretizzarsi una possibilità in Serie A. Merita un campionato diverso da quello di B, anche se il prestito invernale al Torino non è andato proprio benissimo. Anche lui soffre delle ristrettezze di questo mercato».
Lo scorso anno la squadra ha lamentato un po’ l’assenza di mancini, soprattutto sulla fascia dove c’è solo Quagliata, e l’estate portato giocatori con quel piede. Scelta o non si è riusciti ad arrivarci?
«Noi giochiamo con esterni a piede invertito, in area non abbiamo Bettega o Serena a cui mettere i cross. Zanimacchia da quinto è un po’ un attaccante, mentre Quagliata rappresenta comunque un’alternativa valida. Ed è più facile trovare i destri che i mancini».
Il numero dei giocatori in rosa, tra under e over, è quello preventivato?
«Sì, come numero ci siamo. Abbiamo mantenuto una Cremonese competitiva, e questa è una grande soddisfazione. Oggi tutti i giocatori pensano che se hai un contratto devi giocare, non si mettono in competizione per giocare. Dobbiamo tornare a ragionare così, mettendo al centro aspetto sportivo anziché il contratto. Devi voler sapere soffrire. Col Sassuolo volevamo vincere, come sempre, ma a Reggio si è visto di più».
Non solo l’attacco, ma anche la difesa è stata rinforzata con Ceccherini al posto dell’acciaccato Tuia
«Come rosa di difensori, anche lì ci siamo rafforzati, sebbene già fossimo la migliore difesa. Fare rientrare Antov è stato difficile, lui rappresenta tutte quelle caratteristiche che ho detto prima anche se magari non sia bello da vedere in termine di qualità. Ceccherini, invece, ci darà esperienza e carisma dall’alto delle sue 200 e passa partite in A».
Vandeputte, migliore esterno della passata Serie B, preso per fare la mezzala?
«Lo conosciamo, si adatta a fare sia il quinto sia la mezzala, come ha fatto a Vicenza e a Viterbo. La mezzala, nell’idea di Stroppa, è un giocatore offensivo. È la palla che fa il ruolo, vediamo giocatori che al fischio d’inizio sono in una posizione e durante il gioco sono in altre. Devono essere intelligenti».
Dopo l’espulsione con la Carrarese, Pickel sembrava sul piede di partenza, salvo poi rimanere. Vi siete confrontati?
«Con lui è facile parlare, ma non è detto che ci si capisca. C’è stata un’opportunità con Las Palmas dopo quella sera, che però non l’abbiamo ritenuta credibile e non aveva senso perderlo a due giorni dalla fine mercato. Il suo comportamento va sottolineato perché dimostra grande attaccamento, e questo è fantastico, motivo per cui è diventato un beniamino dei tifosi, ma deve essere un vantaggio per noi. Ci sono state anche situazioni precedenti, ma lui è un ragazzo speciale che parla sei lingue, ma in partita si trasforma. Da che è da noi è migliorato ed è stato convocato in Coppa d’Africa. Lui stesso si trova bene qua, ma in quel momento ci siamo sentiti traditi. Per noi è un capitolo chiuso».
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Fonte: dal nostro inviato Nicolò Casali.
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