
Il ds Giacchetta a La Provincia: «Non abbiamo fatto abbastanza. Parlare ora di Alvini è voler dire una cosa in più di quella che serve»
Il ds Giacchetta torna a parlare. Dopo quindici giornate di campionato che vedono la Cremonese al terzultimo posto, il direttore sportivo grigiorosso ha fatto il punto della situazione ai microfoni de La Provincia. Il primo tema è, ovviamente la posizione di Massimiliano Alvini: «L’allenatore oggi è lui, ma parlare di Alvini adesso è voler dire una cosa in più di quella che serve. Al centro c’è la Cremonese: tutti quelli che lavorano all’interno della società hanno meriti e responsabilità. Andrà valutato l’operato di tutte le componenti e adesso si deve aprire un confronto interno tra tutti coloro che sono coinvolti per capire se ci sono margini di operatività. Quando dico tutti mi riferisco alla stessa proprietà».
DIFFICOLTÀ – Sui problemi avuti dalla Cremo in queste prime giornate, ancora senza vittorie, il direttore non usa giri di parole: «Vuol dire che quello che la squadra ha fatto non è abbastanza. Senza dimenticare che il progetto era nato sulla presenza di Chiriches che non abbiamo mai avuto da metà settembre e su Dessers che avrebbe dovuto garantirci qualche gol in più». Sicuramente è mancata qualità anche in sede di mercato: «Sono d’accordo, ma c’erano anche indicazioni tecniche precise che abbiamo seguito. Non limitiamo però i problemi a queste considerazioni, il fatto è che in generale manca qualità sia quando difendiamo che quando calciamo. A Empoli abbiamo battuto nove calci d’angolo e creato tanto, ma se non segni sei destinato a perdere. Resto convinto che stiamo facendo qualcosa di positivo ma tecnicamente manca ancora qualcosa».
APPETIBILITÀ – La campagna trasferimenti estiva di Giacchetta ha fatto i conti con qualche no di troppo, dato che la Cremonese partiva da condizioni all’apparenza più complicate di altre (di certo non economicamente…): «La squadra che abbiamo allestito ha seguito anche le indicazioni tattiche del tecnico. Teniamo anche conto che in Serie A i giocatori di qualità sono di un certo livello (non solo in termini economici) e la loro volontà conta parecchio. Si parla tanto dei limiti tecnici, ma ci si dimentica troppo facilmente delle origini della squadra». A tal proposito il ds spiega: «Magari preferiscono il Monza a noi, o altre società. Sono certo che se la Cremonese si salverà, l’anno prossimo sarà vista con occhi diversi e sarà appetibile. In ogni caso la Cremonese è stata ricostruita di sana pianta, quasi da zero, ma vedo che il Verona con una rosa che ha molta più esperienza di noi ha incassato l’ennesima sconfitta. Ogni società vive i suoi problemi, non sbaglia solo la Cremonese».
MERCATO – Sicuramente a gennaio la rosa verrà nuovamente ritoccata, ma le valutazioni non sono ancora iniziate: «Ad oggi no, per ragioni obiettive: siamo rientrati sabato nella notte da Empoli. Eventuali colloqui con i giocatori saranno possiibli sono a fine mese, poi in mezzo ci sono variabili come i mondiali. Tante società aspetteranno la fine della competizione per capire se ci saranno elementi emergenti su cui puntare. Il mercato sarà imprevedibile per tanti club, ma sicuramente ci sarà un confronto con i giocatori». Sicuramente i mezzi per fare mercato ci sono: «Potremo muoverci senza restrizioni, ma prima faremo un’analisi della situazione per capire le necessità. Nessuno può dire che il 4 gennaio contro la Juventus scenderemo in campo con cinque giocatori nuovi. Sarebbe l’ideale, ma le variabili sono tante e vivremo una situazione simile allo scorso agosto. Giocheremo diverse gare col mercato aperto e ci sarà sempre l’appetibilità della Cremonese con cui fare i conti». La rosa andrà anche sfoltita: «Quando si dice che la rosa ha 31 elementi bisogna anche ricordare che 5 sono portieri».
SALVEZZA – La salvezza dista sei punti, ma il ritmo delle squadre coinvolte in questa lotta sembra addirittura peggio rispetto allo scorso anno: «Forse quest’anno la quota salvezza sarà più bassa, ma conta capire se la Cremonese ha margini di crescita. La sosta cade a pennello, avremo tempo di confrontarci con i giocatori prima di fiondarci sul mercato. Scatterà una seconda preparazione che verrà frammentata da un paio di amichevoli». Qual è l’umore di Giacchetta? «Chi fa questo lavoro vive di risultati. Dopo Empoli l’umore non è al massimo ma diventa un ulteriore spinta per provare a migliorare ancora. L’interrogativo più pressante è perché non abbiamo incassato quei punti che avremmo meritato e invece abbiamo lasciato per strada. Ma ribadisco che le prestazioni sono lì da vedere e c’è un’idea di calcio sotto».