
Giacchetta in sala stampa per la prima volta: «Ci metto la faccia e mi prendo le responsabilità. Dimissioni? Non è necessario parlarne»
Al termine del match perso dalla Cremonese per 5-1 in casa contro il Bologna, in conferenza stampa è intervenuto il direttore sportivo grigiorosso Simone Giacchetta. Non era mai capitato durante la stagione in corso che parlasse davanti ai giornalisti in sala stampa.
Era la partita che non ci si aspettava. Cosa cambierà nel futuro prossimo? Il presente è segnato.
«Intanto dispiace aver fatto questa prestazione in occasione di una gara importante. Avremmo voluto farla ben più gagliarda per trovare la vittoria, purtroppo non ci siamo riusciti: merito del Bologna, forse ci siamo arrivati anche un po’ stanchi mentalmente. Dopo il primo gol mentalmente è stata in salita e il Bologa, squadra forte e fisica, ci ha punita in modo severo con le sue qualità. Questa sconfitta sancisce la discesa in Serie B, ed è veramente una grossa delusione. La Serie A l’avevamo conquistata sul campo tutti insieme, ed è un peccato. La squadra ha dimostrato di aver sofferto sempre e di essere fragile quasi ogni volta, dopo un avvio sicuramente anche sfortunato. E il calciomercato ha condizionato il prosieguo. La Cremonese scenderà in B, ma Cremona, città e i tifosi hanno dimostrato ampiamente di aver meritato questa massima categoria. Li ringraziamo per aver dimostrato sempre grande affetto nei nostri confronti».
Ballardini ha parlato di lezione di calcio. Se la sente di chiedere scusa e di rassegnare le dimissioni?
«Non facevamo la Serie A da tanti anni ed è una premessa. Ci siamo confrontati secondo le nostre possibilità, ce l’abbiamo messa tutta. Ogni gara è una lezione, non è stata un’umiliazione, per me le umiliazioni sono altre. La Cremonese deve crescere, è stata una grande esperienza per tutti, anche per voi e i tifosi. La storia recente del club non parla molto di A, lo scorso anno è stata un’impresa sportiva. Essere stati in A è stata una gratificazione per tutti. Per le dimissioni non credo sia necessario dare una risposta».
I tifosi contestano soprattutto il calciomercato: una gestione non sufficiente per reggere la Serie A, giunta a distanza di 26 anni dall’ultima volta.
«Quando parliamo di una squadra che retrocede di errori ne sono stati commessi molto. Mi assumo le responsabilità, mi sento coinvolto sempre in tal senso anche quando non vengo in sala stampa. La direzione sportiva ha il compito di costruire la squadra, era giusto e doveroso riconoscere oggi di aver sbagliato. Errori in buona fede, errori tecnici e non certo di altro tipo. Il mercato è difficile, abbiamo cercato di fare del nostro meglio coinvolgendo tutte le opportunità che avevamo. Abbiamo fatto comunque una squadra che ha fatto di tutto per raggiungere l’obiettivo, ma non è bastato. Le fragilità iniziali sono rimaste fino alla fine, è un po’ il prosieguo della scorsa stagione: partivamo con giovani che poi sono migliorati e a fine anno sono tornati e molti titolari nei rispettivi club di appartenenza. Inizialmente siamo andati sul mercato italiano ma non ci sono state grosse opportunità, quindi poi siamo andati all’estero e ci sono state delle sorprese in positivo, ma non è bastato. Dispiace di non essere stati più a centro della lotta per salvarsi, così come avremmo desiderato».
Prima del match di oggi ha detto che l’operato di Ballardini è stato buono. A due giornate dalla fine, col senno di poi, sostiene che il cambio andava fatto prima?
«Di errori ne sono stati fatti diversi, la scelta del cambio è parsa tardiva. È stato un campionato atipico anche come calendario, dopo due mesi c’è stata una sosta lunga e prima di essa, prima di Empoli, sembravamo in crescita. Sembrava bastasse poco per migliorare, anche col mercato. Però alla ripresa sono arrivate tre partite e altrettante sconfitte: quella con la Juventus clamorosa, poi Verona e Monza, e lì abbiamo fatto la scelta di cambiare. E ciò ha compromesso anche il calciomercato, perché lo abbiamo fatto in seguito a quella decisione».
Si parla tanto di inesperienza, però c’era Ariedo Braida in società.
«Vengo io qui come direzione sportiva perché sono il direttore sportivo, ma la Cremonese si è sempre confrontata in team. Anche alle conferme di Alvini eravamo tutti al Centro Sportivo per decidere. Qualcuno poi le decisioni deve prenderle, siamo tutti responsabili per quello che è successo. Di sicuro sono tra i meno esperti come ds della categoria e Braida è uno che ha vinto tanto. Nessuno però ha messo divieti, i confronti ci sono stati e più se ne fa e meglio è. Da questo punto di vista ci sono rumors che fanno più pensare agli alibi e non alla realtà dei fatti. Sono io che ci metto la faccia e mi faccio carico della situazione».
Fonte: dai nostri inviati allo Stadio Zini Andrea Ferrari e Lorenzo Coelli
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