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È tornato Massimo Coda
È tornato Massimo Coda

La Cremonese e Massimo Coda si ritrovano a distanza di 12 anni. Molto cresciuti entrambi, e con un conto in sospeso

Comincia l’avventura 2.0 di Massimo Coda alla Cremonese. Quindici anni dopo la prima e ultima volta. Era infatti il lontano 2008 quando l’attaccante, allora 20enne, giungeva in grigiorosso da giovane promessa dopo alcune esperienze in Serie C2 e C1. Era l’estate post Cittadella, quella della ripartenza dopo una prima stagione con Arvedi presidente che non era andata come doveva andare. La Cremo fu affidata a Ivo Iaconi, poi sostituito da Mondonico e da Venturato. In attacco erano rimasti sia Temelin che Graziani, ma il reparto fu completato da Max Guidetti (certezza per la categoria) e da Massimo Coda. Il classico giovane pronto a farsi le ossa in terza serie. Nonostante partisse indietro nelle gerarchie, è riuscito a trovare molto spazio, contribuendo con gol e assist.

CROCE E DELIZIA – Coda ha vissuto tre stagioni controverse con la maglia Cremonese. Ancora acerbo, ha diviso per tutto il periodo l’opinione pubblica, nonostante i 24 gol siglati in 85 presenze (è tuttora la squadra con cui ha giocato di più in carriera dopo Benevento e Salernitana). A pensarci, niente male per un ragazzo sul trampolino di lancio e che, al momento dell’acquisto, sembrava dovesse svolgere solamente il ruolo di quarto attaccante. Alternava giocate da fuoriclasse a errori piuttosto banali, era quel giocatore che faticava a entrare in partita ma che di punto e in bianco riusciva a trasformarti in oro palloni che parevano tutt’altro che gustosi. Segnava di testa e con entrambi i piedi. Come tutti i ragazzi della sua età (o forse meglio dire: “come tutti i calciatori”) non è sempre riuscito a dare continuità di rendimento; e così, dunque, finiva spesso tra i capri espiatori di risultati negativi.

I PRIMI COLPI – Però il suo spazio se l’è guadagnato: se durante il primo anno era il quarto attaccante dopo Temelin, Graziani e Guidetti, nel campionato successivo (terminato con la dolorosa sconfitta di Varese in finale playoff) Coda era diventato la terza scelta di Venturato. Meglio fare un passo indietro: nella sua prima annata grigiorossa segnò 6 gol, di cui 2 molto importanti a Verona contro l’Hellas, nel successo per 3-2 in rimonta (con Mondonico in panchina). In tale circostanza riuscì a dare sfoggio per la prima volta alle sue qualità che avrebbe poi dignitosamente confermato in tutta la sua carriera fino a oggi: opportunismo sul primo gol, destro a giro dal limite sul secondo. Da sottolineare anche il peso dei gol di Coda, perché tutti hanno portato 3 punti: Legnano, Verona, Sambenedettese, Reggiana e Novara. Molti sono arrivati, oltretutto, nei minuti finali.

SERIE B SFIORATA – L’operato di un attaccante, forse sbagliando in parte, si giudica dal numero che compare nella casella “gol fatti”. Per Coda il percorso a Cremona è stato in crescita: sono i suoi 10 centri ad aver portato la squadra di Venturato in finale playoff nel 2010. Non più innescato da Morfeo come a Verona, fu comunque decisivo con il supporto della regia di Zanchetta (fino ai problemi fisici vari) e del duo Fietta-Carotti. In attacco era rimasto Guidetti, ma lo scettro del gol era diviso specialmente con Riccardo Musetti. Non era servito a gennaio affiancare Max Varricchio, in arrivo dalla Serie B. Coda però ai playoff giocò soltanto 14 minuti del ritorno della semifinale con l’Arezzo, poi non fu convocato per le sfide decisive con il Varese. Magari (chi può dirlo) l’esito sarebbe stato differente.

ULTIMO ANNO – Coda difficilmente è rimasto per almeno tre stagioni di seguito nella stessa squadra, eppure a Cremona è capitato. Nonostante qualche fischio saltuario e qualche incomprensione con i tifosi, l’attaccante in più interviste ha detto di essersi sentito amato. Avrà inciso anche questo fattore per il suo ritornmo in maglia grigiorossa, 12 anni dopo. Il campionato di Lega Pro 2010-2022 fu particolarmente travagliato per tutti, fu quello del calcioscommesse. Coda si trovò bene con mister Baroni inizialmente, poi però subentrarono Acori e Montorfano. Una stagione difficile anche per Coda, che comunque segnò 8 reti, specialmente nel girone di ritorno.

massimo coda figurina

CONTO IN SOSPESO – Nella rivoluzione necessaria in casa Cremonese dell’estate 2011, il bomber di Cava de’ Tirreni passò al Bologna in Serie A, per poi a gennaio fare ritorno in Lega Pro al Siracusa. Da quel momento cominciò una brillante carriera in cui, complice anche una fortunata esperienza in Slovenia, riuscì a raggiungere il sogno di giocare in Serie A. Lo ha fatto per 42 partite tra Parma e Benevento, segnando 6 reti. È diventato nel frattempo uno dei più grandi cannonieri della Serie B, trascinando tante squadre alla massima serie: le sue ultime tre sono state Benevento, Lecce e Genoa, e tutte e tre hanno raggiunto la Serie A. L’augurio è che la striscia continui con la Cremonese, con cui ha lasciato un conto in sospeso: all’epoca l’obiettivo era la Serie B, oggi i tempi sono cambiati e la speranza è fare festa tutti insieme per la A.

Coda, così come la Cremo, è cresciuto moltissimo: fa reparto da solo, è leader carismatico della squadra di cui fa parte, è molto arguto anche in fase di rifinitura per i compagni che si inseriscono. Conosce tutti i modi per fare gol, e già ce n’eravamo accorti nella precedente esperienza grigiorossa. È rigorista affidabile, ha aggiunto anche il calcio di punizione. Non a caso vanta 111 reti in B, e tale numero vale il decimo posto nella classifica dei calciatori più prolifici di sempre nella categoria.

Bentornato Massimo Coda. Sogniamo insieme.

Andrea Ferrari

Caporedattore, Content Manager e Social Media Manager

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