
La prima in Serie B della Cremonese è un concentrato di cadetteria: tanto sudore, poco gioco e zero reti
Abituati al calcio pregiato e alle giocate di qualità (degli avversari) forse i tifosi della Cremonese si saranno svegliati delusi dopo la prestazione vista ieri sera allo Zini. Il calcio però è così e la Serie B non è cambiata da quando l’abbiamo lasciata: è stata la nostra casa per cinque anni e lo sarà ancora per (almeno) un anno. Non c’è da essere delusi, anche se molte cose sono da migliorare.
CON IL VERO NOVE – Le ultime uscite con il falso 9 non hanno evidentemente soddisfatto Ballardini che per la prima di campionato sceglie il 4-2-3-1 con Vazquez in appoggio a Tsadjout. Sulle fasce agiscono Zanimacchia e Afena-Gyan, in mezzo insieme a Bertolacci c’è la sorpresa Abrego, schierato titolare a causa dell’indisposizione di Collocolo, febbricitante. Sorpresa anche nel pacchetto arretrato: davanti a Sarr non c’è Lochoshvili ma Ravanelli, insieme a capitan Bianchetti. Terzini Sernicola e Quagliata.
RITMI BLANDI – La differenza con la passata stagione è evidente. I ritmi sono enormemente più bassi e il caldo, unito a una condizione evidentemente ancora da affinare, partorisce una partita non esattamente entusiasmante. Il Catanzaro punta tutto sulle ripartenze, tenendo Oliveri e Vandeputte quasi sulle linee laterali. La Cremonese non è nata ieri e quando Fulignati fa melina non casca nel tranello del pressing per evitare di scoprirsi. Il risultato sono due squadre che giocano a non prenderle (spoiler: e infatti).
CIAK (NON) SI GIRA – Con il Catanzaro chiuso dietro la Cremonese fatica a creare trame di gioco per arrivare all’area avversaria con palloni puliti. Questo perché tra i due mediani non c’è un vero regista. Il compito dovrebbe essere di Bertolacci che però non ha la qualità in fase di impostazione di Castagnetti e per quanto ci provi spesso deve tornare indietro dal centrale difensivo. Vazquez trova qualche imbucata ma chi gli sta davanti non ha i piedi fini e ricevere nelle strette maglie difensive dei calabresi diventa complicato.
AFENA C’È – In attesa di capire cosa farà da grande Okereke, Afena-Gyan batte un altro colpo. Dopo il gol contro il Crotone disputa un’altra buona partita. È lui l’uomo più pericoloso della Cremonese nel primo tempo. Il ghanese si traveste da Perisic e va a cercare il palo lungo, dove Sernicola e Zanimacchia spesso lo trovano libero. Sua l’occasione più grossa del match, una bella girata che impatta sul palo lontano. Il Catanzaro però non sta a guardare e nell’unica occasione concessa libera Iemmello al tiro (scappando a Ravanelli, fin lì perfetto). Sarr compie un mezzo miracolo, convincendo anche gli ultimi scettici.
CREMO SPUNTATA – Nella ripresa la Cremonese parte forte e schiaccia il Catanzaro. Il predominio territoriale non si traduce tuttavia in occasioni nitide. I grigiorossi finiscono presto la benzina e Ballardini tarda i cambi per dare nuove energie, concedendo solo 10 minuti a Ciofani e soprattutto Buonaiuto, uno che avrebbe potuto dare la scossa a una partita addormentata. Il risultato finale è tutto sommato giusto ed evidenzia i grossi limiti della Cremo nell’ultimo quarto di campo.
MUDO-DIPENDENTI – Era inevitabile, ma dopo una partita la Cremo si trova già a dipendere dalle giocate di Vazquez. Rispetto alla squadra allenata da Pecchia, quella di Ballardini forse ha più soluzioni ma meno qualità: non ci sono Fagioli e Gaetano, due che danno del tu al pallone e che hanno scardinato le difese di mezza Italia. Soprattutto in casa, con squadre chiuse, serviranno le invenzioni dell’argentino che tuttavia ha bisogno di compagni che parlino la sua stessa lingua. Tsadjout è una bella punta ma deve ancora completare il suo processo di maturazione e non è (ancora) un attaccante di categoria. Afena e Zanimacchia hanno corsa ma poca qualità e quando gli spazi si restringono le imprecisioni diventano errori.
NOTE POSITIVE – Non tutto è da buttare. La linea difensiva non ha mai sofferto e Ravanelli, al netto dell’amnesia di fine primo tempo, è tornato maturato dall’esperienza di Frosinone: cattivo sull’uomo e sicuro con la palla tra i piedi, suo solito tallone d’Achille. Sernicola si è confermato dentro al progetto, a differenza di altri colleghi, e ha sfornato le solite corse. Ma la sorpresa più bella della serata è stata la prestazione di Abrego. Il centrocampista argentino è stato schierato un po’ a sorpresa e ha giocato senza timori, mettendoci la gamba e recuperando parecchi palloni. Insomma, con qualche aggiustamento da parte di Ballardini e un paio di acquisti questa squadra può candidarsi a fare un campionato di vertice. E pazienza per la prestazione di ieri: il connubio Serie B/calcio d’agosto/esordio contro neopromossa non avrebbe potuto partorire un risultato differente.