
Nell’insidiosa trasferta di Palermo la Cremonese non vince ma convince, anche gli scettici: inizia a vedersi la mano di Mandorlini.
Quanto è difficile lavorare a Cremona (e nella Cremonese). Un’estate piena di critiche alla società, al mercato, ai giocatori, a un allenatore che (va ricordato) ci ha levati dalle sabbie mobili della zona retrocessione.
Niente da perdere. È nelle difficoltà che va valutata la forza di una squadra. Troppo facile esaltare la prestazione di un giocatore quando la squadra gira, non ci sono infortuni e magari gli episodi sorridono. Ieri contro il Palermo la Cremonese non aveva nulla da perdere, nessuno avrebbe protestato più di tanto se fosse arrivata una sconfitta o una prestazione sottotono. Troppi gli infortuni, troppo poco il tempo per inserire i nuovi.
Gioventù al potere. Mandorlini non ha avuto paura di rischiare. Ha lanciato nella mischia Emmers a meno di venti giorni dall’arrivo a Cremona e ha dato fiducia a Boultam nonostante l’amarezza del rigore sbagliato in Coppa Italia. Alla seconda di campionato ha dovuto reinventarsi il tridente. Dopo un’estate passata a lavorare sul trio Castrovilli-Montalto-Carretta si è ritrovato con i primi due infortunati e il terzo acciaccato. La partita ha detto che i movimenti li apprende anche chi non gioca, perché il continuo dialogo e lo scambio di posizioni tra Emmers e Boultam sulla fascia destra non può essere dettato dalla casualità, ma da un lavoro settimanale maniacale sulla tattica.
Il mercato. Se il mister ha potuto schierare questi giocatori, il merito è anche della rosa. Nonostante le critiche arrivate per il mercato, la società ha messo a disposizione di Mandorlini una rosa numerosa e di qualità. La batteria di esterni/trequartisti ha un’infinità di soluzioni. Ieri è stato Strefezza a cambiare la partita con il suo ingresso in campo: eppure il giovane brasiliano sarebbe la riserva della riserva (nel ruolo, oltre a Castrovilli, Carretta, Perrulli, Boultam e Strefezza, c’è anche un certo Piccolo). Vero, la punta tanto sognata non è arrivata, ma la società si è tenuta un posto over per tornare sul mercato degli svincolati e Paulinho potrebbe strappare una convocazione dopo la sosta. Va poi considerata la possibilità del falso nueve: Sarri con l’attacco dei piccoli ha sfiorato uno scudetto a Napoli, pensate che la Cremonese non possa fare bene solo perché ha tre prime punte in rosa?
Pareggio stretto. A dirla tutta poi, la Cremo avrebbe pure meritato la vittoria. Dopo lo svantaggio iniziale, con Trajkovski abile a trovare il gol della domenica con 48 ore di anticipo, i grigiorossi si sarebbero potuti disunire, perdere fiducia dopo il discreto approccio alla gara in casa di una delle corazzate della Serie B. Se il Palermo chiude in vantaggio il primo tempo il merito è – anche – della terna arbitrale, che come un anno fa a Cremona scambia un difensore palermitano (allora era Struna, ieri Rajkovic) per un giocatore di pallanuoto.
Reazione. Dagli spogliatoi esce una Cremonese fiduciosa nei propri mezzi, convinta di poter recuperare il risultato. Poco importa che il gol arrivi su un tentativo di cross di Strefezza, è l’atteggiamento che ha convinto: una squadra finalmente alta e aggressiva. Una Cremo che, soprattutto, non si è accontentata del punto e non ha rinunciato a giocare, tanto che poi ha pure trovato il gol del vantaggio con la bella inzuccata di Mogos. Una rete che va a coronare il lavoro di un reparto che si annuncia il punto di forza della stagione. La sensazione è che appena i meccanismi saranno oliati e la condizione fisica sarà al top, diventerà molto difficile fare gol a questa squadra.
Finale pirotecnico. Il gol del Palermo arriva come una beffa. Dopo due miracoli di Radunovic, che riscattano ampiamente l’errore contro il Pescara, la ribattuta in rete del difensore riporta le squadre sul 2-2. Di nuovo, la Cremo non si accontenta e sfiora il vantaggio altre due volte in pochi minuti. Carretta colpisce due volte la traversa, prima con un tiro da fuori e poi dopo un contropiede di sessanta metri a tu per tu con Brignoli. Forse non è stato avvisato dell’arrivo di Emmers alla sua destra, perché il talento scuola Inter avrebbe poi dovuto solo spingere il pallone oltre la linea di porta.
Al bando le critiche. La partita contro il Palermo fa tornare un po’ di serenità a un ambiente troppo criticato quando la stagione è solo all’inizio. Il campionato è un lungo banchetto, ci siamo appena seduti a tavola, non iniziamo a insultare i camerieri per qualche minuto di ritardo. L’allenatore, il mercato, la società: quest’anno alla Cremo è cambiato tutto, diamo tempo a squadra e mister di lavorare. Poi se Paulinho non rientrerà, se Brighenti si rivelerà inadeguato, se Radunovic farà altri errori, se Mandorlini sbaglierà i cambi, se la squadra si ritroverà nei bassifondi della classifica, allora potremo – giustamente – criticare. Ma come rispose in un’intervista il tre volte campione del mondo di ciclismo Peter Sagan, non ha senso rispondere alle domande che iniziano per “Se”, perché «if the dog doesn’t shit, he’s going to explode».