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Cremonese, erano tre punti doverosi
Cremonese, erano tre punti doverosi

Il sogno salvezza di una grande Cremonese viene fermato dal Verona e dal pessimo arbitraggio di Doveri

Non basta una grande Cremonese. Il sogno rimonta si arresta bruscamente in una ventosa domenica pomeriggio, in cui non basta cambiare campo per invertire anche l’aria arbitrale, sempre e comunque contro, per novanta e passa minuti. L’arbitraggio sarà anche l’alibi dei deboli, ma questa Cremo, che a stento riesce a superare i propri limiti, non ha le forze per abbattere anche le decisioni avverse del fischietto di Doveri.

NUOVO MODULO – Per affrontare la decisiva sfida contro il Verona mister Ballardini sceglie un modulo tutto nuovo, finora mai usato dall’inizio: il 4-2-3-1. Senza Sernicola squalificato tocca ad Aiwu giocare basso a destra, con Valeri dalla parte opposta. In mezzo è confermata la coppia dell’ultima vittoria allo Zini, Lochoshvili-Vasquez. In mezzo al campo ci sono Meité e Castagnetti, sulla trequarti Pickel, Galdames e Okereke. Davanti torna dall’infortunio capitan Ciofani.

CREMONESE CAZZUTA – L’avvio è tutto di marca grigiorossa. Castagnetti prende in mano le redini del centrocampo e inizia a sventagliare, trovando sempre l’uomo libero alle spalle della difesa veronese, lenta e impacciata. Il gol di Okereke nasce proprio da un lancio di Casta sul quale Depaoli va in difficoltà. L’esterno scaligero viene uccellato dall’attaccante nigeriano che quando gioca da esterno sinistro fa sempre vedere belle cose. Dopo il gol non arriva la reazione ospite, i gialloblu sembrano paralizzati. Sul piano tattico Ballardini stravince la gara con Bocchetti Zaffaroni. La scelta del 4-2-3-1 è azzeccata perché Okereke tiene basso Depaoli mentre Pickel aiuta Aiwu nei raddoppi su Lazovic, l’unico tra gli avversari che si comporta come se fosse in un campo da calcio e non a scegliere i mobili all’Ikea.

SUPERIORITÀ – L’ago della bilancia nel primo tempo è Galdames. Il cileno gioca da trequartista puro e non dà punti di riferimento, muovendosi saggiamente tra le linee e andando a creare la superiorità numerica dove c’è il possesso. Succede quindi che Tameze e Abildgaard si trovano sempre con un uomo di troppo da curare, anche perché Kallon e Verdi non si spendono troppo nelle coperture. La grande mole di gioco espressa dalla Cremonese nel primo tempo purtroppo produce solo il gol di Okereke; un super Montipò nega a Ciofani il doppio vantaggio, che sfuma anche a causa dei soliti errori di mira.

BALLA SBALLA – Nella ripresa lo spartito non cambia. La Cremonese gioca, il Verona sembra stordito e incapace di abbozzare una reazione. Ci pensa quindi Doveri a svegliare gli ospiti, espellendo Quagliata per un buffetto (o piffetto?) a Dawidowicz che cade come un fuscello. Il rosso è esagerato, ma l’esterno sbaglia comunque perché in quel momento della gara non serviva una reazione così, visto che la Cremonese era in totale controllo. Con più di mezz’ora da giocare in dieci, Ballardini corre ai ripari e passa al 5-2-2. Il nuovo modulo regala campo al Verona che infatti trova il pareggio con Verdi, bravo ad approfittare dello spazio concesso da Aiwu e a disegnare una parabola imparabile per Carnesecchi.

REAZIONE – Ciò che accade nell’ultimo quarto d’ora non fa che aumentare i rimpianti e rimarcare l’errore di Ballardini, che dopo l’1-1 torna a disporsi con il 4-3-2. La Cremonese prende metri, ricomincia a giocare e nonostante l’uomo in meno sfiora il gol in diverse occasioni, la più grande con un colpo di testa di Dessers sull’assist al bacio di Buonaiuto. Forse il mister ha avuto paura di un calo di energie dopo la dispendiosa prova di giovedì, ma quello dimostrato dai giocatori nell’ultimo scampolo di partita è una forza e uno spirito su cui il mister avrebbe dovuto puntare, senza lanciare il messaggio del “tutti dietro e palla in tribuna”.

Doveroso
/do·ve·ró·so/
aggettivo

Che è ritenuto un dovere o almeno cosa legittima o conveniente
“è d. ringraziare chi tanto ha fatto per noi”

DOVERI DOV’ERI? – Se la vittoria che avrebbe potuto riaprire il discorso salvezza scivola tra le mani è anche – soprattutto? – colpa dell’arbitro Doveri, che dopo l’espulsione generosa di Quagliata non ne azzecca più una. Tra cartellini non dati e falli invertiti, brilla il contropiede della Cremonese fermato per far soccorrere un giocatore del Verona con i crampi (!) e il rigore non dato nel finale per il contatto Djuric-Buonaiuto (!!). Tante volte chi scrive ha sottolineato che l’alibi dell’arbitraggio è per i deboli. Ma cos’è questa Cremo, se non debole tra le forti? Chi deve vincere i campionati, chi ha la qualità o i giocatori di classe (come noi l’anno scorso) deve essere più forte delle sfortune del campo. Ma non si può chiedere a questa Cremonese, che grazie a prestazioni come quella di ieri sta andando oltre i propri limiti tecnici e di organico, di superare anche le difficoltà imposte da un arbitraggio indecente.

AVANTI COSÌ – La missione salvezza è ora più complicata che mai. Conta poco ormai fare calcoli e contare i punti, serve giocare e concentrarsi sul campo, sperando nella penalizzazione di qualche squadra che gioca più con i libri contabili che in campo (i riferimenti sono puramente voluti, considerando che molte squadre hanno debiti milionari con il fisco mentre la Cremonese è in regola). Mercoledì si va a Milano e poi si torna allo Zini per l’ultimissima spiaggia, contro lo Spezia. Al netto dei risultati, servirà rivedere la Cremonese delle ultime uscite (Udine esclusa). Perché prestazioni del genere aumenteranno forse i rimpianti ma renderanno il tifo orgoglioso e la retrocessione meno amara.

Nicola Guarneri

Direttore Responsabile

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