
Una Cremonese schiacciasassi travolge il Cosenza per 3-1 e ritrova la vittoria allo Zini dopo due mesi
A suo modo la Cremonese ha voluto rendere omaggio a David Lynch, scomparso lo scorso mercoledì (rendendo l’ingresso negli “anta” del sottoscritto solo la seconda notizia più importante della settimana). Il lavoro del regista – tra gli altri – di capolavori come Mulholland Drive, Twin Peaks e Strade Perdute è difficile da spiegare e non basterebbe un libro per descriverne la grandezza, figuriamoci un articolo. Limitiamoci a dire che, come Lynch, questa Cremo non ama le soluzioni lineari e viaggia tra sogno e realtà.
CON GLI STESSI – Squadra che vince non si cambia, così Stroppa conferma gli undici che hanno conquistato i tre punti a Frosinone. C’è ancora Ceccherini al centro della retroguardia, l’ex Verona sembra aver superato definitivamente Ravanelli nelle gerarchie. In mezzo al campo gioca di nuovo Pickel come mezzala destra, con Collocolo e Barbieri sulle fasce. Davanti Vazquez e Bonazzoli. Dall’altra parta l’ex mister grigiorosso Alvini mischia le carte e schiera a sorpresa i suoi con la difesa a quattro.
UOMO SU UOMO – Le due squadre iniziano forte, il ritmo è alto e i falli si susseguono perché si gioca in velocità. Determinante in questo senso è la scelta di Alvini di giocare uomo su uomo. Venturi, difensore di professione, viene schierato in mezzo al campo con il compito di pedinare Vazquez. Charlys non molla il quasi omonimo Pickel, Dalle Mura tampina Bonazzoli. La Cremonese di due mesi fa avrebbe sofferto questo tipo di gara e questi ritmi, mentre in questo periodo la condizione psicofisica è nettamente migliore. Non basta il pressing a tutto campo del Cosenza per mandare in difficoltà i grigiorossi che muovono bene il pallone creando trame di gioco pulite.
BOTTA E RISPOSTA – Il gol del vantaggio è firmato dall’uomo che non ti aspetti dopo una giocata degli uomini che ti aspetti. Vazquez fa da regista avanzato e tratta con intelligenza il possesso, aspettando che Vandeputte imbocchi il corridoio buono. La palla del Mudo è con i giri giusti, come lo è il cross del belga sulla testa di Pickel, abile a inserirsi per inzuccare in rete l’1-0. Il Cosenza però non resta a guardare, già nei primi minuti gli uomini di Alvini avevano provato a fare male ai grigiorossi, pericolosamente sbilanciati sugli angoli a favore (appunto per Stroppa, sistemare la fase difensiva in queste situazioni). Basta una fiammata degli ospiti per riportare il risultato in parità. Come troppe volte in stagione la Cremo riparte molle dopo il vantaggio e si fa sorprendere dalla reazione dei lupi. Sull’occasione del gol di Ricciardi va data una tirata d’orecchi a Bianchetti che si fa attirare dalla palla e si dimentica di Artistico, lasciando Barbieri in mezzo a due avversari.
VANDEPUTTE ON FIRE – Come in Strade Perdute, in cui il protagonista cambia volto a metà film (tra lo stupore degli stessi personaggi), Vandeputte sembra un altro giocatore rispetto a quello visto nella prima parte di stagione. Il belga è presente in entrambe le fasi, attacca e difende, in possesso non sbaglia un pallone. Quando il Cosenza rimane in 10 per l’espulsione di Ricciardi, che non ha altri modi se non il fallo per fermare un indomito Barbieri (entrambi i cartellini gialli per il difensore cosentino arrivano per fermare l’ex Pisa) la Cremonese mette le tende nella metà campo avversaria e si affida alle giocate del “piccolo diavolo”. Il belga sul centrosinistra e Vazquez sul centrodestra guidano manovre e occasioni dei grigiorossi. Non è un caso che siano proprio loro due a risolverla. Vandeputte sgasa sulla sinistra e con un gioco di gambe che unisce potenza e agilità va sul fondo a mettere un cioccolatino sulla testa del Mudo per il gol del 2-1. Nel finale arriva anche il 3-1 di Johnsen: l’ingresso del norvegese largo a sinistra è la mossa vincente di Stroppa per allargare gli avversari e sfruttare al meglio la superiorità numerica.
SOGNO O REALTÀ? – Strade Perdute si chiude con il protagonista intento a cambiare nuovamente volto mentre è inseguito dalla polizia, danzando su quel confine tra realtà e mondo onirico tanto caro a Lynch. Un confine sfumato, di difficile interpretazione. Un po’ come il campionato di questa Cremonese. Una squadra che ha alternato ottime prestazioni a pessime uscite, lasciando lo spettatore confuso a chiedersi quale sia quella vera. Le ultime gare lasciano pensare che forse Stroppa ha trovato la quadra ed è riuscito a mettere a fuoco quel confine tra sogno e realtà chiamato Serie A. Se non altro, a differenza dei film di Lynch, a fine proiezione non dovremo affidarci a Google per capire cosa abbiamo visto.