La Cremonese esce sconfitta dal posticipo contro il Brescia e manca l’aggancio al secondo posto
A quasi tre anni dall’ultima sconfitta la Cremonese torna a perdere contro il Brescia. Un risultato che fa male per tanti aspetti. Gli uomini di Maran interpretano meglio la gara sotto ogni punto di vista e grazie ai regali dei grigiorossi trovano la fiducia necessaria per chiudere la pratica già nel primo tempo. La reazione della ripresa è più di nervi che di idee e sposta poco il giudizio sul match.
CON I MIGLIORI – Stroppa sceglie l’undici che finora gli ha dato più certezze. Davanti a Fulignati il giovane Moretti vince il ballottaggio con Ceccherini per sostituire l’infortunato Ravanelli, ai suoi lati gli intoccabili Antov e Bianchetti. Scontata invece la presenza di Majer, visto l’infortunio di Castagnetti. Sulle fasce ci sono Sernicola e Zanimacchia, Vazquez viene schierato nuovamente come mezzala destra, dall’altra parte c’è Collocolo. Davanti Johnsen e Nasti, recuperato dall’acciacco che gli ha fatto saltare la trasferta di Catanzaro.
CATTIVERIA – Le prime battute sono equilibrate, la Cremonese vuole fare la partita, il Brescia ha gamba ma anche un certo timore. Dopo pochi minuti arriva la giocata che indirizza la gara. Dickmann perfora il centrocampo con facilità disarmante e calcia forte dalla distanza, Fulignati respinge così così e Baseggio anticipa Zanimacchia per il gol dell’1-0. Il vantaggio arriva grazie alla determinazione di due giocatori che vincono i rispettivi duelli individuali. La rete spazza via le paure dei bresciani che raddoppiano le forze e asfissiano la Cremonese, incapace di costruire un’azione palla a terra. In ogni zona del campo le maglie blu sono in superiorità numerica, perché corrono di più e meglio. La grande pressione degli uomini di Maran porta all’errore di Collocolo che lancia Borrelli, abile a saltare Antov e Majer prima di infilare Fulignati. Il 3-0 di Verreth su punizione può sembrare una punizione troppo severa, ma è solo la logica conseguenza di quanto visto in campo.
SERATE NO – Incide anche la serata no di tanti giocatori. Majer è perennemente dietro l’avversario, non si fa trovare dai difensori e non prova mai il cambio di campo, soluzione tanto utile quanto necessaria contro una squadra che fa molta densità e lascia di conseguenza scoperto il lato debole. Vazquez prova a ovviare alle mancanze del compagno ma i tanti tocchi sono controproducenti perché gli avversari arrivano a triplicare e quadruplicare. Zanimacchia fatica a trovare il fondo, ma è l’unico a cui affidare palla per superare la linea di metà campo, dai suoi piedi nascono le azioni più pericolose della prima ora. Dall’altra parte Sernicola sembra il lontano parente del giocatore che metteva in difficoltà Leao e Kvaratskhelia.
REAZIONE – Stroppa si presenta nella ripresa con Vandeputte per Vazquez e De Luca per Johnsen. Sia il Mudo sia il norvegese avrebbero meritato più minuti, ma visto che il 3-5-2 è immutabile gli unici cambi realizzabili sono quelli uomo su uomo. I due non spaccano la partita ma offrono una soluzione in più, il tanto caro e vecchio lancio lungo per la spizzata della punta. Grazie anche al fisiologico calo del Brescia la Cremo riesce finalmente ad alzare il proprio baricentro. Sono soprattutto gli ingressi di Barbieri e Buonaiuto a dare la scossa. Il primo ci mette gamba e voglia di vincere i contrasti, il secondo, al rientro dall’infortunio, giocate nello stretto e qualità. Arrivano quindi le reti di Nasti (anonimo fin lì, ma non rinunceremmo mai a uno con il suo fiuto del gol) e dello stesso Buonaiuto su punizione. Il 3-2 finale rende meno pesante il passivo ma non sposta per nulla il giudizio sul match. La reazione della ripresa ha poco a che vedere con le idee di Stroppa ed è dettata principalmente dall’emergere della superiorità tecnica in seguito al calo fisiologico degli avversari. I gol, inoltre, arrivano entrambi da calcio piazzato.
CAMBIO DI MARCIA – Inutile ribadire come questa squadra abbia bisogno di un deciso cambio di passo. La notizia migliore di questo inizio di campionato forse è proprio la classifica. Nonostante ben 3 sconfitte nelle prime 7 giornate (l’anno scorso il Parma ne perse 4 in tutto l’anno) il secondo posto è ancora lì a tre punti. La distanza però sembra ben più ampia quando si pensa a quanto visto in campo. La Cremonese ha convinto in due sole occasioni (contro Palermo e Sassuolo) e i problemi della squadra sono sempre gli stessi, ben lontano dall’esser risolti. Quante volte dovremo ancora sentire Stroppa dire che è mancato l’ultimo tiro, l’ultimo passaggio, che serve più cattiveria negli ultimi metri? Quando invece rivelerà perché è un anno che queste cose mancano e perché non ha ancora trovato un rimedio, nonostante la rosa che la società gli ha messo a disposizione?