Sonora sconfitta per la Cremonese al Druso di Bolzano. Como e Venezia vincono, la strada per la promozione diretta si fa in salita
Le apparenze spesso ingannano. Un piatto tipico bolzanese come i canederli ad esempio non è altro che un semplice impasto a base di pane raffermo che i ristoratori locali fanno pagare a caro prezzo. Un caro prezzo lo paga anche la Cremonese, che contro il Sudtirol viene presa a pallate da una squadra che a tratti sembra il Manchester City e che grazie a un’ottima cucina nasconde la semplicità degli ingredienti.
CONFERMATI – Eppure le premesse erano altre. Stroppa è talmente contento della vittoria contro il Como che conferma in blocco l’undici che ha sconfitto i lariani e che ha dato il via alla mini fuga per il secondo posto. Con Johnsen ancora squalificato (quanto contano i dettagli in un campionato) tocca ancora a Falletti giocare da mezzala. Zanimacchia sembra avere convinto il mister che dà il meglio sulla destra. Dall’altra parte Valente sopperisce all’assenza di capitan Tait schierando un 3-4-2-1 di gamba che promette battaglia.
CHE APPROCCIO – Qualche indizio che sarebbe stato un weekend complicato era già arrivato venerdì sera con la sonora vittoria del Venezia, abile a sbarazzarsi di un Palermo ancora tramortito dalla rimonta subita allo Zini. La Cremonese forse annusa le difficoltà di giornata e decide di partire forte per indirizzare subito la gara. Nella prima mezz’ora – tolto qualche minuto di pausa – i grigiorossi spingono sull’acceleratore e collezionano occasioni su occasioni. Coda segna ma c’è un fuorigioco da lente d’ingrandimento, Vazquez per una volta carica bene il mancino ma tra lui e il gol c’è il palo.
CON LA TESTA – La Cremonese attacca con tanti uomini e libera anche i braccetti. Bianchetti e Antov partecipano con entusiasmo alla fase offensiva, addirittura si assiste al cross di uno per l’inserimento dell’altro. La facilità con cui la squadra si accampa nella metà campo avversaria fa forse allentare la tensione in difesa, dove qualche campanello d’allarme dovrebbe suonare quando Odogwu si porta a spasso Ravanelli. Succede così che alla prima occasione i padroni di casa passano in vantaggio. Proprio Ravanelli si fa attirare fuori dalla linea, tentato da un facile recupero del pallone che non arriva; Antov lascia troppo spazio a Kurtic che crossa indisturbato, Odogwu salta su Falletti (costretto al ripiegamento perché Ravanelli è fuori posizione) e porta in vantaggio il Sudtirol.
ERRORI DI GIOVENTÙ – Mentre il Como vince e il Parma passeggia la Cremo è chiamata alla rimonta. Nella ripresa ci si aspetta un approccio stile Palermo ma i giovani che tante volte hanno salvato la squadra combinano il pasticcio: Antov fa un retropassaggio complicato a mezza altezza, Jungdal opta per il controllo invece che per il rinvio e Ciervo fa la foto, portando il Sudtirol sul doppio vantaggio. Una vera a propria mazzata che spegne le speranze dei grigiorossi. Dopo cinquanta minuti di dominio la Cremo si trova sotto di due reti.
CAMBI DISCUTIBILI – Stroppa decide di mettere mano alla squadra per cercare un’altra doppia rimonta. Entrano subito Quagliata e Tsadjout per Falletti e Vazquez. Due sostituzioni che non convincono fino in fondo. Comprensibile la rinuncia all’uruguaiano, poco incisivo, non quella al Mudo che era sembrato in palla e nel traffico aveva legato bene i reparti, trovando anche la conclusione. Discutibile anche la scelta di non inserire Ciofani, un giocatore abile a sfruttare i palloni aerei e che avrebbe portato fisicità contro una squadra che l’ha vinta sui duelli, mentre Tsadjout ha già dimostrato che dà il meglio quando c’è un risultato da difendere perché lavora bene spalle alla porta e allunga la squadra.
DEBACLE – Nonostante le difficoltà i grigiorossi avrebbero comunque la chance per riaprirla perché Zanimacchia non molla mai e ci prova fino all’ultimo. Quando Pickel da posizione privilegiata spara sulla traversa l’assist dell’esterno si capisce che non è proprio giornata. Gli ultimi minuti sono da incubo: il Druso intona gli olé tipici di chi gioca la palla con la leggerezza del risultato in tasca, la Cremo rincorre con le gambe appesantite dai gol subiti e da certezze che vacillano. Nel finale arriva anche il 3-0 che punisce i grigiorossi ben oltre i propri demeriti e segna la trasferta di Bolzano come la peggior sconfitta del campionato (la prima con più di un gol di scarto).
SOSTA PER RIPARTIRE – Per quanto sonora la sconfitta contro il Sudtirol (la prima nel girone di ritorno) non può e non deve ridimensionare il campionato della Cremonese con Stroppa in panchina. La forza di una squadra sta anche nel rialzarsi dopo certe partite e il mister ha già dimostrato di saper toccare le corde giuste per ripartire. La sosta in questo aiuterà a preparare al meglio un’altra gara insidiosa come quella del 1° aprile contro la FeralpiSalò. La trasferta contro il Sudtirol per certi versi ha ricordato proprio quella di Piacenza, dove la Cremo peccò di superficialità. Come allora si deve ripartire a mille: non basterà vincere, servirà anche convincere.