Una partita senza esclusione di colpi è terminata forse con il risultato più scontato: va salvata la grinta dei giocatori della Cremo
Poteva finire in maniera diversa? Lo 0-0 era il risultato più pronosticabile alla vigilia del match. Si affrontavano le due migliori difese del campionato, la miglior difesa casalinga (2 gol subiti allo Zini dalla Cremo) contro la miglior difesa da trasferta (solo 2 reti subite dal Cittadella lontano dal Tombolato).
A specchio. Rastelli e Venturato hanno schierato i loro uomini con il 4-3-1-2. Due moduli in realtà molto diversi tra loro, sia per caratteristiche degli interpreti sia per l’interpretazione dei ruoli. D’altronde, come ben spiega Fabio Barcellona in un articolo per l’Ultimo Uomo, «ormai tutti sanno che il modulo di gioco, espresso per mezzo di una serie di cifre che indicano il numero di giocatori che occupano un determinato reparto, non fornisce di per sé molte informazioni sul comportamento tattico di una squadra». Niente di più vero, perché Cittadella e Cremonese in comune hanno solo questi quattro numeri.
Uscita bassa vs. palla lunga. Gli uomini di Venturato cercano sempre di far uscire palla dal basso. Paleari in porta attende sempre lo smarcamento di un difensore per iniziare l’azione palla a terra, esattamente il contrario di quello che fa Ravaglia: il numero uno della Cremo predilige il lancio lungo a cercare la testa di Paulinho che spizza per il taglio alle sue spalle di Piccolo/Castrovilli.
Paulinho vs. Strizzolo. Eppure a confrontare i due attaccanti le tattiche sembrano essere all’opposto: Strizzolo è un marcantonio di quasi un metro e novanta mentre Paulinho è rapido e sgusciante. Il brasiliano però ha un’elasticità e una potenza che gli permettono di vincere duelli aerei anche contro avversari ben più piazzati di lui. Le due idee di gioco in ogni caso vengono annullate dalle rispettive fasi difensive: la difesa del Cittadella controlla bene sulle spizzate di Paulo, Claiton e Terranova non lasciano spazio a Strizzolo, Panico e Schenetti.
Spirito giusto. Ne esce una partita da uomini veri, con scontri al limite del consentito. I grigiorossi, giocatori muscolari, si calano nel clima e iniziano una gara di lotta senza esclusione di colpi, da squadra vera. Il gioco ristagna soprattutto a centrocampo, dove sugli altri si emerge per distacco Arini. Il buon Mariano fa la guerra a tutti, rimbalzando avversari come se andasse sull’autoscontro. Nel secondo tempo, quando viene spostato davanti alla difesa al posto di Greco, salva anche un gol quasi fatto, deviando in scivolata un tiro in area piccola e poi alzandosi ad esultare come se avesse segnato.
Greco, perché? Veniamo di conseguenza al centrocampista della Cremo. Avevamo accennato al fatto che Rastelli avesse impostato la partita con lanci per la testa di Paulinho. La conseguenza più immediata è il salto del centrocampo, soprattutto del play basso: Greco nel primo tempo tocca pochissimi palloni perché nelle rare volte in cui si imposta dal basso è Terranova che fa ripartire l’azione. Non è un caso che il centrocampista ex Bari esca dopo una manciata di minuti dall’inizio della ripresa: oltre alla prestazione non certo entusiasmante ha inciso lo sviluppo del gioco. Non ha senso schierare un giocatore tecnico davanti alla difesa se poi non si cercano di sfruttare le sue qualità.
Soluzioni offensive cercasi. Se questo deve essere il leitmotiv della stagione, si potrebbe provare a partire dal primo minuto con Arini davanti alla difesa. Un ruolo che il centrocampista ha già ricoperto per diverse partite l’anno scorso quando Pesce era infortunato. Arini in quella posizione garantirebbe una diga che autorizzerebbe a schierare giocatori più offensivi come mezzali. Uno su tutti: Castrovilli. Il trequartista della Fiorentina sta attraversando un periodo negativo e in mezzo al campo fatica a rendere come sulla fascia, dove ha mostrato le cose migliori. Partendo più indietro avrebbe più campo per sfruttare la sua corsa e soprattutto non sarebbe costretto a ricevere palla spalle alla porta. Oltre ad essere una soluzione per aumentare la pericolosità offensiva di una squadra che fatica a segnare, l’arretramento di Castrovilli permetterebbe al giocatore di ritrovare lo spunto migliore, accumulando minuti ed esperienza in una zona del campo dove non gli si verrebbe chiesto di saltare l’uomo per accendere il gioco.
Chiudere il cerchio. Una soluzione a cui sicuramente Rastelli sta già pensando, sperando che rientrino al più presto alcuni giocatori (soprattutto davanti) e che i titolari ritrovino la forma migliore (Paulinho e Piccolo su tutti). In attesa di vedere se il mercato di gennaio porterà qualche soluzione offensiva in più, restano quattro partite per capire cosa ne sarà del ritorno: per restare agganciati al sogno playoff serve iniziare a vincere anche in trasferta, come sottolineato dalla curva a fine partita. La partita di Foggia sembra capitare apposta: è proprio dal 2-3 dello Zaccheria del 4 novembre 2017 che la Cremo non vince lontano dallo Zini. È ora di chiudere il cerchio.