Il secondo tempo dimostra che la Cremo non è solo difesa e contropiede: senza Buonaiuto serve un modulo diverso
Il rimpianto più grande dopo la sconfitta contro il Monza non riguarda quelle mezze occasioni capitate in area, né gli errori fatti da Terranova e Zortea in difesa e che hanno permesso alla squadra di Brocchi di trovare due gol. Il rimpianto più grande è il secondo tempo della squadra, una ripresa di tutto rispetto dopo un primo tempo rinunciatario.
IL PIANO B(ISOLI) – La Cremo nel primo tempo resta a guardare il Monza che palleggia. Il possesso palla degli ospiti stavolta supera addirittura il 70%. Il piano di Bisoli, come spiegato nel post partita, è chiaro: fare sfogare l’avversario, chiudere il primo tempo in parità e accelerare nella ripresa grazie alla condizione fisica dei grigiorossi. A rovinare i piani ci pensa Terranova che va molle contro Gytkjaer, l’attaccante vince il contrasto e serve Barillà per il più semplice dei gol.
RIPRESA CORAGGIOSA – Nel secondo tempo invece scende in campo un’altra Cremo. Grazie anche all’ingresso di Zortea che si mette alto a destra in un 4-2-3-1 i grigiorissi ritrovano energie e idee. Il giocatore dell’Atalanta ha un impatto devastante sul match: manda in tilt la difesa del Monza e crossa a ripetizione. Dai suoi traversoni arrivano le occasioni più grandi: un colpo di testa di Ciofani fuori di poco, una deviazione volante di Pinato deviata in angolo da Di Gennaro, un’incornata di Celar sul secondo palo.
BISOLI FA, BISOLI DISFA – Forse galvanizzato dal buon momento della Cremo che schiaccia in area il Monza, Bisoli le prova tutte: fuori Fiordaliso e dentro Gaetano, con Zortea che va a fare il terzino. Il cambio azzera la pericolosità della Cremo perché il buon Nadir partendo dietro deve pure curare Mota Carvalho, il giocatore più talentuoso in campo. Dal cambio i grigiorossi non riescono più a entrare in area e – siccome il destino ama fare brutti scherzi – il gol dello 0-2 arriva proprio su un errore di Zortea che si fa uccellare da Marin sulla linea di fondo.
SENZA BUONAIUTO SERVE AIUTO – La prima gara senza Buonaiuto ha detto che l’ex Perugia non ha un sostituto in rosa e senza di lui il 4-3-3 non può reggere. Nelle ultime apparizioni il gioco della Cremo pendeva a sinistra: Buonaiuto e Valeri facevano il bello e il cattivo tempo dei grigiorossi, con Pinato dall’altra parte che era poco sollecitato ma bravo a farsi trovare pronto sui palloni scodellati in mezzo. Celar non può essere il sostituto: è una punta adattata, vive di giocate estemporanee e non ha (ancora) l’intelligenza calcistica e l’esperienza per leggere i momenti della partita.
WHAT ABOUT 4-2-3-1? – Nella ripresa invece la Cremo è andata molto meglio. L’ingresso di Zortea (finché Bisoli lo ha lasciato alto) ha permesso di avere un giocatore in grado di saltare l’uomo e creare la superiorità numerica. È normale che Bisoli voglia insistere con Pinato ala destra considerati i gol segnati, senza Buonaiuto tuttavia il giocatore dell’Atalanta è quello che riesce a dare più imprevedibilità a un attacco troppo statico. La ritrovata verve di Ciofani può essere sfruttata mettendo in mezzo qualche cross in più, magari schierando Pinato dall’altra parte in modo che possa arrivare sul fondo e fare traversoni con il piede preferito.
A REGGIO IN EMERGENZA – Mercoledì contro la Reggina potrebbe essere la volta buona per provare il nuovo modulo: senza Castagnetti potrebbe essere riproposto il centrocampo a due Gustfason-Valzania che nel secondo tempo della gara contro il Monza non hanno demeritato. La vera emergenza sarà in difesa: anche Terranova sarà fuori per squalifica, se Ravanelli non recupererà in tempo Bisoli sarà costretto ad arretrare Zortea. In quel caso servirà un Piano C.