
Seconda vittoria consecutiva per la Cremo che batte in rimonta il Crotone. La classifica sorride, ma serve più attenzione in fase difensiva.
Il rischio di tirarsela c’era, ma dopo una settimana possiamo confermarlo: la Calabria porta bene. La Cremo batte il Crotone e fa l’en plein contro le squadre calabresi, dopo aver battuto anche Reggina e Cosenza. La vittoria in rimonta per 3-2 nel gelo dello Zini non deve tuttavia nascondere i limiti mostrati in fase difensiva e i pericoli che nascono quando la squadra abbassa il ritmo.
SENZA DI CARMINE – Pecchia rinuncia ancora a Di Carmine, che dopo essere stato titolare in 9 delle prime 12 partite in grigiorosso si ritrova ora alla quarta panchina consecutiva (spoiler: non entrerà neppure). Davanti tocca ancora Ciofani, con Buonaiuto a sinistra e Strizzolo nell’inedito ruolo di esterno destro. Il trequartista è Gaetano, in mezzo ci sono Castagnetti e Fagioli, dietro sta fuori Valeri, al suo posto c’è Crescenzi. Marino (esonerato nel post-partita) mischia le carte e propone un 3-5-1-1 da battaglia in cui Benali è libero di svariare alle spalle di Maric.
INIZIO SHOCK – Nei primi venti minuti la Cremo non ci azzecca nulla. I grigiorossi passeggiano per il campo mentre l’ondata crotonese travolge lo Zini. Dopo il gol di Maric – dimenticato colpevolmente da Bianchetti – gli ospiti rischiano di raddoppiare grazie al lavoro in fascia di Molina, sempre pronto a sfruttare gli spazi concessi dalle discese di Crescenzi e dalle tardive chiusure di Fagioli, abile palla al piede ma indisciplinato tatticamente. La Cremo soffre anche in mezzo dove accusa l’uomo in meno, mentre gli esterni offensivi faticano a puntare l’uomo e tenere alta la squadra.
IN RISERVA – Mentre chi è in tribuna invoca il 4-3-3 per sfruttare il lavoro delle mezzali in raddoppio sugli esterni Pecchia non si schioda e decide invece di invertire solamente Gaetano e Fagioli. Visto che non sapremo mai se è nato prima l’uovo o la gallina, limitiamoci ad osservare che da quel momento il Crotone smette di sfondare sulla sinistra, dove Gaetano raddoppia bene su Molina. La mossa risulta azzeccata comunque per quello che succede sul finire del primo tempo: Strizzolo scappa come se fosse inseguito da un giaguaro, scarica su Fagioli che di prima infila Festa per l’1-1.
SQUADRA CHE GIRA – Nella ripresa la Cremo dilaga con i gol dello stesso Strizzolo (Fagioli restituisce il favore) e del neoentrato Zanimacchia su assist di Valzania (salgono così a 7 le reti dei subentrati: nessuno ha fatto come i grigiorossi in Serie B). La rete finale di Benali cambia il risultato ma non le indicazioni che arrivano dalla partita, già chiare ben prima del fischio finale e della sofferenza degli ultimi minuti. La Cremo è una squadra che quando gira, come nel secondo tempo, mette in difficoltà chiunque e crea occasioni da rete a ripetizione. Il problema è che quando toglie il piede dall’acceleratore non riesce a gestire le partite e finisce per concedere occasioni ben oltre i propri demeriti.
LACUNE DIFENSIVE – Al di là dei gol subiti – a livello statistico la Cremo resta una delle difese meno battute del campionato – i grigiorossi concedono troppo a livello di occasioni a difesa schierata. In occasione del gol di Maric a fronte di sei giocatori del Crotone ci sono ben otto dei nostri in area di rigore. Eppure Sala è libero di crossare e l’ex Monza libero di calciare sul primo palo. Al netto del fallo su Sernicola, serve più cattiveria nelle marcature e più rispetto delle posizioni, sia in difesa sia in mezzo al campo. L’azione parte da una palla giocata per Benali da Vulic dopo che Zanellato esce dal pressing portato da Castagnetti e Fagioli, totalmente fuori posizione. Il cambio di campo trova infatti Molina libero sulla destra, con il solo Crescenzi che si trova in mezzo alla giocata tra l’esterno e Benali.
DA OGNI POSIZIONE – Diamo a Cesare quel che è di Cesare e concentriamoci anche sugli aspetti positivi della vittoria. La Cremo dimostra maturità nell’affrontare il gol subito e cerca lo spiraglio per segnare senza la fretta controproducente utilizzata in altre partite. Impossibile poi non citare la prestazione di Strizzolo. L’ex Pordenone segna il suo terzo gol in campionato partendo dal terzo ruolo diverso, quello di ala destra. La prima marcatura (proprio contro il Pordenone) era arrivata da esterno sinistro, la seconda (sabato scorso contro il Cosenza) da prima punta. Ma in generale è tutta la batteria dei trequartisti a funzionare bene. Grazie al lavoro sporco di Ciofani chi arriva da dietro è sempre pericoloso e incisivo: Buonaiuto segna (in fuorigioco), Strizzolo e Fagioli piazzano al doppia gol+assist, i subentrati Valzania e Zanimacchia costruiscono il terzo gol. Insomma, il reparto funziona.
MENO TRE – Con 29 punti nelle prime 17 giornate Pecchia è vicino a doppiare Bisoli, che l’anno scorso dopo lo stesso numero di partite era fermo a 15 (a proposito, proprio in questi giorni il tecnico emiliano ha risolto il contratto con la società). Ora mancano tre giornate (due di andata più la prima di ritorno) prima della sosta invernale. Il trittico Ascoli-Como-Lecce sarà il vero banco di prova di una squadra che si deve mettere definitivamente una pietra sopra il brutto autunno passato. I dieci punti raccolti nelle ultime cinque partite sono un buon biglietto da visita, ma sappiamo tutti che basta una brutta sconfitta per fare tornare i vecchi fantasmi.