
La Cremo trova il primo punto in campionato: dal campo arrivano segnali positivi, il gruppo cresce ma c’è ancora molto lavoro da fare
Il fatto che il primo punto in Serie A dopo 26 anni lasci dell’amaro in bocca la dice lunga sulle potenzialità di questa Cremo. I grigiorossi disputano una buona gara, forse la migliore di questo inizio di stagione. Le occasioni arrivano da una parte e dall’altra, nel finale subentra un pizzico di realismo che non guasta mai. Il punto è servito, ma c’è ancora tanto da lavorare.
I SOLITI – Mister Alvini limita il turnover e continua con quella che, in attesa degli ultimi acquisti, potremmo ormai definire la formazione tipo. Al centro della difesa rientra Chiriches dopo i problemi alla schiena, a sinistra tocca a Valeri, dietro gli intoccabili Okereke e Dessers torna titolare Zanimacchia. Dall’altra parte Dionisi deve affrontare i problemi del reparto offensivo: senza Traoré, Defrel e Berardi tocca a Kiryakopoulos e Laurienté giocare ai lati di Pinamonti.
ULTIMI METRI – La Cremo parte bene e dopo un inizio equilibrato prende in mano le redini della partita. Con Pickel bloccato a fare da diga i grigiorossi spendono molti uomini nella metà campo avversaria. La manovra è fluida e alcune azioni quasi spettacolari. Quello che manca è la precisione nell’ultimo tocco: sono troppi gli errori negli ultimi venti metri, dove manca la qualità di un suggeritore puro. Il tutto senza nulla togliere a Zanimacchia, ieri nella sua miglior versione: impatta bene il match e sgasa alla ricerca di spazi che inevitabilmente lo portano in fascia, dove si esprime al meglio. Ma siamo proprio sicuri che non possa fare l’esterno?
DIFESA IN CRESCITA – I pericoli in casa grigiorossa arrivano come al solito dal contropiede. Pickel è solo e spende molto, spesso nell’uno contro uno viene saltato perché non può essere anche rapido. Serve una partita monstre di Chiriches per neutralizzare il Sassuolo: l’ex di turno gioca una gara d’altri tempi, sempre attaccato a Pinamonti che se lo sarà sognato per tutta la notte. Gli ospiti trovano qualche occasione ma il reparto arretrato si dimostra in crescita, come certificato dalla prima clean sheet della stagione. Lochoshvili si batte di fisico e non lascia campo al veloce Laurienté, confermandosi un difensore solido e pronto per la Serie A. Dall’altra parte nemmeno Aiwu sfigura. È vero, con la palla in mezzo ai piedi è impreciso e quando deve attaccare lo spazio è troppo timido. Però dimostra di avere imparato dai propri errori: Radonjic gli aveva fatto girare la testa, ieri invece ha controllato bene Thorsvedt e ha piazzato diverse chiusure importanti. I segnali di miglioramento ci sono tutti, per crescere serve innanzitutto non ripetere gli stessi errori.
CON LA TESTA – Il grande spreco di energie del primo tempo e la terza gara in una settimana si fanno sentire. Nella ripresa l’approccio è buono ma le occasioni latitano perché davanti Okereke e Dessers arrivano stanchi al tiro. Servirebbe più raccordo tra i reparti, in modo da evitare alle punte di doversi fare diversi metri palla al piede prima di arrivare a concludere. Dopo l’ora di gioco i ritmi si abbassano e Alvini – per la prima volta da quando è sulla panchina grigiorossa – fa una scelta di testa più che di cuore: fuori Zanimacchia e dentro Castagnetti, con Pickel trequartista. Una mossa dettata a congelare il risultato e che al momento forse fa storcere il naso a chi guarda ma che con il senno di poi si rivela corretta. Erano ormai diversi minuti che i grigiorossi faticavano a creare pericoli dalle parti di Consigli, l’inserimento di un giocatore più offensivo avrebbe probabilmente sbilanciato la squadra. In quel ruolo Pickel si appiccica a Maxime Lopez, limitandone lanci e organizzazione di gioco. Come la squadra, anche Alvini dimostra di essere in crescita e di avere imparato da qualche scelta poco felice nelle precedenti partite.
ORGANIZZAZIONE – Dove migliorare quindi? Sicuramente negli ultimi metri, dove i meccanismi sono sembrati ancora da oliare. Dessers va “usato” meglio: non è solo una punta da contropiede, è bravo con le spalle alla porta e va cercato di più con palloni a terra. La migliore occasione del primo tempo nasce proprio da un suo appoggio arretrato per Zanimacchia. Per migliorare davanti bisogna partire da dietro. Nel secondo tempo sono state le discese palla al piede di Chiriches a creare le occasioni più pericolose. Va quindi studiato un modo per liberare il centrale dalla pressione e lasciarlo impostare libero. Attenzione però, perché domenica prossima contro l’Atalanta può essere un’arma a doppio taglio: i nerazzurri sono maestri del pressing e dell’uno contro uno. Servirà quello visto ieri: cuore, ma anche testa.