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Questa la conferenza stampa di Massimo Coda avvenuta questa mattina al Centro Arvedi: «Ho trovato un ambiente totalmente nuovo»
Continua a segnare a raffica Massimo Coda, per la Cremonese e anche per quel primato di Stefan Schwoch da raggiungere e poi superare: «Sì ma non ci do troppo peso se non segno per un po’, questa è la mia forza. Ma credo che il mio andamento sarà di pari passo col campionato che faremo a livello di squadra». Così ha esordito il bomber grigiorosso nella conferenza stampa di questa mattina in programma al Centro Sportivo Giovanni Arvedi.
Negli anni hai vinto parecchi campionati, ma hai faticato a importi in Serie A creandoti la fama di bomber della B…
«Mi sta capitando spesso di vincere campionati e mi piace. Non è questione di preferire la B piuttosto che la A, ma di stimoli che le varie società mi sanno offrire. Mi sarebbe piaciuto diventare un giocatore sul quale una società di A, anche di medio livello, puntasse forte, ma non ce l’ho fatta e mi va bene così».
Cosa ti ha spinto a tornare a Cremona?
«Avevo altre due possibilità ma, guardando le varie rose delle relative squadre, ho capito che qui c’erano i presupposti per fare meglio. Personalmente, Cremona mi è sempre rimasta un po’ dentro perché ha rappresentato un trampolino di lancio per me. Ho fatto buone cose, anche se non siamo riusciti a ottenere l’obiettivo. C’è stata la possibilità di tornare e l’ho colta molto carico e senza paura di fallire».
Che impressioni hai avuto al ritorno?
«Sono stato bene in questo ambiente, ma quest’anno ne ho trovato uno totalmente nuovo tra stadio e centro sportivo. L’affetto dei tifosi sta aumentando col passare delle giornate, e oggi ci sono più presenze rispetto ad allora ovviamente. Ci sono i presupposti per fare bene».
In cosa riconosci i cambiamenti tra Ballardini e Stroppa?
«Con il primo ho lavorato poco, mentre il secondo ha voluto darci un’identità forte basata sul possesso palla. Nelle ultime partite ci siamo riusciti, anche se forse addirittura meno rispetto a quello che vorremmo. Ci vuole del tempo, anche con De Zerbi, che ha più o meno questa mentalità, ce n’è voluto».
Come vedi la Serie B di quest’anno?
«A volte ci si capisce poco perché a inizio anno si fanno delle previsioni in base a quello che le varie società spendono, e poi magari te ne ritrovi addirittura due tra le retrocesse come la scorsa stagione. Ci sono tante squadre che hanno quell’obiettivo, ma se non sei abituato e ti ritrovi sulla parte destra della classifica è dura rialzarsi».
Se sei arrivato alla tua età ancora così in forma è sicuramente merito della tua professionalità…
«Con il tempo, l’esperienza ti insegna anche quando è il momento di spingere e quando magari tirare più il freno».
Hai cambiato spesso compagno di reparto in questa stagione. Come cambia il tuo lavoro quando hai Vazquez e quando hai Okereke?
«Franco è uno che va a cercare di più il pallone, mentre con David si aprono più spazi perché i difensore devono curare anche lui. Non ho preferenze su chi avere come compagno di reparto, ma ci sono momenti della partita in cui uno più essere più funzionale dell’altro».
Fonte: dal nostro inviato al Centro Arvedi Nicolò Casali
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